Messina scommette sull’idrogeno verde – La Repubblica

Messina scommette sull’idrogeno verde – La Repubblica

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Un carburante che quando viene utilizzato produce soltanto acqua. Non è fantascienza ma la particolare caratteristica dell’idrogeno che da molti è indicato come un prezioso alleato per riuscire ad abbandonare i combustibili fossili. A costo che si parli di idrogeno “verde”, cioè prodotto non con l’utilizzo del metano ma attraverso le energie rinnovabili, in particolare con il fotovoltaico. Per molti esperti la svolta dell’idrogeno potrebbe anche essere una grossa occasione per una nuova industrializzazione sostenibile della Sicilia.

Il primo passo verso la Hydrogen Valley siciliana lo ha fatto l’azienda Duferco che ha annunciato lo sviluppo di un polo di produzione di idrogeno verde in Sicilia nel suo stabilimento di Giammoro a Messina che produce travi e truciolati con una capacità di 450mila tonnellate di prodotto l’anno. L’impianto che sarà pronto a metà del prossimo anno è frutto di un progetto che vede la collaborazione della holding messinese di navigazione Caronte Spa e della Nippon Gases Italia. Sarà in grado di produrre circa 100 tonnellate all’anno di idrogeno verde, tramite un impianto fotovoltaico da 4 Megawatt ed un elettrolizzatore da 1 Mw. L’investimento da 10 milioni di euro è stato finanziato per 7,5 milioni dopo avere vinto il bando “Hydrogen Valleys” del Piano nazionale di ripresa e resilienza, fondi europei erogati attraverso la Regione siciliana.

«La Hydrogen Valley in Sicilia contribuirà al raggiungimento di uno dei principali obiettivi europei nella transizione energetica come previsto dal RePowerEu – spiega Antonio Gozzi, presidente della Duferco – Si tratta di un progetto che supporta le imprese e il territorio e che contribuisce all’incremento dell’indotto dell’isola. La transizione energetica sarà una sfida concreta solamente se comporterà sviluppo occupazionale ed economico. Altrimenti, il rischio è che rimanga una missione sempre troppo ambiziosa».

Gli utilizzi dell’idrogeno sono molteplici, alcuni già a portata di mano, altri sono risultati meno appetibili, altri ancora avranno bisogno di alcuni anni per concretizzarsi. Al momento viene utilizzato soprattutto per alimentare i processi industriali senza inquinare. Così l’idrogeno prodotto a Giammoro servirà alle altre industrie dell’area messinese ma anche per alimentare gli autobus ad idrogeno acquistati dai comuni di Messina e Catania. La presenza nel progetto lascia pensare a futuri sviluppi anche nel trasporto navale.

«Non è un carburante adatto alle auto o ai mezzi pubblici – sottolinea Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e presidente dalla società Exalto – l’elettrico è più competitivo ma nel lungo periodo per navi e aerei potrebbe avere un utilizzo. In più fra un decennio sarà strategico per i sistemi di accumulo delle energie rinnovabili, per rendere le forniture continue al di là delle condizioni meteo. Il progetto di Duferco mi pare ben dimensionato e ragionevole per alimentare le industrie della zona. Due progetti simili sono anche previsti da un accordo fra Eni e Enel per due impianti nelle raffinerie alimentati da centrali fotovoltaiche da 10 Megawatt».

Un altro studio di fattibilità per la produzione di idrogeno verde è firmato dall’algerina Sonatrach per la sua raffineria di Augusta. Il progetto insieme ad altri interventi potrà ridurre le emissioni di Co2 di 25 tonnellate l’anno entro i prossimi tre anni. È uno di quelli destinati a far sopravvivere l’intero polo petrolchimico di Priolo alla transizione energetica.

Più impervia la strada che porta ai treni all’idrogeno. «In Germania l’utilizzo di questi convogli è stato definito un fallimento – racconta Silvestrini – in Italia il progetto di trasformazione di alcune linee in Lombardia è sempre più in ritardo. La realtà è che si devono costruire infrastrutture molto costose. Sono molto più competitivi i treni ibridi elettrico e diesel».

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March 2, 2024 at 06:24PM

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