Pesca Globale: La Tanzania Sfida l’Accordo WTO tra Sostenibilità e Sviluppo – Africa24.it
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Sovvenzioni contro sostenibilità: il dilemma della pesca globale
La conferenza della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) recentemente conclusasi ha evidenziato il crescente divario tra le esigenze dei paesi in via di sviluppo e le politiche di sostenibilità ambientale proposte. La Tanzania, insieme ad altre nazioni, si è opposta ad un accordo volto a vietare sovvenzioni per la pesca, sull’argomentazione che esse favoriscono una sovrappesca dannosa. Questo contrasto ha sollevato questioni delicate sui diritti di pesca, sulla protezione delle risorse marine e sulla giustizia economica internazionale.
Tre cose da sapere:
1. La vita di molte comunità rischia di essere sommersa dalle onde della globalizzazione.
Per la Tanzania, un paese con una significativa comunità di pescatori, le restrizioni proposte dalla WTO rischiano di incrementare la vulnerabilità economica delle popolazioni che dipendono dalla pesca. Sovvenzioni al settore hanno fornito un’ancora di sostegno a piccoli pescatori che, sprovvisti di tecnologie avanzate, si trovano a competere con giganti globali del settore ittico. Senza questi aiuti, l’accesso al pesce di profondità e alle risorse marine potrebbe diventare un’esclusiva delle flotte ben equipaggiate dei paesi sviluppati.
2. Un mare diviso: la sostenibilità ambientale alla prova del diritto al lavoro.
La proposta del WTO di impedire i sussidi ritenuti dannosi per l’ambiente marino ha il nobile intento di preservare la biodiversità e rallentare il fenomeno della sovrappesca. Tuttavia, è emersa una tensione tra gli obiettivi ambientali e le esigenze di sviluppo economico. La Tanzania, e altre nazioni dalla posizione simile, richiedono accordi più equilibrati che permettano lo sviluppo delle proprie industrie ittiche senza compromettere l’ecosistema marino.
3. Le acque agitate delle negoziazioni internazionali.
Il caso di negoziazione alla WTO illustra le complessità del raggiungimento di accordi internazionali che richiedono il consenso unanime dei membri. Accanto alla Tanzania, anche l’India ha sollevato obiezioni fondamentali, dimostrando come il bisogno di periodi di transizione e di equità nelle misure punitive sia una questione in primo piano nello scacchiere del commercio internazionale.
Conclusioni:
L’esito della tredicesima conferenza ministeriale del WTO manifesta un dilemma fondamentale che affronta il commercio globale: come equilibrare la necessità di proteggere la biodiversità marina con il diritto delle nazioni in via di sviluppo a crescere economicamente e a garantire il sostentamento delle proprie popolazioni. I paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo sembrano navigare in acque opposte in questo dibattito, ponendo questioni di equità e responsabilità condivisa.
La posizione della Tanzania suggerisce la necessità di un dialogo aperto e continuo, in cui i contributi dei sussidi da parte dei paesi avanzati siano attentamente valutati e messi a confronto con le esigenze di crescita dei paesi emergenti. La missione sarà armonizzare le legittime ambizioni economiche delle nazioni in via di sviluppo con la tutela essenziale degli ecosistemi marini.
Alla luce di questo, la conferenza ha messo in evidenza una significativa sfida per il continente africano: la ricerca di una strategia che unisca sostenibilità e progresso economico. Tale equilibrio è vitale non soltanto per la salute degli oceani e la biodiversità, ma anche per assicurare che le comunità di pesca continuino a navigare verso un futuro in cui l’economia blu non sia un privilegio di pochi, ma un patrimonio condiviso e sostenibile per molti.
March 8, 2024 at 05:32PM