Report sostenibilità, il problema dei carburanti sintetici – Fleet Magazine
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C’è un grosso problema con i carburanti sintetici (oltre ai prezzi di produzione che, per il momento, restano proibitivi): all’interno del protocollo Greenhouse Gas (GHG) – ovvero il quadro standardizzato a livello mondiale per la misurazione e la gestione delle emissioni di gas serra, GHG appunto – ci sono ancora significative lacune nei dati riguardanti le emissioni totali dei carburanti alternativi.
Il Protocollo GHG infatti non tiene conto della differenza tra sintetico e tradizionale, ciò significa che le aziende che utilizzano questi parametri per rilevare le proprie emissioni in ottica di Scope 1, dei propri fornitori di energia (Scope 2) e qualsiasi altra emissione lungo la catena del valore (Scope 3) non vengono “premiati” per le proprie scelte green. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, prima di continuare, vi consigliamo di leggere questo approfondimento: Misurare le emissioni della mobilità aziendale: quali sono gli standard normativi.
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Inquinano meno, ma al Protocollo GHG non interessa?
E-fuel
La produzione di e-fuels dai gas serra si traduce in un’impronta di carbonio complessiva molto ridotta (è vero che durante la combustione rilasciano altri gas serra, ma solo dopo averne “mangiati” alcuni).
Gli e-fuel rientrano nella stessa categoria dei carburanti tradizionali come benzina o diesel: emissioni dirette, quindi Scope 1. La distinzione fondamentale ovviamente è che gli e-fuel sono generati da CO o CO2. Per tenere conto della differenza tra la CO2 netta catturata durante la produzione e quella emessa durante l’utilizzo, le flotte necessitano di linee guida per la rendicontazione simili a quelle per il bioetanolo. Tuttavia, al momento tali linee guida mancano.
Combustibili sintetici
Mentre i combustibili sintetici sono derivati da un processo simile (ad esempio l’elettrolisi) ma da una fonte diversa: solitamente materie prime solide come carbone o biomassa. Come per gli e-fuel, attualmente non esistono linee guida specifiche per la contabilizzazione dei gas serra dei combustibili sintetici. Anche in questo caso, quindi, va preso in considerazione solo lo Scope 1 (emissioni dirette).
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Idrogeno, non per forza “green”
L’idrogeno è un combustibile a zero emissioni di carbonio se prodotto dall’acqua utilizzando elettricità rinnovabile, il famoso idrogeno verde: uno scenario ideale che non corrisponde necessariamente alla realtà, perché come sappiamo esistono diverse sfumature di idrogeno, più o meno inquinanti.
Stesso discorso dei carburanti sintetici ed e-fuels precedenti: potrebbe eventualmente rientrare nello Scope 2, ma attualmente è considerato un carburante dell’Ambito 1. Ciò significa che è considerato un carburante a emissioni zero e non necessita di essere segnalato dalle flotte che lo utilizzano, sebbene possa essere inquinante.
March 8, 2024 at 02:05PM