Quale promozione per i nostri grandi vini? A Palazzo Banca d’Alba esperti a confronto tra sostenibilità e ripensamento dei mercati – LaVoceDiAlba.it
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"Barolo e Barbaresco: le sfide della promozione" era il tema dell’incontro tenutosi mercoledì 6 marzo nella sala convegni di Palazzo Banca d’Alba, per iniziativa del consorzio "I Vini del Piemonte" in collaborazione con l’istituto di credito cooperativo.
L’evento ha visto la partecipazione di numerosi accreditati esperti del settore ed è stato inaugurato da Elvio Curti, vicedirettore generale di Banca d’Alba, il quale ha fornito un’ampia panoramica degli argomenti che sarebbero stati discussi.
Il dibattito, introdotto e moderato dal giornalista Roberto Fiori, ha focalizzato l’attenzione sull’evoluzione del mercato dei vini "premium", suscitando grande interesse tra i presenti. Le Langhe – è stato il focus a partire dal quale la discussione si è sviluppata – rappresentano uno dei principali distretti del vino mondiali. Le prestigiose denominazioni di Barolo e Barbaresco, rinomate nei cinque continenti, si trovano attualmente in una fase di profonda riflessione. Tra la tradizione enologica e l’impellente necessità di adattarsi ai mutamenti del contesto contemporaneo, le Langhe stanno così scrutando il proprio avvenire con un occhio rivolto alle radici storiche e un altro rivolto a nuove prospettive.
Da qui l’idea di una tavola rotonda tenuta volutamente in presenza, in omaggio al ruolo di un dialogo diretto inteso come risorsa utile a un confronto dal quale possano emergere strategie solide e innovative.
Il presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Matteo Ascheri, rispetto al calo dei consumi dei vini rossi, specialmente tra i giovani, ha attribuito questa tendenza anche all’impatto delle campagne salutistiche sull’abitudine di consumare vino. Guardando al futuro, Ascheri suggerisce una soluzione chiara: "Produrre meno vino, ma di qualità eccellente e commercializzarlo in modo più efficace." Questo approccio non solo potrebbe ridurre l’impatto ambientale, ma anche risolvere problemi legati alla manodopera, riducendola, e consentire una valorizzazione economica più alta dei prodotti.
Serge Lévêque, distributore esperto di vini premium e "Langhe wines ambassador" condivide la stessa prospettiva di Ascheri, sottolineando che la situazione del settore vinicolo non riguarda solamente il Piemonte, ma si estende su scala globale. Una delle sfide principali consiste nell’interpretare le dinamiche dei mercati. "Le generazioni Y e Z mostrano un’attenzione maggiore verso i marchi internazionali di spirit”, ha evidenziato.
Claudio Conterno, apprezzatissimo barolista e presidente provinciale della Cia-Agricoltori Italiani di Cuneo, ha enfatizzato la propensione del nostro territorio verso l’eccellenza enologica. "Il maggior consumo di vini bianchi rispetto ai rossi non è una novità; già negli anni ’80 osservavamo questa tendenza. Tuttavia, in quegli anni – ha commentato, sottolineando l’importanza della comunicazione – in seguito a uno studio salutistico il vino rosso ha riconquistato terreno. Oggi ci troviamo di fronte a nuovi studi, dove l’alcol spesso assume una connotazione negativa per la salute".
Nicola Argamante, presidente de I Vini del Piemonte, ha sottolineato l’importanza cruciale dell’attività di promozione, specialmente per vini di alta qualità che richiedono un approccio differenziato.
“Ci sforziamo di diffondere la conoscenza su come apprezzare i grandi vini. Il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani ci ha fornito supporto nell’entrare in mercati che prima ci erano preclusi. I grandi vini possono risultare ‘difficili’, quindi è importante spiegarli. Credo che molti più consumatori li sceglierebbero se fossero forniti loro gli strumenti per comprenderli e apprezzarli adeguatamente".
Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca della Regione Piemonte, ha sottolineato l’importanza fondamentale dell’identità territoriale. "Barbera Nizza, Timorasso Derthona e Dolcetto di Ovada incarnano perfettamente il connubio essenziale tra vino e territorio: sono il motore trainante del successo enologico”.
Rispetto alla promozione attraverso enti terzi, la posizione di Matteo Ascheri è sempre stata inequivocabile: "Non affidiamo i nostri interessi a enti esterni; siamo noi internamente e i consorzi a prendersi cura di essi. Le fiere sono strumenti che utilizziamo, ma non operano per nostro conto". L’approccio di Ascheri prevede la partecipazione a pochi eventi, ma di grande rilevanza: "Abbiamo rivitalizzato Grandi Langhe coinvolgendo 300 aziende e a New York, per il Barolo & Barbaresco World Opening (BBWO) saremo presenti con 180 aziende. Il nostro obiettivo è promuovere il marchio collettivo in tutto il mondo".
Dall’altra parte, I Vini del Piemonte, consorzio di promozione che conta oltre 250 aziende vinicole piemontesi, preferisce concentrarsi su mercati più specifici, come il Lussemburgo. Argamante spiega: "Cerchiamo di inserirci in contesti più circoscritti per integrarci in una più ampia strategia di promozione".
Afferma Serge Lévêque: “Le grandi fiere istituzionali possono essere utili per alcune aziende, ma non rappresentano più un mezzo collettivo ed efficace per tutte. Eventi come Wine Paris & Vinexpo Paris non incarnano il futuro del settore vinicolo; spesso le scelte sono motivate dalla mera attrattività della città ospitante. È cruciale porre l’attenzione sul cliente finale, il quale può essere coinvolto anche tramite un potenziamento dell’accoglienza turistica, che, oltre a valorizzare il vino e l’ospitalità, possa conquistare il cuore dei visitatori per le Langhe".
I cambiamenti che hanno coinvolto il settore turistico rappresentano ulteriori elementi che influenzano il mercato. Secondo Conterno, l’obiettivo è avere dei punti fermi e, successivamente, cogliere i segnali per promuovere in modo efficace.
Le modifiche alle regole per l’accesso agli OCM Vino potrebbero penalizzare le medie e piccole aziende: “Stiamo subendo una tendenza a centralizzare a Roma e siamo preoccupati, ma un decreto dovrebbe garantire la continuità fino al 2027", spiega Protopapa.
Il mondo sta cambiando e le regole stanno mutando con esso, anche in risposta al cambiamento climatico che ha impatti su tutti i settori.
La proposta del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani di utilizzare anche i versante collinari esposti a nord per i vigneti dei Nebbioli a Barolo e Barbaresco, rientra tra le tante per fronteggiare i cambiamenti climatici, come adottare l’irrigazione dei vigneti e la creazione di pozzi artesiani, con l’obiettivo di offrire un’ulteriore opportunità ai produttori. Tuttavia, queste proposte non trovano consenso unanime, poiché "ogni zona è vocata per un certo tipo di vino", spiega Argamante.
Lévêque, con sguardo più ampio del nostro territorio, ha notato una grande apertura da parte dei produttori su questi temi. "Essere sostenibili non necessariamente aumenta le vendite, ma la mancanza di sostenibilità crea problemi con i consumatori. Le persone vogliono semplicemente un indicatore chiaro sul fronte ambientale, un semaforo, senza doversi immergere troppo nelle complessità del tema", osserva.
March 10, 2024 at 09:18AM