TEXA, la telematica al servizio della sostenibilità in flotta – Fleet Magazine

TEXA, la telematica al servizio della sostenibilità in flotta – Fleet Magazine

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La sostenibilità per le flotte è un fattore fondamentale, soprattutto perché i Fleet Manager si trovano a gestire una delle maggiori – se non in certi casi la principale – fonte di emissioni inquinanti dell’azienda. Un aspetto che interessa non solo le aziende più grandi, per le quali la direttiva numero 95 del 2014 (2014/95/UE) ha reso il bilancio di sostenibilità, che misura le performance ambientali, sociali e di governance (ESG), obbligatorio, ma anche per le flotte di più modeste dimensioni, spinte più dalla volontà di consumare meno e quindi risparmiare alla voce “rifornimenti” sul bilancio annuale.

Ne abbiamo parlato con Roberto Moneda, Head of Telemobility Business Unit di TEXA, che ci ha raccontato non solo come si muove la sua azienda in questo campo, ma anche quali sono le vantaggiose opportunità future.

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Studiare le emissioni della flotta (e guadagnarci) con TEXA

FM: Come si può passare dalle emissioni stimate (legate alle certificazioni di omologazione dei veicoli) a quelle reali, legate direttamente al consumo effettivo?

Roberto Moneda, Head of Telemobility Business Unit di TEXA: È un tema caldo e ce ne stiamo accorgendo perché tutte le flotte dei nostri clienti chiedono uno strumento in grado di rilevare e valutare le proprie emissioni di CO2. Richiesta legata anche al bilancio di sostenibilità globale.

FM: E TEXA come ha risposto a queste richieste?

R.M.: Sono diversi i competitor in ambito telematico che hanno introdotto sistemi di calcolo e algoritmi per produrre una presunta emissione di CO2: la casa madre dichiara un consumo di carburante chilometrico, sia esso di gasolio o benzina, facendo un semplice calcolo: hai percorso un “tot” di chilometri secondo i dati rilevati dal GPS, quindi hai emesso “X” CO2 nell’ambiente.

TEXA, invece, parte dal dato della casa auto, in base ai consumi di quel motore certificati in fase omologativa e, grazie alla capacità diagnostica di rilevare l’effettivo consumo rispetto ai chilometri percorsi (da odometro e dal serbatoio del carburante), certifica su questi consumi di carburante, l’effettiva e reale emissione di CO2. 

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FM: Cosa vuol dire?

R.M.: Vuol dire che noi valutiamo i chilometri effettivi registrati dall’odometro, non da GPS e il consumo effettivo del carburante, attraverso l’analisi dei dati del serbatoio. Quindi, non prendiamo per buono che la vettura farà 10 chilometri con un litro: se noi rileviamo che purtroppo in questi dieci chilometri ne ha consumati in realtà 2,5, l’auto avrà prodotto due volte e mezza più CO2 rispetto al dichiarato per quella distanza compiuta.

Da qui in poi, si può lavorare per individuare il miglior stile di guida, scegliere per un mezzo commerciale le migliori condizioni di carico e tutta una serie di buone pratiche per consumare meno e quindi, produrre meno CO2.

FM: TEXA si occupa anche di certificazioni, come vi muovete?

R.M.: Sì, noi certifichiamo il processo. Mi spiego: certificare un dato è impossibile, perché l’unico dato certificato è quello prodotto dalla Casa auto – in merito ai consumi dichiarati e omologati. TEXA sta lavorando con primarie società internazionali di certificazione dei processi, con l’obiettivo di garantire la bontà del dato che da tali processi ne emerge.

FM: Il Fleet Manager come ha accesso a questi dati?

R.M.: Dopo aver scelto la soluzione più efficace per la sua flotta, black box e dongle ODB, Diag Car, o la nostra App direttamente collegata al Diag Car – il device miniaturizzato progettato da TEXA in ottica open source, in grado di integrarsi con qualsiasi scatola nera dotata di Bluetooth – il Fleet Manager ha accesso ad una web application, TMD Solution, dove, a seconda del livello di privacy aziendale, potrà avere accesso a tutti i dati e vedere esattamente quanto ha consumato, in un giorno, in una singola trasferta o in una fascia oraria.

FM: C’è una finestra di tempo minima per riuscire a valutare in modo efficace le emissioni della flotta, o del singolo mezzo?

R.M.: Questo è un dato molto interessante per le flotte, soprattutto per quelle che si muovono all’interno di ZTL dove sempre più si cercano soluzioni per dimostrare le proprie emissioni reali. Una box non diagnostica ha bisogno di molto più tempo e numerosi tragitti all’interno dell’area descritta, per cercare di fare calcoli attendibili. Noi invece, grazie a rilevazioni real-time diagnostiche, anche su archi di tempo minimi, possiamo rilevare l’effettivo consumo effettuato e di conseguenza le relative emissioni.

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FM: Sono solo le flotte più grandi, quelle obbligate a stilare un bilancio di sostenibilità, a poter beneficiare da questo tipo di tecnologia?

R.M.: Non solo: il singolo utente potrebbe essere molto interessato a rilevare le proprie emissioni. Pensiamo alla normativa europea dei Carbon Credit e facciamo l’esempio di una compagnia assicurativa che decida di installare un sistema come quello di TEXA su tutte le auto dei propri clienti. A questo punto, partendo dal singolo, l’assicurazione potrebbe gestire un Carbon Credit proiettato sul parco intero dei propri assicurati, al fine di attingere ai fondi dalla Comunità Europea e, in un virtuoso meccanismo, agevolare le polizze dei propri clienti, abbassandone i premi. Lo stesso principio potrebbe valere per i noleggiatori a lungo termine che decidessero di adottare questa soluzione TEXA.

March 11, 2024 at 03:02PM

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