La blockchain per combattere la contraffazione e sviluppare la sostenibilità – Il Sole 24 ORE
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Amo i computer e la tecnologia. Nel cuore, sono un vero geek». Romain Carrere è la prova vivente che lo stereotipo del nerd geniale e ossessivo, in tuta logora e occhiali, è ampiamente old economy. Francese globetrotter, una carriera a cavallo fra le tecnologie più innovative, è il sorridente e prestante ceo di Aura Blockchain Consortium, la realtà no profit fondata nel 2021 da Lvmh, Prada Group, Cartier, parte di Richemont, e OTB Group. L’obiettivo, che unisce per la prima volta i giganti della moda, è quello di ricercare e applicare le nuove tecnologie – blockchain, NFT, tracciabilità digitale – al mondo degli oggetti del desiderio, amplificando l’esperienza di acquisto, la sostenibilità e la sicurezza. L’amore per il tech ha guidato tutte le sue scelte da quando, adolescente, ha iniziato a creare siti web per piccole aziende. Avanti veloce, con in mezzo studi a Londra e negli Usa, esperienze nella finanza, nelle criptovalute e nell’e-commerce (di vini, ovviamente, da bravo francese). Poi il varo di un’agenzia digitale con grandi clienti che lo hanno avvicinato al mondo luxury. «Qui ho imparato l’attenzione al dettaglio, la relazione con il cliente e l’importanza, per chi conosce la tecnologia, di saperla comunicare e spiegare». È così che, nel settembre 2023, arriva alla testa del consorzio. «Quando mi hanno chiamato, non ho avuto esitazioni. Era tutto quello che cercavo: innovazione, sostenibilità, no profit e la priorità di creare nel settore uno standard tecnologico e digitale che ancora non esisteva. Con il plus di un modello inedito di collaborazione fra grandi brand che, anziché competere, uniscono le risorse».
Aura Blockchain oggi impiega più di 30 persone nell’headquarter di Ginevra – «un luogo neutrale, né a Parigi, né a Milano», dice sorridendo – e conta circa 40 brand e 30 milioni di prodotti di lusso nella blockchain, con l’obiettivo di ricercare, sperimentare e applicare le nuove tecnologie a tutto il settore. In primis, per combattere la contraffazione e aumentare la sostenibilità, ma anche per dare a ogni oggetto un’identità univoca che lo segua per tutta la vita.
«Creiamo un passaporto digitale per ogni prodotto, iniziando all’acquisto, con il certificato di autenticità e proseguendo con un token di tracciabilità che memorizza ogni momento della sua vita: ad esempio, una riparazione», spiega Carrere. Recentemente, è accaduto per Tod’s e la sua iconica Di Bag, che grazie all’identità digitale fornisce la certezza dell’originalità e tutte le informazioni sulla filiera, aprendo poi al cliente un mondo di benefit esclusivi. Per accedervi basta un cellulare. «Infine, grazie alle applicazioni possibili con il Web3 (il web basato sulla blockchain, ndr), miglioriamo l’esperienza del cliente. Ad esempio, nel passaporto digitale può essere inserita un’assicurazione, compresa o da attivare a scelta, che diventerà parte integrante del prodotto stesso».
Romain Carrere da settembre 2023 è ceo di Aura Blockchain Consortium, la realtà no profit che offre soluzioni tecnologiche all’avanguardia per monitorare la filiera e il ciclo di vita dei beni di lusso. ©Courtesy Aura Blockchain Consortium/ Liese Barbeau Cochet
Un servizio affascinante, anche se Carrere è convinto che sia il prodotto a guidare (e sempre lo sarà): «Per il cliente, la tecnologia deve rimanere nascosta, in filigrana. C’è, ma non si deve vedere, può solo essere utile». Una sorta di efficiente servitore invisibile che entra in azione quando è necessario. Il punto di vista dell’utilità si applica anche agli NFT, i Non Fungible Token che hanno invaso negli anni scorsi molti segmenti del mercato di fascia alta dall’arte alla moda, ai vini pregiati. Alcuni analisti già li considerano una bolla esplosa. Carrere non è di questa opinione: «In realtà si tratta di una tecnologia fondamentale: solo, non dovrebbero essere “vuoti” e creare speculazioni. Dovrebbero avere invece una funzione, un senso. Dare un valore aggiunto, come ad esempio creare un gemello digitale del capo o dell’oggetto, da conservare o scambiare. O aprire la porta a una membership esclusiva: io li vedo anche come la nuova versione dei programmi di fedeltà e affiliazione per i clienti». In che modo tutto questo porti ad essere più sostenibili non è immediatamente intellegibile. «Invece è semplice», dice. «Noi mettiamo a disposizione di ogni brand gli strumenti per comunicare e condividere le informazioni sulla sostenibilità di un prodotto, importantissime soprattutto per le generazioni più giovani di consumatori, che ne fanno uno dei criteri per decidere se acquistare o meno. Miu Miu, ad esempio, ha lanciato una collezione creata a partire dal denim recycled. Abbiamo caricato sulla blockchain tutte le informazioni su questi abiti preloved: come e dove sono stati prodotti, a partire da quali capi, con quale impatto ambientale. Queste informazioni sono a disposizione di chi acquista e seguiranno il capo per sempre, in modo trasparente».
Carrere è arrivato in Aura Blockchain in un momento in cui c’era la necessità di cambiare passo e ampliare il numero dei membri del consorzio: «Un lavoro lungo, perché anche solo per raccogliere tutte le informazioni di un’azienda, ci vuole tempo. Successivamente bisogna inserire le tag corrette di tracciabilità per ogni prodotto e, per far questo, serve modificare in parte i processi di produzione». Ecco perché la domanda sui suoi hobby e le passioni che coltiva nel tempo libero lo fa sorridere. «Al momento non ne ho nessuno, non ho tempo, ma non è un problema: ho la fortuna di amare ciò che faccio. Le mie priorità sono sul lavoro, l’obiettivo più importante è coinvolgere i brand e creare un nuovo standard globale per la tracciabilità del lusso». So che è un appassionato di cioccolato e che fa parte di un club di degustazione: mi conferma che è un vero cultore, ma ha smesso di partecipare agli incontri, almeno per ora. Quanto agli impegni familiari, ha delegato buona parte della gestione dei tre figli alla moglie giornalista: «Nella nostra vita insieme ci siamo sempre alternati: ci sono stati anni in cui la più impegnata era lei e io ho molto volentieri fatto il papà quasi full time. Ora le parti si sono invertite. Siamo entrambi molto flessibili!», racconta.
March 14, 2024 at 11:49AM