Ue, via libera all’accordo sulla direttiva imballaggi – Primaonline
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Le nuove norme sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi passano lo scoglio degli Stati Ue, con un ok all’unanimità dei 27 all’intesa con il Parlamento europeo raggiunta a inizio mese.
Restano tutte le ambizioni della proposta iniziale della Commissione per un calo importante dei rifiuti del packaging via via fino a ridurli del 15% nel 2040. Ma, spiega Ansa, le molte deroghe sul riuso e sui divieti alla plastica monouso, di fatto, scongiurano uno tsunami su vari comparti, soprattutto dell’agroalimentare.
“Abbiamo dimostrato che oggi a Bruxelles c’è un’Italia che non si arrende a soluzioni che penalizzano la nostra industria, ma che è capace di continuare a negoziare fino alla fine in maniera decisa, facendo valere la bontà dei propri argomenti, valorizzando le nostre eccellenze e riuscendo a modificare sostanzialmente il risultato finale”, il commento della premier Giorgia Meloni.
Una soddisfazione condivisa dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin e anche dagli eurodeputati del Pd.
Cosa prevede
Dall’obbligo del riuso, come chiesto dall’Italia, sono escluse bevande come latte, vino e altri alcolici. Si salva la busta di plastica con l’insalata lavata, sopravvivono piatti e vassoi monouso per il takeaway.
Ma sono banditi in osterie o fast food, salvo manchi l’acqua corrente (sì dunque a chioschi e chiringuitos). Bando al monouso per condimenti, zucchero o caffè, ma non se accompagnano cibi da asporto o servano a garantire sicurezza e igiene in case di cura e ospedali.
Addio del tutto invece ai flaconcini con sapone e shampoo negli alberghi.
L’intervento del Consiglio Ue al negoziato interistituzionale del cosiddetto trilogo è stato decisivo soprattutto sulle deroghe. Per esempio, circa il divieto della busta di plastica leggera monouso per frutta e verdura non processata sotto gli 1,5 chili, gli Stati potranno prevedere deroghe se serve a evitare perdita di umidità, di turgore, rischi microbiologici, shock fisici o ossidazione.
I target per aumentare il riuso degli imballaggi vedranno poi esenzioni quando uno Stato superi di 5 punti percentuali gli obiettivi di riciclaggio al 2025 e 5 punti ancora al 2030: cruciale in un Paese come l’Italia dove i tassi di riciclo sono alti.
“Il provvedimento salvaguarderà settori in cui le nostre aziende hanno accresciuto la riciclabilità degli imballaggi, in cui siamo all’avanguardia, come quello delle plastiche compostabili, o in cui esportiamo prodotti di eccellenza, come vini, spumanti, vermouth e distillati”, ha sottolineato Palazzo Chigi.
Nuove garanzie, intanto, emergono circa l’etichettatura dei vini: nelle norme sull’identificazione del codice QR è stato chiarito che non si chiederà che alla voce ‘ingredienti’ vadano aggiunte anche le ‘informazioni nutrizionali’, evitando il temuto rischio di sprecare etichette già stampate.
Criteri di sostenibilità
Dopo un sofferto negoziato è stato raggiunto in giornata anche uno storico accordo tra gli ambasciatori Ue sulla direttiva che introduce nuovi criteri di sostenibilità per le aziende europee chiamandole a rispondere su diritti dei lavoratori, umani e dell’impatto ambientale a livello globale, anche quanto ai loro partner e fornitori. L’Italia ha votato a favore, assieme ad esempio alla Francia. Mentre è rimasta fino alla fine l’astensione della Germania (con altri cinque, con due riserve di scrutinio).
L’intesa alza però molto le soglie di applicazione rispetto all’intesa di dicembre, cui erano seguite settimane di stallo: le regole saranno applicate alle società con 1.000 dipendenti (erano 500), con un fatturato globale di 450 milioni di euro (era 150 milioni).
Sono stati poi cancellati i settori ad alto rischio (ma c’è una clausola di revisione). Secondo i sindacati europei, quindi, al posto di 16mila imprese, la direttiva sulla ‘Corporate due diligence’ alla fine si applicherà solo a 7mila aziende.
March 16, 2024 at 09:58AM