Esg Risk, aziende private meglio che quotate – ET.Group powered by ETicaNews – ETicaNews
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Secondo l’analisi, le aziende dei mercati sviluppati gestiscono meglio delle controparti dei mercati emergenti il rischio Esg. Nel corso degli anni l’indicatore è diminuito in entrambe le regioni e, per quasi tutti i settori esaminati, i Paesi sviluppati hanno ottenuto risultati migliori
Le aziende dei mercati sviluppati gestiscono meglio delle controparti dei Paesi emergenti il rischio Esg. In entrambi i casi comunque si nota un miglioramento della gestione del rischio nel tempo. Attenzione però, perché ci sono differenze a seconda della loro dimensione e del settore di appartenenza.
Queste considerazioni emergono dal report di Morningstar Sustainalytics che analizza i punteggi di Risk Rating Esg delle aziende nei mercati emergenti e sviluppati dal 2018 al 2022.
AUMENTANO GLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI, SOPRATTUTTO NEI MERCATI EMERGENTI
Dal 2018 l’interesse per gli investimenti sostenibili è notevolmente cresciuto. Come evidenziato nel report (scarica il documento) Nei mercati sviluppati, gli asset in gestione (Aum) dei fondi sostenibili (azionari e obbligazionari) sono aumentati di oltre sei volte, passando da 321 miliardi di dollari nel 2018 a 2,15 trilioni di dollari nel 2022. Nello stesso periodo nei mercati emergenti, gli Aum sono cresciuti di quasi sette volte, passando da 23 miliardi di dollari nel 2018 a 164 miliardi di dollari nel 2022.
Nonostante il patrimonio investito in asset sostenibili sia più consistente nei mercati sviluppati che in quelli emergenti, il tasso di crescita dell’Aum è leggermente superiore per questi ultimi.
ESG RISK RATING
Tra gli indicatori Esg di Sustainalytics è disponibile l’Esg Risk Rating che misura i rischi Esg materiali che non sono stati gestiti da un’azienda. Il rating ha un approccio bidimensionale. La componente exposure misura l’esposizione di un’azienda ai rischi Esg, mentre la componente management valuta la gestione dei rischi Esg da parte dell’azienda (ad esempio attraverso iniziative adeguate). L’Esg Risk Rating è calcolato come differenza tra il punteggio complessivo di Esg Exposure di un’azienda e il Managed Risk score.
Gli score Esg Risk Rating variano da 0 a 100, dove 0 rappresenta il rischio Esg più basso (ossia non c’è nessun rischio Esg non gestito) e 100 quello più alto.
Dal lancio dei Sustainalytics Esg Risk Ratings nel 2018, il punteggio medio dell’Esg Risk Rating ha registrato una tendenza al ribasso, ossia le aziende dimostrano una migliore gestione del rischio Esg e un minor rischio Esg non gestito.
Questo vale sia nei mercati sviluppati sia nei mercati emergenti: i titoli dei mercati sviluppati hanno migliorato i loro score Esg Risk il cui valore medio è passato da 28,6 nel 2018 a 25 nel 2022 (è diminuito del 12,4%). Anche per i mercati emergenti il valore dell’indicatore si è ridotto passando da 31,7 nel 2018 a 29,6 nel 2022 (è diminuito del 6,1%).
QUANTO INCIDE LA CAPITALIZZAZIONE DI UN’AZIENDA
Il report di Sustainalytics evidenzia che le aziende a grande capitalizzazione hanno un Esg Risk più basso rispetto alle small cap, tuttavia il gap tra large e small cap è più significativo nei mercati sviluppati.
Questo potrebbe essere in parte spiegato dal fatto che «la regolamentazione richiede più risorse nei mercati sviluppati, e quindi solo le grandi aziende dispongono delle risorse finanziarie necessarie per rispondere a queste esigenze». Nel corso degli anni, la differenza tra small e large cap è rimasta stabile nei mercati sviluppati.
SOCIETÀ QUOTATE E PRIVATE
Confrontando la gestione del rischio Esg tra le società quotate in Borsa e di quelle del settore privato, i risultati evidenziano che, nel 2018 e nel 2019, le società quotate hanno ottenuto Esg Risk Rating più bassi rispetto alle società del settore privato nei mercati emergenti e sviluppati. In seguito, il divario si è ridotto sostanzialmente fino a diventare positivo.
I PAESI CHE SI DISTINGUONO
All’interno dei mercati sviluppati, l’Italia, l’Irlanda e la Spagna sono i Paesi che hanno registrato il miglioramento maggiore del loro rischio Esg (il loro Esg Risk Rating è diminuito rispettivamente di 6,7, 6,5 e 6,3 punti tra il 2018 e il 2022).
Tra i mercati emergenti Perù, Turchia ed Emirati Arabi Uniti mostrano i miglioramenti più evidenti (hanno ridotto lo score di 7,1, 6,5 e 5,9).
ANALISI PER SETTORE
A livello di settori, i mercati sviluppati sono migliorati più rapidamente di quelli emergenti per quanto riguarda i punteggi medi di valutazione del rischio Esg (vale per 9 settori su 11 analizzati). Due sono i settori in cui i mercati emergenti hanno ottenuto risultati migliori nel corso del periodo di analisi: gli Industriali e i beni di consumo discrezionali.
Interessante notare come Consumer Staples e Healthcare sono gli unici due settori in cui l’indicatore invece che diminuire è aumentato. Mentre per quanto riguarda il settore Energy, all’interno dei mercati sviluppati presentava un Risk Rating Esg medio elevato che in pochi anni si è ridotto fino a essere più basso anche di quello delle controparti dei mercati emergenti.
Noemi Primini
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March 19, 2024 at 08:12AM