“Dall’idrogeno verde mezzo milione di posti di lavoro, ma oggi siamo in ritardo” – Today.it

“Dall’idrogeno verde mezzo milione di posti di lavoro, ma oggi siamo in ritardo” – Today.it

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Se ne parla molto, ma forse non abbastanza. La produzione e distribuzione dell’idrogeno verde sarà una delle chiavi della decarbonizzazione della nostra industria, specie in quei settori definiti "Hard to abate" come nel caso degli altoforni usati per la siderurgia e per le alte temperature necessarie nei cementifici e nelle industrie del vetro e della ceramica. Per arrivare a questo obiettivo si sta dando fondo alle risorse del Pnrr e stanno già partendo i primi progetti, ma a che punto siamo? Ne abbiamo parlato con Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, la principale Associazione della filiera industriale nazionale dell’energia elettrica in Italia. 

Dottor Re Rebaudengo, siamo in ritardo rispetto agli altri paesi europei in questo settore? 

"Rispetto alle grandi economie europee, l’Italia non ha ancora finalizzato un ecosistema di norme e regole favorevoli allo sviluppo dell’idrogeno rinnovabile: ad esempio, la Francia, la Germania e la Spagna hanno una chiara strategia nazionale.​ Il nostro Paese ha adottato una serie di misure, dalle linee guida preliminari della strategia per l’idrogeno emanate nel 2020 ai bandi Pnrr, fino all’aggiornamento del target idrogeno nella bozza di Pniec (il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) ma manca ancora una vera e propria strategia nazionale. Ovvero l’unica misura che sarebbe capace di dare un quadro organico delle linee di sviluppo del settore, dei modelli di produzione previsti e del ruolo dell’Italia nello scenario internazionale".

Qual è la buona notizia? 

"La buona notizia è che nello scorso febbraio è stato istituito dal Mase (il ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica) un tavolo tecnico per contribuire alla stesura di questo piano nazionale al quale parteciperemo anche noi. Ci auguriamo che, in tempi brevi, si possa disporre di un assetto normativo definito e chiaro che favorisca sia la produzione di idrogeno sia il suo consumo. E che renda le risorse stanziate nel Pnrr una leva per gli investimenti privati nella sua filiera industriale, dando alle imprese una chiara direzione".

Che possibilità e potenzialità ci sono per lo sviluppo di questa filiera?

"L’Italia ha tutte le carte in regola per raggiungere un solido posizionamento industriale nell’idrogeno. Secondo uno studio di Cassa Deposti e Prestiti, pubblicato a febbraio 2024, abbiamo diversi punti di forza, tra cui un sistema manifatturiero ai primi posti in Europa per produzione di tecnologie termiche e meccaniche convertibili a questo vettore. Quindi le potenzialità di sviluppo della filiera dell’idrogeno in Italia sono notevoli, ma per concretizzarle è necessario superare alcune criticità".

Quali sono queste criticità? 

"In primis c’è il problema dei costi, legati anche a dinamiche di economia di scala degli impianti. Ma non solo: la larga diffusione dell’idrogeno sostenibile, e di conseguenza la discesa dei suoi costi, dipende anche dalla possibilità di disporre di un quadro di norme favorevoli". 

L’idrogeno verde costituisce un volano di crescita anche per il Sud? E se sì, perché?

"Oltre il 50% dei 500 milioni di euro stanziati nel Pnrr per realizzare le Hydrogen Valley è destinato a finanziare progetti di idrogeno verde nel nostro meridione, anche riqualificando aree industriali dismesse. Dei 52 progetti per la realizzazione di hub per la produzione di idrogeno verde infatti, 28 sono nelle Regioni del Mezzogiorno, e, come spiega Il Sole 24 Ore, gli investimenti più ingenti sono concentrati in Campania (6 progetti finanziati), Puglia (5) e Sicilia (4). La transizione energetica apre grandi opportunità per la competitività industriale.  Il ‘Piano elettrico 2030’ elaborato da Elettricità Futura prevede oltre mezzo milione di nuovi posti di lavoro e 320 miliardi di investimenti in Italia.

Le regioni che ospiteranno i nuovi progetti di energia rinnovabile e di idrogeno porteranno sul territorio investimenti e nuovi posti di lavoro. Per farlo bisogna superare i dinieghi autorizzativi che ancora troppo spesso bloccano le nuove iniziative a livello regionale. Bisogna rimboccarsi le maniche per attirare nuovi investimenti e accelerare il rilascio delle autorizzazioni".

March 24, 2024 at 05:13AM

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