Transizione: il 70% delle aziende in UE non investe abbastanza – ESGNews.it
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Gli investimenti in transizione delle aziende europee sono troppo bassi. Il 70% delle aziende europee dedica meno di un quarto delle proprie spese in conto capitale (CapEx) a progetti in linea con il proprio piano di transizione. Solo un’azienda europea su cinque sta apportando i cambiamenti sostanziali necessari per passare a un modello di business più verde, sebbene più della metà riferisca di avere messo in atto piani di transizione climatica. È quanto emerge dalla ricerca Get the money moving to drive the climate transition di Carbon Disclosure Project (CDP), organizzazione internazionale indipendente no profit specializzata nella rendicontazione ambientale e nella valutazione delle performance e delle strategie sul clima, e Oliver Wyman.
I risultati dello studio, che analizza le risposte di oltre 1.600 aziende europee che divulgano informazioni tramite CDP e rappresentano l’89% della capitalizzazione di mercato europeo, sono l’ennesimo segnale di una profonda discrepanza tra quello che le imprese affermano di voler fare per diventare più sostenibili e ciò che poi mettono effettivamente in pratica.
Attraverso l’analisi di fattori critici per le aziende come gli investimenti di capitale, lo sviluppo di nuovi prodotti e la gestione della catena di fornitura, il report mostra come se da un lato le società hanno raggiunto diversi progressi nella riduzione delle emissioni negli ultimi quattro anni, dall’altro esistono ancora dei limiti sostanziali nell’implementazione dei piani di transizione e nel determinare un cambiamento reale nei modelli di business. In tutta l’UE, infatti, ad aver fatto progressi sostanziali è appena il 21% delle imprese esaminate, mentre il 52% è riuscita a portarne a termine soltanto in modo “limitato”.
Progressi verso un modello di business verde in Europa (distribuzione in percentuale, %)
E in Italia la situazione non è certo migliore, con il 60% delle società che ha compiuto progressi limitati e solo il 20% che ne ha conseguito di sostanziali.
Progressi verso un modello di business verde in Italia (distribuzione in percentuale, %)
Gli investimenti sono la chiave della transizione
Ciò che CDP e Oliver Wyman sottolineano nel rapporto è l’importante ruolo dei livelli di investimento di capitale per determinare se un’azienda può portare avanti i propri impegni legati alla sostenibilità. Quindi, il fatto che il 70% delle aziende europee che divulgano informazioni tramite CDP abbiano dedicato meno di un quarto delle proprie spese in conto capitale (CapEx) a progetti in linea con il proprio piano di transizione o con una tassonomia di finanza sostenibile, è un campanello d’allarme. In alcuni casi, l’accesso ai finanziamenti è parte della sfida, almeno per un terzo delle aziende che comunicano tramite Carbon Disclosure Project, soprattutto quelle che emettono di più.
Spese in conto capitale finalizzate al raggiungimento di modelli di business sostenibili delle aziende UE (distribuzione in percentuale, %)
Spese in conto capitale finalizzate al raggiungimento di modelli di business sostenibili delle aziende italiane (distribuzione in percentuale, %)
Un vincolo comune per aziende e istituti finanziari che i relatori del report riscontrano è che i modelli di business green rimangono meno attraenti dal punto di vista commerciale rispetto ai modelli esistenti che cercano di sostituire. In molti settori, la politica governativa non ha ancora modificato il panorama economico in maniera sufficientemente decisiva a favore di prodotti e servizi più ecologici. Allo stesso tempo, in molti settori, la domanda di prodotti “verdi” o la disponibilità a pagare un premio per tali prodotti è ancora limitata. Un problema soprattutto europeo, secondo CDP e Oliver Wyman: “si teme che, mentre l’Europa ha aperto la strada in molti aspetti della regolamentazione e della politica climatica, altre regioni hanno intrapreso azioni più coraggiose utilizzando incentivi e politiche industriali per attrarre capitali di investimento e creare vantaggi competitivi in settori strategicamente importanti dell’economia verde”, si legge nel report.
I settori che offrono più opportunità per la decarbonizzazione
Se si guarda ai settori in cui le imprese hanno conseguito obiettivi più concreti nell’attuazione delle proprie strategie di sostenibilità, si osserva che i servizi legati all’elettricità, l’acciaio e i trasporti sono all’avanguardia nel colmare il divario di attuazione. I tre settori, infatti, stanno investendo oltre il 50% del CapEx destinato a iniziative ecologiche.
Elettricità, acciaio e trasporti settori all’avanguardia (distribuzione in percentuale, %)
Tuttavia, sono evidenti alcune importanti lacune in tutti e tre gli ambiti.
Innanzitutto, per quanto riguarda il settore dei servizi per l’elettricità, entro il 2030, le aziende elettriche potrebbero venir meno di 285 miliardi di euro rispetto agli investimenti CapEx richiesti nelle energie rinnovabili e al potenziamento della rete per favorire l’elettrificazione e la decarbonizzazione dei trasporti e dell’industria pesante.
Investimenti di capitale necessari rispetto agli investimenti effettuati
In secondo luogo, per quanto riguarda la lacuna del settore dell’acciaio, i ricavi derivanti dai prodotti ecologici rappresentano solo il 22% delle vendite totali.
Ricavi derivanti dai prodotti a basse emissioni di carbonio in Europa (distribuzione in percentuale, %)
Ricavi derivanti dai prodotti a basse emissioni di carbonio in Italia (distribuzione in percentuale, %)
I ricavi esigui dei prodotti ecologici porteranno, si evidenzia nel report, a una riduzione della produzione di acciaio sostenibile fino a 18 milioni di tonnellate, ovvero il 31%, entro il 2035.
La carenza di 18 milioni di tonnellate di acciaio sostenibile entro il 2035
La criticità del settore dei trasporti, invece, è che gran parte (90%) dell’impronta di carbonio dell’industria automobilistica è costituita dalle emissioni Scope 3, cioè quelle provenienti dalla catena di fornitura e dagli utenti finali. Eppure solo l’11% delle aziende garantisce che oltre il 25% dei propri fornitori soddisfi i requisiti legati al clima.
Le emissioni Scope 3 rappresentano il grande ostacolo del settore automobilistico, ma i progressi sono scarsi
Sbloccare più investimenti per iniziative verdi
Per indirizzare sempre più risorse alle iniziative sostenibili, due terzi degli istituti finanziari che divulgano informazioni tramite CDP affermano che stanno adottando misure attive per allineare i propri portafogli a un percorso di emissioni che limiti l’aumento della temperatura della Terra a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
Allineare i portafogli significa per gli istituti finanziari, oltre ad adottare politiche di engagement, selezionare in modo accurato le imprese più allineate all’obiettivo di Parigi di un riscaldamento di 1,5°C, valutando i piani di transizione dei clienti come parte dei processi di prestito e investimento. I più attenti al momento sono gli asset owner, seguiti dagli asset manager e dalle compagnie di assicurazione.
La maggior parte delle società di servizi finanziari sta valutando se le aziende sono allineate con 1,5°C (numero e percentuale di aziende)
March 28, 2024 at 09:38AM