Cambiamento climatico e sport invernali? “Troppe gare e interessi economici”. Parla il campione Gustav Thoeni. E … – MOW

Cambiamento climatico e sport invernali? “Troppe gare e interessi economici”. Parla il campione Gustav Thoeni. E … – MOW

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In apertura della stagione, a Cervinia, sono state diffuse queste fotografie delle ruspe che tritavano il ghiacciaio per preparare le piste, facendo cominciare il tutto tra le polemiche. Lei cosa ne pensa?

Io conosco un po’ la montagna, e soprattutto a quelle quote, di oltre 3.000 metri, è già un grosso rischio quello di fare una gara nel mese di novembre, perché il tempo non è favorevole, e difficilmente si riesce a concludere qualcosa, tra vento e tempeste. Poi, certo, per fare una gara bisogna preparare le piste, quello lo stanno facendo un po’ ovunque. Il punto è che a novembre, a quasi 4.000 metri, è un rischio a prescindere.

In effetti proprio una delle richieste del centinaio di sciatori che hanno scritto una lettera alla FIS, era quella di spostare le gare almeno da fine novembre fino a metà aprile. Le sembra una cosa ragionevole?

Di solito si scia in primavera tutto marzo, anche fino a metà aprile Il tempo di solito è migliore, è più sicuro, si possono fare anche bellissime gare. Ma il tempo è sempre la lotteria, ovunque, anche in basso. La Coppa del Mondo era nata un po’ con quella filosofia di arrivare fino a metà marzo, prima che inizino le gare di ciclismo, l’automobilismo e tutto il resto.

Sì, c’è il rischio che il cambiamento climatico vada a spostare un po’ tutto, insomma.

Sì, certo, ma poi hanno cambiato un po’ tutto. Sono andati a fare le prime gare in America, ma quest’anno sono stati anche sfortunati, perché di solito in Canada, o a Beaver Creek, le gare si fanno sempre regolarmente, senza alcun problema.

Sì, sono più preoccupanti magari dal punto di vista climatico. Ho letto che è stata cancellata una gara a Chamonix per il caldo, quello forse fa più strano.

Più strano, sì. Quest’anno ho visto che anche qui da noi, a gennaio, intorno ai millecinque si è messo a piovere. Di solito da noi la neve arriva a fine novembre, dicembre, ed è sempre rimasta fino a metà marzo. Quest’anno ne abbiamo ancora tantissima, e siamo a fine marzo.

Nella lettera gli sciatori insistono anche sui danni all’ambiente provocati dai continui spostamenti provocati dall’organizzazione del calendario. C’è una gara ad Aspen e una a Beaver Creek, quaranta chilometri di distanza, che sono messe lontane in calendario, quando basterebbe metterle vicine per provocare un po’ meno danni all’ambiente, tra emissioni di carbonio e tutto il resto.

Sicuramente quest’anno sono andati avanti e indietro tantissimo. Quando correvo io, cinquant’anni fa, ma anche nel periodo in cui ero con Alberto Tomba, negli anni Ottanta, chiedevamo già di cercare di fare meno chilometri, ottimizzando gli spostamenti. Si tratta di un problema già presente negli anni Settanta, e che ora forse è peggiorato. Ci sono richieste su richieste, da parte di tutte le nazioni, dalla Cina all’Italia.

Ci sono quindi motivazioni economiche, più che altro.

Sì, tutti vogliono fare queste gare, perciò non è facile fare un calendario. Poi alla fine le gare diventano tante, come quest’anno, nel terzo periodo di gennaio. C’erano un sacco di gare, una dietro l’altra, e per i ragazzi è diventato abbastanza faticoso.

Rispetto ai tempi in cui lei sciava?

Allora c’erano molte meno gare, rispetto ad ora. Poi adesso, con le combinate, il numero è aumentato ulteriormente.

Ma c’è anche il rischio poi che i risultati delle gare vengano falsati dalle condizioni della pista?

No, in quel senso adesso stanno molto attenti, per quello che ho visto, le piste quasi sempre sono molto a posto. Può capitare ogni tanto, ma di solito le piste sono molto buone. Quando il miglior tempo parte per il trentesimo, le piste sono spesso ancora molto buone. Una volta era molto diverso. Parlo di 50 anni fa, ma anche nel periodo di Alberto Tomba le piste non erano ancora ben preparate nella maniera in cui lo sono adesso.

Come vede lo sci oggi? Chi è il migliore?

Il migliore che abbiamo visto quest’anno, non è difficile dirlo, è Marco Odermatt. Al momento è come lo era una volta Stenmark.

March 30, 2024 at 11:37AM

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