La crociata green invade la libertà – ilGiornale.it
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Mentre sul Time un docente auspica, a parole, che il mondo prenda esempio dalla Cina per combattere il cambiamento climatico, in Canada si discute il bill C-372, la cosiddetta proposta di «legge sulla pubblicità dei combustibili fossili». Anche se sembra salvaguardare l’arte e coscienza degli artisti, così come le opinioni personali, in realtà impallina il libero mercato su due livelli, quello della pubblicità del produttore e quello della promozione individuale, anche a titolo gratuito, di prodotti legati al mondo dei combustibili fossili. Non si potranno pubblicizzare prodotti e servizi, per esempio, pretendendo di far credere ai cittadini che questo
possa fare bene all’ambiente, alla salute dei canadesi o ai rapporti tra popolazioni indigene e «conquistatori» (dal momento che Trudeau sembra ancora considerarsi un colonizzatore del regno di Francia). In altre parole, non dovrebbe essere possibile pubblicizzare in modo positivo i propri prodotti, dunque non dovrebbe essere possibile pubblicizzarli affatto. Tranne in qualche eccezione. Infatti sarà possibile ammettere la pubblicità, altrimenti vietata da questa legge, nel caso in cui il governatore in Consiglio ne autorizzi l’uso per sponsorizzare «attività culturali o comunitarie, compresi eventi sportivi». Perché in questo caso il clima non dovrebbe soffrirne? Non è tutto. Tra le premesse per la legge c’è anche il numero di incendi del 2023, fenomeno che tuttavia
non dovrebbe essere considerato come indicatore del cambiamento climatico (lo dice l’Ipcc).
Non serve, evidentemente, negare l’impatto dei combustibili fossili per criticare questa legge (soprattutto conoscendo le alternative). Tra motivi insensati e doppi standard la domanda è una sola: cosa si vuole combattere, la crisi climatica o la libertà individuale?
March 30, 2024 at 10:29AM