Il progetto per salvare la birra dagli effetti del cambiamento climatico – Libero Tecnologia

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SCIENZA

Il progetto per salvare la birra dagli effetti del cambiamento climatico

Dal Regno Unito arriva un interessante progetto per salvare la birra dagli effetti negativi del cambiamento climatico, che influenzano la sua qualità: ecco di cosa si tratta.



Foto di Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrivo da quando ne ho memoria. Curiosa per natura, mi piace tenermi informata su ciò che accade intorno a me, dedicando tanto tempo alla lettura (meglio se su carta).








Godersi una bella birra fresca non è solo un piacere, bensì una vera e propria tradizione per molti Paesi – come la Germania e l’Irlanda. Purtroppo, in un futuro non troppo lontano vedremo pian piano scomparire la qualità di questo nettare ambrato: la colpa è, ancora una volta, del cambiamento climatico. In che modo ciò influisce sulla produzione di birra? E, soprattutto, in cosa consiste l’interessante progetto inglese per salvarla? Scopriamolo insieme.

La birra è in pericolo: cosa sta succedendo

Il riscaldamento globale ha numerose conseguenze negative che, ormai, sono sotto gli occhi di tutti: dallo scioglimento dei ghiacciai all’aumento delle temperature, non è possibile fingere che non stia succedendo qualcosa di grave. Anche i cicli naturali delle stagioni stanno subendo un vero e proprio cataclisma – basti pensare all’inverno caldissimo che abbiamo appena vissuto, e alla primavera arrivata con largo anticipo. Come può tutto ciò non influire sull’agricoltura? Purtroppo, almeno per i tantissimi estimatori della birra in tutto il mondo, anche il luppolo soffre gli effetti del cambiamento climatico.

Sono già molti anni che i coltivatori di luppolo parlano di quantità sempre più carenti e di una qualità in continuo calo. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, entro il 2050 vedremo diminuire la sua resa del 18%, mentre il contenuto di acidi alfa (i quali sono responsabili del sapore amaro della birra) si ridurranno fino al 31%. Il fatto è che il caldo e il clima secco fanno maturare più velocemente il luppolo, e ciò compromette le caratteristiche organolettiche del prodotto finale. La crisi climatica e la diminuzione delle precipitazioni sono poi causa del calo nella produzione di orzo, anch’esso ingrediente fondamentale per la birra.

Il progetto per salvare la birra

Cosa possiamo fare per invertire la rotta e tornare ad avere una birra di qualità? L’idea arriva dal Regno Unito, dove alcuni scienziati hanno iniziato a collaborare con l’industria della birra per trovare una soluzione al problema del cambiamento climatico e delle sue conseguenze negative sull’agricoltura. L’obiettivo è quello di isolare i geni del luppolo, per produrre varietà più resistenti alle attuali condizioni climatiche, come le temperature più alte e la siccità. La ricerca è guidata dalla dottoressa Helen Cockerton, dell’Università del Kent.

Come prima cosa, i ricercatori analizzeranno il codice genetico di centinaia di piante diverse, resistenti al caldo e al clima secco. In seguito, cercheranno di incrociare queste varietà con le piante di luppolo utilizzate nella produzione di birra. Ci sarà l’occasione per individuare anche i geni responsabili di sapori particolari, che un giorno potranno diventare molto apprezzati tra gli amanti della birra: “I birrai vogliono una bevanda dal buon sapore, ma i coltivatori sono più interessati ad avere piante in grado di produrre buoni raccolti. Il nostro obiettivo è fornire informazioni per fare entrambe le cose” – ha spiegato la dottoressa Cockerton.

Il progetto fa parte di un’iniziativa più ampia, finanziata dal Dipartimento per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali (Defra), per rendere la produzione alimentare britannica a prova delle numerose sfide – come il cambiamento climatico – che dovrà affrontare in futuro. “Continueremo a fornire opportunità, finanziamenti e sostegno per consentire ai produttori di birra di mettere l’innovazione al centro delle moderne pratiche agricole” – ha affermato Mark Spencer, ministro inglese dell’agricoltura.

April 1, 2024 at 09:31AM

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