L’idrogeno non decolla, produzione bassa, costi alti: si muove la Francia – FIRSTonline

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La discussione sull’idrogeno green non si ferma: la Francia lancia l’idea della fonte pulita ricavata con l’energia nucleare. Contraria la Germania

L’idrogeno non decolla, produzione bassa, costi alti: si muove la Francia

La Francia si batterà affinché l’idrogeno verde prodotto con l’elettricità da nucleare venga classificato come a basse emissioni di carbonio. Una novità tecnologica che incontra, però, l’opposizione della Germania: paese amico e competitor. L’Europa a idrogeno può aspettare che arrivi la prossima Commissione dopo il voto di giugno. Ricapitoliamo.

La discussione sulle fonti da utilizzare è ripartita dopo la pubblicazione di un report della Cea, l’Agenzia federale dell’energia americana, che mortifica i piani dell’oggetto di desiderio green dell’Europa. I milioni di euro destinati all’idrogeno dal piano di transizione sono sprecati? Se non è così, il quadro che sta emergendo con l’addio (?) della coalizione multicolore di Bruxelles è abbastanza traballante.

Il quotidiano francese Le Figaro ha ripreso il report CEA e riconosciuto che la domanda di idrogeno sarà di 2,5 milioni di tonnellate nel 2030 e 9 milioni nel 2040. Dunque, molto bassa. “Ciò mostra un forte rischio di non raggiungere gli obiettivi a livello europeo”, scrivono gli autori del report. Detto diversamente ,Ursula von der Leyen è rimandata. E un difetto della strategia globale Ue è stato il vulnus per produrre la fonte.

Idrogeno, obiettivo: abbassare i costi di produzione

La crescita è lenta perché di idrogeno verde se ne produce poco. La battaglia che i francesi intendono combattere parte proprio dalla necessità di produrne anche con sistemi ad energia nucleare. Il governo è pronto e sarebbe un’altra rivoluzione vendere idrogeno non caro, ottenuto con apparecchiature alimentate dal nucleare. Il sistema più efficace è l’elettrolisi. Di elettrilizzatori piccoli ce ne sono molti, di grandi, invece, ce sono pochi.

Il report è realistico? In parte sì, per l’aspetto dei costi di produzione alti. Però, se ci si mette d’accordo sull’accesso a tutte le fonti energetiche a basse emissioni di carbonio (nucleare incluso) per generare H2O, il costo scende.

Altro punto aperto è “un quadro troppo poco favorevole” all’impiego della fonte, scrive Le Figaro. Si litiga su norme e sistemi di agevolazione. La ricerca scientifica non si ferma pur di conseguire risultati non onerosi. Nonostante ciò, ArcelorMittal, girante dell’acciaio, investirà 1,8 miliardi di euro nello stabilimento di Dunkerque per decarbonizzarlo. È evidente che sa quello che fa utilizzando idrogeno per le sue produzioni.

Nato a Pomigliano d’Arco (NA) è laureato in Scienze Politiche. Giornalista, ha iniziato l’attività negli anni ’80. Ha lavorato per l’Unità, Paese Sera, Il Mattino, Libero, Il Denaro, il Riformista, EspressoSud. Nella lunga carriera si è occupato di energia, ambiente, economia, Mezzogiorno. È stato direttore di periodici locali ed account manager in Eni e Italgas SpA. È stato membro eletto di Comitati paritetici, Commissioni di energia, ambiente, sviluppo industriale. Già consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e della Federazione Relazioni Pubbliche (Ferpi) è membro della Federazione Italiana Media Ambientali (FIMA) e della Free Lance International Press (Flip). E’ autore di “Mezzogiorno in bianco e nero“ (Edizioni Orizzonti Meridionali). Ha vinto il Premio giornalistico “Calabria ‘79” e il Premio "Nadia Toffa" edizione 2022. Scrive per FIRSTonline e collabora con HumaneWorldMagazine, ItaliaNotizie24 e TuttiEuropaVentitrenta.

April 2, 2024 at 07:48AM

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