Innovazione e sostenibilità: ecco i 30 vincitori dei bandi di Roche per la ricerca – AboutPharma

Innovazione e sostenibilità: ecco i 30 vincitori dei bandi di Roche per la ricerca – AboutPharma

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Trenta vincitori per un investimento totale di 940 mila euro. È l’esito dell’edizione 2023 di tre bandi  per la ricerca promossi da Roche e Fondazione Roche.

“La nostra missione è lavorare oggi su ciò di cui i pazienti avranno bisogno domani – ha commentato Anna Maria Porrini, Direttore Medical Affairs & Clinical Operations in Roche Italia – In queste parole c’è l’essenza del nostro impegno quotidiano, fatto da una parte di innovazione, sia essa terapeutica o di servizi, e dall’altra di collaborazione con tutta la rete di interlocutori dell’ecosistema. Queste sono le fondamenta sulle quali costruire per affrontare le sfide di salute dei nostri tempi e per creare beneficio ai pazienti e alle loro famiglie nell’ottica della sostenibilità. Come Roche, lavoriamo da sempre su questi fronti e i bandi sono uno dei modi che abbiamo per rendere concreto questo impegno”.

Per la selezione e la valutazione dei progetti si avvalgono della collaborazione di tre partner esterni e indipendenti: Fondazione Gimbe per il bando Roche in ricerca clinica, Fondazione Sodalitas per i progetti in sclerosi multipla e Springer Nature per il bando dedicato alla ricerca indipendente.

La nuova edizione dei bandi

Roche Italia e Fondazione Roche hanno, inoltre, rinnovato il proprio impegno lanciando la nuova edizione dei bandi in ricerca clinica e ricerca indipendente: un investimento di 210mila destinato al bando “Roche per la ricerca clinica” per 7 progetti presentabili online fino al 6 settembre 2024 da enti che identifichino altrettante posizioni di data manager o infermieri di ricerca; un finanziamento di 350mila euro per il bando “Fondazione Roche per la ricerca indipendente” per finanziare 7 progetti di ricerca indipendente svolta da ricercatori under 40, che potranno essere candidati online fino al 31 luglio 2024.

 I vincitori del 2023: ricerca indipendente

Si tratta di otto ricercatori under 40 per il bando “Fondazione Roche per la ricerca indipendente” per un investimento totale di 400mila euro. I vincitori (e relativi borsisti) che svolgeranno dodici mesi di attività di ricerca. Ecco chi sono.

Maria Cristina Bisi (UniBologna): Lo scopo del progetto Pre-move è fornire una soluzione per il monitoraggio e l’interpretazione della traiettoria di sviluppo neuro-motorio dei neonati prematuri, grazie all’utilizzo di tecnologie discrete. Attraverso la strumentazione di test per la valutazione del movimento del bambino con video e/o sensori indossabili, Pre-move fornirà descrittori quantitativi e interpretativi dello sviluppo neuro-motorio. Questi descrittori serviranno come biomarcatori di rischio di disturbi del neuro-sviluppo dalla nascita ai 18 mesi.

Tizibt Ashine Bogale (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS / Università di Brescia): il progetto di ricerca ambisce a chiarire il ruolo di alfa-sinucleina (aSyn) negli eventi di riparazione vascolare dopo un ictus ischemico. Per realizzare questo obiettivo, indagheremo se l’assenza di aSyn attenui le disfunzioni microvascolari che seguono il danno acuto primario e se questo sia associato all’accumulo di aSyn extracellulare in forme tossiche. L’obiettivo finale del progetto è di proporre la proteina aSyn come un bersaglio terapeutico nella fase post-acuta dell’ictus ischemico, dove le opzioni di trattamento sono limitate.

 Rossella Di Sapia (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN) IRCCS): l’emorragia subaracnoidea (ESA) colpisce 10/100.000 persone ogni anno con un tasso di mortalità pari al 50%. La qualità di vita di chi sopravvive all’ESA è compromessa dalla comparsa di deficits motori e/o cognitivi, stati ansiosi ed epilessia. Scoprire i meccanismi alla base delle conseguenze neurologiche post- ESA ha un risvolto clinico importante vista la mancanza di terapie preventive. Il progetto prevede la caratterizzazione di un modello murino di ESA dove studiare i meccanismi patogenici, identificare biomarcatori della progressione del danno cerebrale acuto e trovare nuovi targets terapeutici.

Roberta Gualtierotti (Fondazione IRCCS Ca’Granda Ospedale Maggiore Policlinico – Fondazione Luigi Villa): la sfida è comprendere le differenze biologiche e immunologiche nei pazienti affetti da emofilia A grave con inibitore persistente, transitorio e senza inibitore diretto contro il fattore VIII della coagulazione (FVIII). L’obiettivo è quello di individuare nuovi bersagli terapeutici con l’obiettivo di prevenire lo sviluppo di inibitore o favorirne la remissione, acquisendo informazioni su pathway cellulari e specifiche sottopopolazioni cellulari coinvolte nelle diverse risposte immunologiche all’esposizione al FVIII.

Francesca Nazio (Università di Roma Tor Vergata): il medulloblastoma è un tumore cerebrale pediatrico ancora difficile da curare e spesso refrattario alle terapie convenzionali quali chemioterapia e radioterapia. In questo progetto ci proponiamo di identificare nuove strategie terapeutiche basate sul potenziamento del sistema immunitario, in particolar modo di sfruttare le capacità citotossiche delle cellule Natural Killer.

 Riccardo Reale (IIT Roma – Istituto Italiano di Tecnologia): il progetto prevede lo sviluppo di un Microfluidic Scanning Flow Cytometer (SFC) per analizzare il sangue dei pazienti affetti da tumori liquidi e quantificare la Malattia Minima Residua. Sfruttando un approccio di intelligenza artificiale, lo strumento rappresenta una soluzione integrata per il monitoraggio frequente e cost-effective dei pazienti, garantendo una diagnosi precoce dei casi di ricaduta e permettendo di guidare il loro trattamento farmacologico, migliorando così la loro aspettativa e la qualità della vita.

Andrew Smith (Università Milano Bicocca): il progetto sfrutterà tecnologie multi-omiche guidate dalla spettrometria di massa imaging a singola cellula per caratterizzare in che modo le cellule tumorali di carcinoma renale a cellule chiare (ccRCC) e le cellule immunitarie influenzano reciprocamente il loro fenotipo lipidico. A tal fine, le interazioni che avvengono tra questi tipi cellulari saranno studiate per chiarire quali sono i meccanismi molecolari che portano l’ambiente tumorale ad essere altamente immunogenico e che potrebbero essere sfruttati per migliorare la risposta all’immunoterapia.

Francesca Vacca (IIT Genova – Center for Synaptic Neuroscience and Technology (NSYN), Neuroscience and smart materials): LTVision svilupperà un dispositivo di prostetica retinica basato sull’attivazione della funzionalità neuronale residua mediante rilascio a lungo termine di neurotrasmettitore, in modelli animali di Retinite pigmentosa, caratterizzati dall’assenza di fotorecettori. Il dispositivo è stato progettato per emulare morfologicamente e funzionalmente l’input luce-dipendente dei fotorecettori. Il risultato di LTVision consisterà nello sviluppo di una sinapsi chimica ibrida attivata dalla luce per il recupero delle funzioni visive ponendo le basi per studi clinici in pazienti con degenerazioni retiniche.

Ricerca clinica a supporto della sclerosi multipla

 Sono dodici invece i progetti vincitori del bando “Roche per i servizi – A supporto di soluzioni innovative per la Sclerosi Multipla”, che si avvale del patrocinio di Aism – Associazione italiana sclerosi multipla. Di seguito l’elenco completo.

Massimo Calabrese (Università di Verona – Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento):l’incremento vertiginoso della Sclerosi Multipla assieme alla scarsità di risorse in termini di personale sta incrinando il rapporto medico/paziente, cruciale per ogni successo terapeutico, che diventa difficile già in presenza ma quasi impossibile in remoto. Il progetto è volto a migliorare le comunicazioni da remoto tra paziente e centro SM creando un portale web basato su IA che organizzi le richieste in termini di argomento e gravità, metta in contatto il paziente con le persone giuste all’interno del Centro e fornisca al contempo all’equipe medica tutti gli elementi per poter rispondere in maniera rapida, efficace e col minor dispendio possibile di risorse.

Vincenzo Dattola (Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria): alcune terapie per la sclerosi multipla sono sostenute da app dedicate a ricordare al paziente gli appuntamenti per la terapia e gli esami da effettuare. Tuttavia, le funzionalità sono limitate e spesso dispersive. Il presente progetto si propone di realizzare un’unica app per tutti i farmaci, di implementare numerose funzionalità e di consentire un contatto con lo specialista. Attraverso la presente app sarà, inoltre, possibile effettuare una valutazione e un training neuro-cognitivo con tutor qualificato.

Massimo Filippi (IRCCS Ospedale San Raffaele): Il progetto intende riorganizzare la presa in carico del paziente all’interno del Centro Sclerosi Multipla, con una particolare attenzione a quelle persone con SM che affrontano il momento del cambio di terapia e si trovano a dover iniziare un trattamento ad elevata efficacia. Attraverso l’implementazione di una figura dedicata, che possa effettuare attività di counselling e guidare il paziente nella comprensione e organizzazione degli esami preliminari al cambio di trattamento, questo progetto ha l’obiettivo di facilitare lo switch terapeutico, riducendo il burden per il paziente e le distanze tra setting ospedaliero e territorio, e favorendo l’empowerment del paziente stesso.

Antonio Gallo (Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli): Il nostro progetto consiste nella realizzazione di una Web App che supporti il team del Centro Sclerosi Multipla (Csm) nella gestione quotidiana dei pazienti trattati con farmaci infusivi/iniettivi ad alta efficacia, permettendo una uniforme e dettagliata raccolta dati, nonché la rapida ed efficiente condivisione dei medesimi con tutto il team, permettendo un ottimale monitoraggio (anche attraverso la generazione di tabelle e grafici) dei parametri sicurezza e di risposta al trattamento.

Stefano Gelibter (Grande Ospedale Metropolitano Niguarda): il progetto mira a prendere in carico la fatica cognitiva (FC), un sintomo spesso trascurato ma impattante sulla qualità di vita delle persone con sclerosi multipla (SM). Dopo un ampio screening che individuerà le persone con FC, tramite scale e valutazioni neuropsicologiche valuteremo l’associazione tra FC e specifici deficit cognitivi. Seguirà un training riabilitativo mirato, finalizzato a migliorare la percezione della FC e con essa la qualità di vita delle persone con SM.

Caterina Lapucci (IRCCS Ospedale Policlinico San Martino): il progetto è focalizzato sul tema “SM, terapie e screening oncologico”. Accanto ad una sezione informativa rivolta al paziente, dove verranno elucidati gli screening consigliati per età e specifici per terapia per SM, è prevista una sezione dedicata ai medici di medicina generale per ottenere una sensibilizzazione capillare sull’argomento. In casi selezionati, il paziente verrà indirizzato a visite/esami strumentali specialistici e sarà creato un canale diretto per i pazienti con elevato grado di disabilità.

Massimiliano Mirabella (IRCCS Fondazione Policlinico Università Agostino Gemelli): il percorso formativo della dott.ssa Eleonora Tavazzi è iniziato presso il centro Sclerosi Multipla della Fondazione Mondino IRCCS ed ha compreso anche periodi negli USA, dove si è appassionata all’applicazione della risonanza magnetica avanzata nello studio dei meccanismi patogenetici di Sm. Tavazzi lavora attualmente presso la Fondazione Mondino IRCCS, con ruolo sia nell’attività assistenziale che su progetti di ricerca volti ad approfondire la conoscenza della Sm.

Marco Puthenparampil (Università degli Studi di Padova Ente Dipartimento in Neuroscienze): il progetto si propone di identificare specialisti di riferimento (neurologo, neuropsicologo, e nuroftalmologo) al fine di garantire il corretto follow-up dei pazienti affetti da Sclerosi Multipla in un’unica valutazione multidisciplinare. L’obiettivo è fare in modo che il paziente si trovi al centro di un percorso di monitoraggio clinico e strumentale disegnato dal centro, integrando il paziente stesso all’interno del Team che lo prende in carico.

 Sabrina Realmuto (AOOR Villa Sofia – Cervello Palermo): l’identificazione dei deficit di cognizione sociale, ossia a carico dei processi di pianificazione comportamentale ed elaborazione degli stimoli socio-affettivi, riveste un ruolo di primaria importanza. L’obiettivo generale del progetto è di creare un percorso diagnostico-riabilitativo individualizzato per il precoce riconoscimento e trattamento dei DC, con particolare attenzione al deficit di elaborazione socio-emotiva, potenzialmente implementabile nel contesto clinico-assistenziale dei centri SM distribuiti sul territorio italiano.

Augusto Maria Rini (Ospedale Antonio Perrino ASL Brindisi): Il carico del caregiver, in ogni malattia cronica come la Sclerosi Multipla, comporta effetti negativi sul funzionamento emotivo, finanziario, sociale, fisico e spirituale di un individuo. Il Progetto prevede un ciclo di terapia cognitivocomportamentale focalizzata sul caregiver (tecniche di rilassamento, gestione dello stress, comunicazione, igiene del sonno, accesso al supporto e strategie per ridurre il carico), al fine di migliorare il benessere del nucleo familiare e dello stesso affetto.

Maria Laura Stromillo (Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e neuroscienze): L’iniziativa “ParliaMone InsieMe” si propone di organizzare degli incontri informali, in ambienti non istituzionali, dove affrontare alcuni temi della sclerosi multipla. Puo’ rappresentare una piattaforma utile a fornire informazioni accuratamente selezionate e aggiornate sui vari aspetti della malattia, dalla diagnosi ai trattamenti farmacologici, alla gestione dei sintomi e alla vita quotidiana con la Sm. Un’informazione attenta e precisa è fondamentale per un’efficace gestione della malattia.

Eleonora Tavazzi (Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino): Il progetto ha per tema la creazione di un ambulatorio interdisciplinare ginecologico/ neurologico, per una presa in carico globale della donna con sclerosi multipla (Sm). Risponde ad una esigenza rilevante, perché le donne con Sm nel corso della vita si trovano a dover affrontare numerose problematiche relative al loro genere, dalla gravidanza, alla scelta di una terapia contraccettiva, alla menopausa, che richiedono necessariamente un approccio multidisciplinare integrato.

 Ricerca a supporto di data manager e  infermieri

Mentre sono dieci gli enti per il bando “Roche per la ricerca clinica – a supporto delle figure di data manager e infermieri di ricerca” per un totale di 300mila euro.

Lara Ahmad (Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino): Ketomigraine, avviato nel 2022, è uno studio clinico pilota, in aperto. Esso ha l’innovativo obiettivo di verificare l’efficacia della dieta chetogenica in uno sottogruppo di pazienti con emicrania disabilitante. Nello specifico, l’oggetto di studio è una popolazione con emicrania cronica resistente, che non risponde al trattamento con anticorpi monoclonali anti-CGRP e la cui gestione clinica rappresenta una sfida complessa, ad oggi priva di una risposta adeguata.

Giulia Berzero (IRCCS Ospedale San Raffaele): Lo studio Soprano è volto ad accelerare l’integrazione della ‘biopsia liquida‘ nel percorso di cura dei pazienti che soffrono di gliomi e meningiomi di alto grado. Tramite la valutazione quantitativa di piccoli frammenti di Dna circolanti nel sangue e il loro sequenziamento, il progetto mira a validare l’uso della biopsia liquida nella pratica clinica, in modo da disporre di un ulteriore strumento per migliorare il monitoraggio e le decisioni terapeutiche in questa popolazione di pazienti, identificando precocemente eventuali recidive di malattia e aiutando a distinguere le recidive dagli effetti dei trattamenti.

Giuliana Chiesa (Azienda Sanitaria Locale CN2 Alba-Bra): Studio Spa-Trial è uno studio di fase III randomizzato, in aperto, volto a testare, in termini di sopravvivenza libera da progressione biochimica (bPFS) e qualità di vita, la combinazione RT stereotassica+6 mesi di terapia di deprivazione androgenica (ADT) contro sola radioterapia in pazienti con carcinoma prostatico a rischio intermedio sfavorevole e un sottogruppo ad alto rischio. La combinazione RT+ADT dovrebbe dimostrare una bPFS superiore del 10% a 5 anni rispetto alla sola RT.

 Lorella De Paoli (Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo): Lo studio nasce per il trattamento di pazienti affetti da Leucemia acuta linfoblastica philadelphia-positiva, malattia del sangue causata dalla crescita incontrollata di linfociti B immaturi nel midollo osseo che può portare a danni irreversibili degli organi vitali. L’obiettivo è valutare l’efficacia della terapia basata sulla somministrazione del ponatinib seguito dal blinatumomab (trattamento sperimentale) a confronto con la combinazione standard di imatinib e chemioterapia (trattamento standard).

Camilla Nero: (IRCCS Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli): il progetto si pone l’obiettivo di ampliare la caratterizzazione genomica dei tumori per migliorare la definizione prognostica e l’accesso a terapie a bersaglio molecolare. Lo scopo ultimo è di offrire tutte le opportunità diagnostico-terapeutiche esistenti e, al contempo, di raccogliere dati a scopo di ricerca futura per evidenziare nuovi target di interesse prognostico o terapeutico.

Licia Rivoltini (Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori): con questo studio ci impegniamo a verificare se il test di immunoprofilazione sistemica definito come Myeloid Index Score (MIS), da noi sviluppato e validato nel corso degli anni in diversi setting clinici come associato a prognosi negativa+ e resistenza ai trattamenti immunoterapeutici, possa individuare quei pazienti oncologici il cui sistema immunitario sia fortemente indebolito dal tumore. Tramite un semplice prelievo di sangue e un’analisi rapida, semplice ed economica, potremmo essere in grado di identificare quali pazienti possano beneficiare dell’immunoterapia e quali invece necessitino regimi terapeutici più intensivi per un efficiente controllo della malattia.

 Gabriele Simonini: lo scopo di questo progetto è la creazione di un registro internazionale di pazienti pediatrici con Uveiti Croniche Non Infettive al fine di acquisire dati clinici e terapeutici per promuovere la ricerca clinica e scientifica su questa malattia. L’obiettivo è identificare specifici fattori predittivi di gravità e risposta alla terapia di modo da garantire ad ogni bambino una corretta medicina di precisione, così prevenendo l’insorgenza di complicanze oculari e la conseguente disabilità da essa derivante.

Moreno Tresoldi (IRCCS Ospedale San Raffaele): molti pazienti con comorbidità oncologica accedono per altre cause ai reparti di Medicina Interna. Lo scopo di questo studio è quello di analizzare le cause, il decorso e gli esiti del ricovero di pazienti oncologici ricoverati in unità di medicina interna, al fine di comprendere le loro esigenze sia cliniche che di qualità della vita, allo scopo di migliorare e personalizzare il livello del servizio assistenziale Particolare attenzione è riservata all’analisi della dimensione di fragilità e del suo impatto sul percorso di cura.

Maura Vincenti (Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo): il protocollo è destinato a pazienti affetti da carcinoma mammario metastatico HER2+ con PIK3CA mutato, pretrattato con farmaci anti-HER2. Il braccio sperimentale prevede il trattamento con trastuzumab e alpelisib, inibitore di PI3K poiché blocca questa proteina nelle cellule. Se il tumore è HR+ il paziente riceverà anche fulvestrant. Lo studio è stato progettato per dimostrare se alpelisib in combinazione con trastuzumab (e fulvestrant per i pazienti HR+) apporta un beneficio clinico superiore rispetto a trastuzumab associato alla chemioterapia.

Andrea Zini (IRCCS Istituto Scienze Neurologiche di Bologna – Azienda USL di Bologna): il progetto vincitore, FibER, è uno studio pilota multicentrico, prospettico, randomizzato e controllato che ha l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza dell’infusione di fibrinogeno umano per via endovenosa nei pazienti con ictus ischemico sottoposti a trombolisi che sviluppino ipofibrinogemia postrtPA, al fine di ridurre il rischio di emorragia cerebrale (ICH) o sistemica e migliorare l’esito clinico a 90 giorni.

April 3, 2024 at 05:53PM

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