WWF: «La crisi climatica è la minaccia numero 1 per la salute» – Adista

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WWF: «La crisi climatica è la minaccia numero 1 per la salute»

WWF: «La crisi climatica è la minaccia numero 1 per la salute»

Il 7 aprile è la Giornata Mondiale della Salute. Che se ne va, si potrebbe aggiungere. Perché, avverte per l’occasione il WWF con una nota di oggi, la “crisi climatica è la minaccia numero 1 per la salute”, aggiungendo subito una inquietante previsione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): «Fra 2030 e 2050 si stimano oltre 250mila decessi annui a causa del cambiamento climatico nel mondo».

«Gli scenari associati al cambiamento climatico mostrano», si afferma nella nota, «un aumento dell’intensità dei rischi per la salute legato a disastri, eventi estremi, disponibilità idrica, sicurezza alimentare e cambiamenti nella comparsa e diffusione di malattie di origine infettiva (vettori patogeni, acqua e cibo contaminati)».

«Di caldo si muore», ricorda il WWF che fornisce un dato: «Nell’estate del 2022, tra i 60.000 e i 70.000 decessi prematuri in Europa sono stati attribuiti al caldo. I rischi di calore per la popolazione generale sono già a livelli critici nell’Europa meridionale (Italia compresa)».

Poi c’è il pericolo infezioni: «Aumenta la diffusione delle infezioni: un effetto potenzialmente associato al riscaldamento globale è la maggior facilità di diffusione delle malattie, favorite anche dall’aumento – grazie alle condizioni climatiche – di molti insetti vettori. In Europa, per esempio, si prevede l’aumento della diffusione della zanzara tigre e con essa le patologie che la puntura di questo insetto comporta (Dengue, febbre da Chikungunya, febbre West Nile), oltre che le patologie trasmesse da pappataci (leishmaniosi) e zecche (malattia di Lyme). Le acque marine più calde sono sempre più favorevoli ai pericolosi vibrioni in pesci e molluschi, l’esposizione ai quali può causare gravi malattie». E «aumentano le malattie mentali: a fronte del generale aumento di un grado Celsius delle temperature, le patologie psicologiche di media entità sono salite del 2%».

È «più a rischio la salute dei bambini», allerta la nota: «i piccoli sono più vulnerabili rispetto agli impatti del cambiamento climatico perché alcuni organi e apparati come per esempio l’apparato respiratorio o il sistema di termoregolazione sono ancora in via di sviluppo e perché è, in generale, ancora in corso lo sviluppo fisico, mentale e cognitivo».

Con il cambiamento climatico «aumentano le malattie trasmesse dagli animali (e agli animali): le zoonosi, ovvero le malattie infettive trasmesse dagli animali all’uomo – causate da virus, batteri, parassiti o prioni – sono fortemente influenzate dai cambiamenti climatici. È il caso delle zoonosi trasmesse da invertebrati (zanzare, zecche, pulci e altri artropodi ematofagi): il clima ne influenza il comportamento, la sopravvivenza, la riproduzione, la distribuzione e l’abbondanza. Anche zoonosi veicolate all’uomo dai vertebrati possono essere influenzate dai cambiamenti climatici: nel nord Europa, è stato osservato come i grandi focolai umani di febbre emorragica da hantavirus – una malattia trasmessa dai roditori – coincidano con i picchi di crescita delle popolazioni di roditori, favoriti dalle temperature invernali più miti».

Altra inquietante previsione è l’aumento dell’insicurezza alimentare, perché «il cambiamento climatico riduce la quantità di cibo disponibile e al contempo lo rende meno nutriente. Alcune rese agricole hanno già iniziato a ridursi in conseguenza dell’aumento delle temperature, del cambiamento dei modelli delle precipitazioni e degli eventi atmosferici estremi. La malnutrizione è collegata a un’ampia varietà di malattie, tra cui insufficienza cardiaca, cancro, diabete, rachitismo o disturbi della crescita nei bambini, che può danneggiare le funzioni cognitive. Il cambiamento climatico mette in pericolo anche il cibo che ricaviamo dal mare: il declino delle risorse ittiche nelle regioni subtropicali ha implicazioni notevoli per la nutrizione di comunità costiere che dipendono dalla pesca per una percentuale sostanziale delle proteine che compongono la loro dieta».

Di fronte a questa situazione, «nella Giornata mondiale della salute il WWF lancia quindi un appello: agire subito per limitare e fermare il riscaldamento globale, abbattendo le emissioni di gas serra (CO2, metano, ecc.) e prendendo tutte le misure di adattamento necessarie, per limitare i danni che il cambiamento climatico già in atto sta provocando e tutelare così anche la stessa salute delle persone.  Nel 2021 oltre 200 riviste mediche hanno pubblicato un editoriale congiunto senza precedenti che sollecitava l’azione dei leader mondiali: “La scienza è inequivocabile, un aumento di 1,5 °C a livello globale rispetto alla media pre-industriale e la continua perdita di biodiversità rischiano di provocare un danno catastrofico alla salute da cui sarà impossibile tornare indietro”. Infatti, se da una parte l’aumento delle temperature e i sempre più frequenti eventi climatici estremi hanno un impatto diretto sulla salute umana, dall’altra agiscono indirettamente sui determinanti della salute. A cominciare dalle ondate di calore che stanno portando a temperature record che il nostro corpo non è in grado di affrontare».

Il testo integrale è disponibile a questo link 

 

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April 5, 2024 at 04:25PM

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