Aziende bergamasche e sostenibilità: per (quasi) tutte è importante, ecco come investiranno – Corriere Bergamo – Corriere della Sera
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diDonatella Tiraboschi
Solo il 7% lo ritiene un cambiamento non importante, ma tante hanno già investito e altre lo faranno sempre di più
Fortunatamente, solo un’esigua minoranza delle aziende bergamasche (il 7% del campione analizzato) ritiene che la transizione ecologica sia un cambiamento non necessario, addirittura una moda. Tutti o quasi d’accordo: la sostenibilità, in tutti i suoi asset, sia ambientali che sociali e di governance, è importante. È quanto emerge in modo netto dall’analisi del neonato “Pianeta- Osservatorio della Pianura ”, strumento di studio che si pone a servizio delle imprese, con l’obiettivo dichiarato di elaborare, interpretare e trasformare il report statistico in uno strumento a supporto di industrie e terziario. È stato presentato stamattina a Bariano, con un collegamento in diretta del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. «È sempre importante – ha detto il ministro – confrontarsi con il sistema imprenditoriale, il motore sano e vitale del Paese. Il governo è impegnato ad accompagnare voi che siete i talenti dell’imprenditoria e le attività economiche nella transizione ecologica perché avete un ruolo da protagonisti. È una trasformazione che non vogliamo subire, vogliamo raggiungere gli obiettivi ambientali per garantire competitività alle nostre
imprese. Ho letto con soddisfazione i risultato della vostra ricerca, gli imprenditori che avete interpellato esprimono una preziosa e ferma determinazione. Da parte del governo abbiamo reso un po’ più veloci le autorizzazioni sul fronte energetico della transizione. Sostenibilità e transizione energetica sono opportunità che dobbiamo cogliere insieme, anche per arrivare primi. È una sfida e la vogliamo vincere».
Con un focus specifico, l’Osservatorio al debutto, oltre le percentuali, evidenzia sul tema la proattività del mondo industriale e produttivo di questa parte del territorio orobico: se il 68% ha investito in sostenibilità negli ultimi cinque anni, l’85% lo farà da qui al 2030. I benefici, al netto di una diversa sensibilità dimensionale (il 92% delle aziende con 250 dipendenti considera il tema importante, mentre nelle pmi la percentuale si attesta al 70%) sono parecchi e valutabili in modo concreto: essere (più) sostenibili aumenta la competitività sul mercato (87%) permette all’azienda di crescere (96%), aumentando nel contempo la fiducia dei clienti e la reputazione (92%). Non è però subito, “detto-fatto”: un’impresa bergamasca su cinque considera le regole di accesso un impegno burocratico non agevolissimo, mentre una realtà su quattro ritiene l’investimento vantaggioso solo in presenza di agevolazioni e detassazioni varie. Tra le pratiche più diffuse, fa la parte del leone la raccolta differenziata (63%), seguita dall’utilizzo di fonti di energia rinnovabile (52%), dal riciclo degli scarti di produzione (49%) e dal controllo attivo dell’energia (43%). Fanalino di coda delle best practice il trattamento delle acque reflue per il loro riutilizzo (14%). Fondamentale per ottimizzare processi e politiche sostenibili, è l’approccio di filiera, ossia orientare in scelte consapevoli i propri fornitori (50%), con una specularità imposta dalla clientela alle aziende di cui si servono (51%).
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6 aprile 2024 ( modifica il 6 aprile 2024 | 12:14)
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April 6, 2024 at 12:55PM