«La crisi idrica? Non è colpa solo dei cambiamenti climatici» – La Sicilia
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l’analisi
«La crisi idrica? Non è colpa solo dei cambiamenti climatici»
Il “j’accuse” dell’esperto. Il vademecum dell’Anci per risparmiare acqua
Di Fabio Russello |
Associare in modo esclusivo la crisi idrica al cambiamento climatico è un errore che serve più che altro a mettere la polvere sotto il tappeto e soprattutto a nascondere le responsabilità di ciò che (non) si è fatto negli anni. Parola di Giuseppe Riccobene, ingegnere che per anni ha lavorato a Girgenti Acque, quando l’azienda di Agrigento che gestiva il servizio idrico era privata e prima che fosse sostituita da Aica, azienda pubblica che, come si può immaginare, ha criteri “diversi” per scegliere le professionalità più adatte. «E’ sbagliato associare l’attuale siccità e gli invasi semivuoti – ribadisce Riccobene – con la crisi nella distribuzione idrica in Sicilia, soprattutto occidentale. Se con i pianti di alcuni sindaci potessero riempirsi gli invasi, la crisi idrica sarebbe già stata sconfitta da tempo…».
Una situazione drammatica
E i “fatti” disegnano una situazione ancora più drammatica: «L’incapacità gestionale e tecnica e l’influenza negativa della politica, peggiorano la situazione – accusa Riccobene – perché la maggior parte dei fondi, per decine di milioni di euro, destinati al rifacimento delle reti idriche, all’ottimizzazione della distribuzione, alla misura dei consumi, sono stati persi o spesi malissimo. Anche di recente, quando ad Agrigento nel 2022 e nel 2023 c’è chi ha giurato che in soli 10 mesi avrebbe realizzato, con i 49 milioni di euro disponibili, l’intera rete idrica di Agrigento che oggi è un colabrodo. Finanziamento disponibile, appalto celebrato, aggiudicazione avvenuta, lavori mai iniziati. Chi ne risponde?». Ma c’è di più perché – come spiega Riccobene che sulla questione è un esperto – negli ultimi cinque anni si è triplicata, forse quadruplicata, la dipendenza da Siciliacque, con l’incremento dei costi della materia prima. «Le fonti dei gestori – ha detto Riccobene – pubbliche e disponibili, sono state progressivamente abbandonate, per scelta politica o per oggettiva incapacità a programmare gli interventi manutentivi necessari. Si è pure rinunciato al servizio di misura, con l’installazione dei contatori su tutte le utenze, e si è rinunciato a colpire i prelievi abusivi. Il quadro è francamente disarmante».
Il richiamo dell’Anci ai cittadini
Talmente disarmante e allarmante che l’Anci, «in considerazione della situazione di estrema gravità e del rischio che possa peggiorare con inevitabili ripercussioni su economia e servizi» ha invitato per bocca di Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Associazione dei comuni, i sindaci siciliani a richiamare l’attenzione dei cittadini per evitare sprechi e utilizzare l’acqua in maniera parsimoniosa». Il vademecum – rilanciato anche dal presidente della Regione Renato Schifani – prevede tra le altre cose alcune semplici precauzioni: controllare il funzionamento dei rubinetti, fare la doccia anziché il bagno, utilizzare il ciclo economico per lavatrice e lavastoviglie e non fare scorrere acqua mentre si lavano i denti o durante la rasatura. Basterà?COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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April 6, 2024 at 08:39AM