Le 5+1 fatiche del paradigma ESG-SDGs – Itinerari Previdenziali

Le 5+1 fatiche del paradigma ESG-SDGs – Itinerari Previdenziali

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Le 5+1 fatiche del paradigma ESG-SDGs

Come l’eroe dell’antica Grecia Ercole anche la sostenibilità, nella sua duplice dimensione di criteri ESG e SDGs, è chiamata a dover fronteggiare diverse importanti fatiche per poter consolidare la sua posizione di centralità, tanto nelle scelte pubbliche quanto in quelle private

Lorenzo Vaiani

Ormai da diversi anni due acronimi su tutti, ESG e SDGs, hanno via via permeato, in un modo o nell’altro, le vite di ciascuno di noi. Se i criteri ESG hanno dapprima riguardato in special modo il mondo della finanza e degli investimenti, per poi entrare nella quotidianità di aziende e persone, gli SDGs nascono come un quadro, un prospetto completo per affrontare le sfide globali e promuovere lo sviluppo sostenibile. Nel tempo la convergenza fra i due ha ridefinito le pratiche industriali, le strategie di investimento, le politiche dei governi e, in definitiva, la quotidianità di tutti noi, o almeno di tutti coloro i quali vivono in quella parte fortunata di mondo. Tuttavia, nonostante questi due acronimi siano entrati nel lessico comune e il loro impiego sia oramai diventato uno dei fattori chiave nelle scelte pubbliche e private, permangono alcune sfide ed emergono nuove complessità e ostacoli, che richiederanno un approccio articolato e un’azione corale per essere superate. 

Provando a sintetizzare, sono almeno 5 (+1) le fatiche che il paradigma ESG-SDGs sarà chiamato ad affrontare nel prossimo futuro.

1. Operazionalizzare gli SDGs e l’integrazione dei criteri ESG. Sebbene l’adozione dei modelli di integrazione degli SDGs e dei criteri ESG si sia diffusa, mettere a terra e operazionalizzare questi modelli all’interno delle strutture organizzative (pubbliche e private) rimane una sfida, soprattutto se queste sono di dimensioni medie o piccole. La traduzione degli impegni di sostenibilità in strategie operative richiede metodologie robuste, sistemi integrati e allineamento organizzativo. Superare questa prova implica lo sviluppo di linee guida chiare, la costruzione di capacità interne e la promozione della collaborazione interfunzionale per incorporare tanto gli elementi SDGs quanto quelli ESG nelle operazioni aziendali e nei processi decisionali di investimento.

2. Standardizzazione e armonizzazione delle metriche. Di questo tema si discute ormai da tempo sia a livello europeo quanto internazionale-mondiale. La mancanza di metriche standardizzate e schemi di analisi rimane fra le principali barriere per l’implementazione e la misurazione efficace della sostenibilità. Metodologie, metriche e requisiti di rendicontazione differenti tra Stati e settori ostacolano la comparabilità e la coerenza nel valutare la performance sia degli obiettivi di sviluppo sostenibile che dei criteri ESG. Armonizzare le metriche, allineare gli standard di accountability  a livello sovranazionale e promuovere la collaborazione a livello industriale può migliorare la trasparenza, la comparabilità e la credibilità nelle pratiche di sostenibilità.

3. Superare le sfide dei dati. La disponibilità, la qualità e l’affidabilità dei dati sono fondamentali per la presa di decisioni informate e la valutazione dell’impatto nella sostenibilità e nell’integrazione ESG. Tuttavia, le lacune nei dati, le inconsistenze e i problemi di affidabilità persistono, soprattutto nei mercati emergenti e nei settori ad alto rischio ambientale e sociale. Affrontare la fatica dei dati richiede investimenti nell’infrastruttura degli stessi, nell’innovazione tecnologica e nella costruzione di capacità per migliorarne la raccolta, la verifica e la comunicazione. Sfruttare tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, la blockchain e le immagini satellitari può facilitare l’aggregazione, l’analisi e la visualizzazione dei dati, consentendo agli stakeholder di accedere a dati tempestivi, accurati e dettagliati per sostenere gli sforzi di sostenibilità.

4. Migliorare la concretezza e la misurazione dell’impatto. Garantire la tangibilità e la rilevanza delle metriche e degli indicatori di sostenibilità è essenziale per valutare l’efficacia e l’impatto delle strategie di integrazione dei parametri SDGs e dei fattori ESG. Tuttavia, determinare fattori ESG materiali e quantificare il loro impatto sulle prestazioni finanziarie e sul valore degli stakeholder/shareholder rimane un compito complesso. Metodologie avanzate come le valutazioni multidimensionali della materialità-tangibilità, il mapping della materialità dinamica e le tecniche di valutazione dell’impatto possono aiutare a identificare le questioni ESG, priorizzare le azioni e quantificare gli esiti sociali, ambientali ed economici delle iniziative di sostenibilità. Migliorando i modelli di concretezza/tangibilità e di misurazione dell’impatto, le organizzazioni e gli investitori possono allineare meglio i loro sforzi di sostenibilità con gli obiettivi strategici, mitigare i rischi e creare valore.

5. Integrare il pensiero sistemico e la prospettiva di lungo termine. Far proprio il pensiero sistemico e un orizzonte temporale di maggior durata è essenziale per affrontare le sfide interconnesse della sostenibilità e favorire la resilienza in un mondo in rapido cambiamento. Approcci tradizionali di gestione del rischio e orizzonti di investimento a breve termine spesso non riescono a catturare i rischi sistemici e le opportunità associate alle questioni di sostenibilità come il cambiamento climatico, e la scarsità delle risorse. Integrare la modellazione dinamica dei sistemi, l’analisi degli scenari e gli indicatori orientati al futuro nei processi decisionali consente alle organizzazioni e agli investitori di anticipare, adattarsi e capitalizzare su tendenze emergenti e fenomeni incerti o scarsamente prevedibili, migliorando così la resilienza strategica, l’agilità e la competitività.

La quinta (+1) fatica, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD). Si tratta di una proposta legislativa della Commissione europea, che doveva essere votata dal Parlamento europeo verso la prima metà di febbraio ma la votazione è stata (purtroppo) rimandata, che mira a promuovere la sostenibilità nelle attività commerciali attraverso una migliore valutazione e gestione dei rischi sociali e ambientali lungo le catene di approvvigionamento globali.  In sostanza, la CSDD richiederebbe alle imprese di condurre una "due diligence" completa e sistematica delle proprie attività e catene di approvvigionamento al fine di identificare, prevenire e mitigare i rischi legati alla sostenibilità, inclusi quelli relativi ai diritti umani, all’ambiente e alla governance aziendale lungo tutta la filiera. La CSDD rappresenterebbe un passo significativo verso una maggiore responsabilità e trasparenza nelle attività commerciali e potrebbe avere un impatto significativo sul modo in cui le imprese gestiscono i rischi sociali e ambientali lungo le loro catene di approvvigionamento a livello globale.

Si tratta di sfide, fatiche, che coinvolgeranno, anche se in misura variabile, tutti noi direttamente. Se vogliamo che la sostenibilità, nella sua articolazione di paradigma ESG-SDGs, diventi qualcosa di più di un semplice abbinamento di acronimi dovremo impegnarci a fondo. Ercole alla fine del mito riesce a superare le 12 fatiche, noi?

Lorenzo Vaiani, Evaluation LAB FSVGDA

10/4/2024 

 

April 6, 2024 at 01:25PM

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