Risparmio idrico, innovazione, sostenibilità – Tg Ambiente – TeleAmbiente TV
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In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Il risparmio idrico prioritario per il 74% degli italiani; 2) Eventi climatici estremi, le regioni italiane più a rischio; 3) Innovazione e sostenibilità trainano la crescita del settore agricolo; 4) Sos scioglimento dei ghiacci, la criosfera è fra le priorità
In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) Il risparmio idrico prioritario per il 74% degli italiani: Per contrastare gli effetti sull’agricoltura di periodi siccitosi sempre più frequenti, il 74% degli italiani ritiene necessario realizzare urgentemente nuovi invasi e favorire interventi di risparmio ed efficientamento idrico; il 72% si dichiara favorevole all’ipotesi di fare uso delle acque reflue depurate per fini irrigui mentre, per il 67%, occorre investire in tecnologie per il monitoraggio e la gestione dell’irrigazione. E’ quanto affermano, da un lato, il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2024 “L’acqua per la prosperità e la pace”, pubblicato da UNESCO per conto di UN Water, la cui produzione è coordinata da UNESCO World Water Assessment Programme (WWAP) e la cui traduzione ufficiale in italiano è curata dalla Fondazione UniVerde con il supporto di UNESCO WWAP e con la collaborazione di Acquedotto Pugliese, GMT, EPM e AVR/Anima – Associazione italiana Valvole e Rubinetti di Confindustria; dall’altro, il XIV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”, con focus su Crisi climatica ed efficientamento idrico, realizzato dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Noto Sondaggi, ANBI e Fondazione Campagna Amica, presentati questa mattina a Palazzo Rospigliosi in occasione del convegno “Acqua e Agricoltura: rapporti sostenibili”.
2) Eventi climatici estremi, le regioni italiane più a rischio: Trentino-Alto Adige, Lombardia, Sicilia, Piemonte, Veneto e Abruzzo sono le regioni italiane maggiormente a rischio mortalità per eventi meteorologici e idrogeologici estremi. Lo rivela uno studio pubblicato dall’Enea che fornisce un quadro della mortalità in Italia dal 2003 al 2020 causata da eventi estremi, come frane, valanghe, tempeste e alluvioni, analizzando la distribuzione geografica a livello nazionale fino a quello comunale. I dati parlano chiaro: dal 2003 al 2020, questi fenomeni hanno causato la morte di 378 persone, di cui 321 a causa di frane e valanghe, 28 per tempeste e 29 per inondazioni. Un bilancio drammatico che evidenzia la gravità della situazione. Secondo lo studio, circa la metà dei 247 comuni italiani, nei quali si è registrata almeno una vittima a seguito di eventi climatici estremi, sono situati in zone montane o scarsamente popolate. Aree, che per la loro natura, presentano una maggiore vulnerabilità intrinseca, aumentando così il rischio di perdite umane. Inoltre, in Italia risiedono 1,3 milioni di persone nei comuni soggetti al rischio di frane e 6,9 milioni nei comuni a rischio di inondazioni. Nonostante la crescente consapevolezza scientifica sul legame tra cambiamento climatico e salute, secondo lo studio, le azioni intraprese finora non sono sufficienti per contrastarne gli effetti. Affrontare gli eventi idrometeorologici costituisce una priorità e una sfida di governance, mentre gli strumenti per le strategie sono oggetto di studio per migliorarli. È fondamentale sviluppare indicatori adeguati per valutare l’esposizione delle popolazioni agli eventi estremi e stimare i possibili impatti sulla salute.
3) Innovazione e sostenibilità trainano la crescita del settore agricolo: Investimenti per oltre 30 milioni l’anno in attività di Ricerca e Sviluppo; agricoltura 4.0 e biologico in continua crescita. È il quadro che emerge dal nuovo Osservatorio Agrofarma: il report, presentato a Palazzo Madama, intende fornire informazioni con scadenza semestrale sullo stato dell’arte dell’agricoltura italiana.
4) Sos scioglimento dei ghiacci, la criosfera è fra le priorità: Nel 2023 c’è stata la maggior perdita di ghiaccio dai ghiacciai mai registrata da quando sono iniziate le rilevazioni scientifiche nel 1950. Le perdite maggiori si sono verificate nel Nord America e in Europa. In Svizzera negli ultimi due anni i ghiacciai hanno perso circa il 10% del loro volume, nel Nordamerica il 9%. Dati che hanno portato l’Organizzazione meteorologica mondiale, agenzia delle Nazioni Unite, ad elevare “la criosfera a una delle sue massime priorità, visti gli impatti crescenti della diminuzione del ghiaccio marino, dello scioglimento dei ghiacciai, delle calotte glaciali, del permafrost e della neve sull’innalzamento del livello del mare, e dei rischi legati all’acqua e alla sicurezza idrica, sulle economie e gli ecosistemi“. La nuova risoluzione, approvata dal congresso dell’Organizzazione, chiede non solo “osservazioni e previsioni più coordinate, scambio di dati, ricerca e servizi”, ma anche di “intensificare le attività, proponendo un aumento dei finanziamenti” dal bilancio ordinario ed extra bilancio. I delegati di tutto il mondo hanno espresso la preoccupazione che ciò che accade nelle aree polari e di alta montagna riguardi l’intero globo, ma in particolare i piccoli stati insulari e le zone costiere densamente popolate. Lo scioglimento dei ghiacci aumenta anche il rischio di pericoli naturali: nelle zone di montagna sta aumentando il rischio di frane, distacchi di ghiacciai e inondazioni.
April 6, 2024 at 12:32PM