Clima, la sfida dei 6 ragazzini contro l’Europa. Ecco perché la sentenza di domani può fare la storia (e ci… – Corriere della Sera

Clima, la sfida dei 6 ragazzini contro l’Europa. Ecco perché la sentenza di domani può fare la storia (e ci… – Corriere della Sera

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di Sara Gandolfi

La denuncia alla Corte dei diritti per l’uomo: «Non è stato fatto abbastanza per scongiurare la peggiore minaccia all’umanità». Se vincessero la sentenza avrebbe valore di trattato e obbligherebbe a prendere misure drastiche

Ci sarà anche Greta Thunberg, martedì mattina, a Strasburgo ad attendere la sentenza sul più importante «caso climatico» mai portato davanti ad un tribunale. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo emetterà il suo verdetto su ben tre ricorsi. Il più importante è «Duarte Agostinho contro Portogallo e altri 31 Stati» (n. 39371/20), ma la Grande Camera si pronuncerà anche sui casi «Association of Senior Women for Climate Protection contro Svizzera» (n. 53600/20), promosso da 170 donne svizzere, già ribattezzate le «nonne per il clima» vista l’età media over 70, e «Carême contro Francia» (n. 7189/21), presentato dall’eurodeputato verde Damine Carême. Le sentenze creeranno un precedente giuridico importante e aiuteranno a capire se e in quale misura gli Stati con una politica climatica inadeguata violano il loro dovere di proteggere i diritti umani.

Secondo i sei ragazzi — fratelli e cugini di tre famiglie — che hanno denunciato ben 32 Stati europei, il cambiamento climatico è diventato la più grande minaccia della contemporaneità, con migliaia di morti ogni anno causati dal caldo estremo. Per questo, contestano il fallimento del governo portoghese ma anche degli altri Paesi europei nel proteggere i loro diritti umani dagli effetti pericolosi del surriscaldamento. In particolare, il caso Duarte Agostinho parte da quanto avvenne nel giugno 2017 in Portogallo, quando quattro incendi uccisero 64 persone e ne ferirono più di 250, bilancio che arrivò ad oltre 1000 morti con i successivi incendi nell’ottobre dello stesso anno. «Sappiamo che il riscaldamento globale è sulla buona strada per raggiungere quasi i 4°C nel corso della nostra vita. Si tratta di un futuro terrificante, soprattutto considerando che in Portogallo stiamo già assistendo a impatti così estremi con poco più di 1°C», sottolinea una delle sei giovani portoghesi, la ventitrenne Catarina dos Santos Mota. «I governi hanno cercato di far archiviare il nostro caso. Hanno detto che non siamo colpiti dalle ondate di caldo e che le nostre preoccupazioni per il futuro sono immaginarie. Ma dobbiamo pensare al futuro. Cosa accadrà tra 30 anni?», le fa eco la diciottenne Sofia dos Santos Oliveira.

È il primo caso sul cambiamento climatico mai depositato presso la Corte Europea per i diritti umani, mai prima d’ora si era tenuta un’udienza davanti a un tribunale su una questione che coinvolgesse così tanti Stati convenuti. Se i sei ragazzi vinceranno la causa, la sentenza equivarrà ad un trattato regionale europeo che obbliga i 32 governi ad aumentare le loro azioni sul clima, anche attraverso la rapida riduzione delle emissioni e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili.

La giuria composta da 22 giudici europei emetterà il verdetto martedì in un’udienza pubblica alle 10,30 del mattino. Saranno presenti sia i sei giovani portoghesi, sostenuti dal Global Legal Action Network, sia le 170 ”anziane per il clima” (le “KlimaSeniorinnen”) della causa svizzera e l’eurodeputato verde Damien Carême. A sorpresa, ha confermato che sarà a Strasburgo anche l’attivista svedese Greta Thunberg.

Una delle denuncianti del caso portoghese, la ventiquattrenne Cláudia Duarte Agostinho ha detto di sentirsi molto sollevata, per l’imminente arrivo di una decisione: «Dall’inizio del nostro viaggio, abbiamo vissuto ondate di caldo record che ci intrappolano nelle nostre case e prosciugano le nostre energie. Qualunque cosa dicano i giudici, resta il fatto che l’incapacità dei governi europei di ridurre le proprie emissioni abbastanza rapidamente sta contribuendo al caldo insopportabile e agli eventi meteorologici estremi che dobbiamo affrontare».

«Anche una sentenza contro un singolo Stato convenuto costituirebbe un precedente applicabile nelle cause sul clima portate contro i governi nei tribunali nazionali di tutti gli Stati europei», dichiara il Global Legal Action Network in un comunicato. «Un esito positivo in uno qualsiasi dei tre casi scatenerà una nuova ondata di contenziosi sul cambiamento climatico in tutta Europa». Ruth Delbaere, direttrice delle campagne legali di Avaaz sottolinea che è stata una «battaglia tra Davide e Golia: proprio come nel racconto epico, speriamo che David prevalga ancora una volta».

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8 aprile 2024 (modifica il 8 aprile 2024 | 15:27)

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April 9, 2024 at 02:08PM

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