Giorgetti per Selecting Italy di Trieste, serve “una sostenibilità… – Trieste News

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09.04.2024 – 08.30 – Uno snellimento della burocrazia, potenziata dall’elemento tecnologico; un intervento mirato dello Stato a supporto delle imprese; e un aumento di valore del lavoro. E, al di là di tutto, tanta prudenza nella gestione delle finanze del paese. È la ricetta che il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha proposto nel suo intervento durante ‘Selecting Italy 2024 – Attrazione investimenti esteri e catene regionali del valore‘, durante la prima sessione di lunedì 8 aprile 2024.
Come attirare gli investimenti dall’estero? E quale genere di investimenti si desidera nel paese? E come la qualità degli investimenti si colloca, in uno scenario geopolitico (i conflitti in corso, l’atlantismo) e tecnologico (l’intelligenza artificiale, la cybersicurezza), intrinsecamente instabile?
L’intervento di Giorgetti, in questo contesto, ha citato e ripreso quanto era già stato accennato dai Presidenti delle Regioni e dai rappresentanti istituzionali e scientifici intervenuti nell’introduzione e nel primo workshop. Tuttavia, a confronto con un quadro pubblico teso agli investimenti non solo dall’estero, ma dal pubblico stesso, si è caratterizzato per una prudenza generale, un voler stemperare eccessive allocazioni di fondi.

Ricordando che viviamo “un tempo di cambiamento”, declinabile in un quadro negativo per l’Italia, con l’eccezione delle “catene di valore che si accorciano e aprono nuove opportunità di reshoring” e “le opportunità dell’intelligenza artificiale”, Giorgetti ha tuttavia osservato come dalla prima edizione di Selecting Italy, un anno addietro, “qui il livello di investimenti esteri è salito più che altrove”.
Tuttavia, a fronte delle richieste di supporto statale e regionale, occorre ricordare che “il primo passo per attirare investimenti esteri è un clima di fiducia verso il paese“; e questa è resa possibile “dalla sostenibilità del debito“. Serve pertanto “una prudenza nei conti pubblici” onde generare “una fiducia in una corretta gestione”.
“Se Draghi affermava che esiste un debito buono e un debito cattivo, il nostro è un debito non troppo buono” ha riflettuto Giorgetti.
Certo, è anche vero che “le grandi transizioni implicano la mano pubblica”; è il caso del Green New Deal europeo, ma non solo. Anche “nel paradiso del capitalismo, gli USA”, ha argomentato Giorgetti, stanno venendo allocati fondi pubblici per facilitare il passaggio alle energie green.
E “se c’è la necessità di mobilizzare i capitali privati” tuttavia “è importante anche valorizzare il lavoro” ha proseguito Giorgetti, osservando che occorre “rivitalizzare l’imprenditoria tra i giovani, diffondere l’idea di accettare il rischio” e più generalmente “remunerare il lavoro“.
“Il sistema di educazione pubblica italiano permette una formazione alta” che non trova corrispondenza nel mondo del lavoro nazionale; questo però “è un fattore di forza e debolezza insieme”, non va considerato solo in un’accezione negativa.
Al di là però della formazione e del supporto pubblico, attirare gli investimenti esteri richiede di “dare un quadro di certezze normative” e “semplificare la burocrazia”. Proprio “attraverso l’intelligenza artificiale la burocrazia italiana può supplire al gap di produttività”.
E il PNRR, in questo contesto? Secondo Giorgetti “occorre rompere il tabù che conti solo la procedura e non l’efficacia degli interventi; specie quest’idea che dobbiamo terminare tutto entro il 2026“. Infatti non c’è solo l’elemento temporale; “non solo dobbiamo fare presto, ma anche fare bene”.

[z.s.]

April 9, 2024 at 08:40AM

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