La lotta al cambiamento climatico dell’Ue costa caro: 800 miliardi al 2030 – Energia Oltre

La lotta al cambiamento climatico dell’Ue costa caro: 800 miliardi al 2030 – Energia Oltre

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Secondo il think tank brussellese Ert, è vero che l’Ue “si trova in una situazione privilegiata, in quanto dispone di una delle più grandi reti interconnesse al mondo” ma deve fare di più sul mercato energetico, agendo anche dal lato normativo 

Due relazioni del think tank di Bruxelles Ert (European Round Table) avvertono l’Ue dei costi e dell’impegno economico (ma non solo) che servirà per adempiere ai target 2030 e 2050 della lotta al cambiamento climatico. Da un lato, l’Europa deve recuperare terreno perso sulla competitività tramite la transizione energetica per non perdere ancor più peso industriale (basti pensare alla perdita del 66% della produzione di alluminio). Dall’altro, occorrono nuovi investimenti infrastrutturali per rispettare il Green Deal, specie sotto il profilo della competitività dei prezzi delle energie rinnovabili. In termini economici, serviranno 800 miliardi al 2030 e 2,5 trilioni al 2050.

COSA SERVE ALL’UE PER TORNARE COMPETITIVA CON USA E CINA

Rimanendo sul fronte della competitività, nella relazione Ert “Competitività delle industrie europee ad alta intensità energetica”, si chiedono modifiche normative e chiedono ai responsabili politici di ripensare i percorsi politici dell’Europa per raggiungere i suoi obiettivi climatici. Da un lato, occorrerà garantire la disponibilità e l’accessibilità economica dell’energia a basse emissioni di carbonio e della cattura, dell’utilizzo e dello stoccaggio del carbonio (CCUS). Ma non solo: anche aumentare l’attrattiva finanziaria della decarbonizzazione e creare le condizioni di parità rispetto alla concorrenza internazionale.

COME MIGLIORARE LE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE DELL’UE

Sul fronte infrastrutturale, in “Rafforzare le infrastrutture energetiche dell’Europa”  l’Ert spiega che l’Unione Europea dovrà investire tra capitale pubblico e privato: 0,8 trilioni di euro necessari entro il 2030, scalando a 2,5 trilioni di euro entro il 2050.

L’Ue – spiega Ert – si trova in una situazione privilegiata, in quanto dispone di una delle più grandi reti interconnesse al mondo, ma anche di un mercato unico sottosviluppato per l’energia; queste ambizioni necessitano di un ulteriore sostegno attraverso azioni normative. Ma non solo, occorrerà:

  • Garantire la disponibilità e l’accessibilità economica dell’energia a basse emissioni di carbonio e della cattura, dell’utilizzo e dello stoccaggio del carbonio (CCUS);
  • Aumentare l’attrattiva finanziaria della decarbonizzazione;
  • Crea condizioni di parità rispetto alla concorrenza internazionale.

L’ambizione dell’Europa per un futuro più verde – aggiunge l’Ert – richiede un’evoluzione decisiva delle sue infrastrutture energetiche. Per quanto riguarda lo sviluppo e l’implementazione dell’infrastruttura energetica di prossima generazione, servirà garantire:

  • Sviluppo rapido dell’infrastruttura energetica
  • Facilitare una maggiore cooperazione transfrontaliera attraverso le PPA transnazionali
  • Affrontare qualsiasi riforma del mercato con uno studio preliminare di valutazione d’impatto
  • Incentivare la pianificazione degli interconnetti sia on- che off-shore
  • Incoraggiare l’armonizzazione delle norme tecniche per una maggiore interconnessione
  • Garantire posizioni strategiche per i centri di domanda di idrogeno e CO2
  • Accelerare il permesso.

I prossimi cinque anni, con una nuova legislatura europea, saranno fondamentali.

 

April 9, 2024 at 02:39PM

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