Ocse: Sono necessari ingenti investimenti in infrastrutture sostenibili per costruire la resilienza ai cambiamenti climatici – AGEEI

Ocse: Sono necessari ingenti investimenti in infrastrutture sostenibili per costruire la resilienza ai cambiamenti climatici – AGEEI

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Temperature globali record di circa 1,4 gradi Celsius al di sopra delle medie preindustriali hanno portato a un aumento delle ondate di calore e delle inondazioni, a stagioni di incendi più lunghe e a siccità diffuse nel 2023. Un nuovo rapporto dell’OCSE illustra la crescente pressione di questi eventi climatici sulle infrastrutture di tutti i settori, dalle reti elettriche, di comunicazione e di trasporto al trattamento delle acque e dei rifiuti, con i Paesi in via di sviluppo spesso particolarmente colpiti.

Il rapporto "Infrastructure for a Climate-Resilient Future", pubblicato oggi durante il Forum dell’OCSE sulle infrastrutture, raccomanda ai governi di tenere sistematicamente conto della resilienza climatica nella pianificazione e nel processo decisionale delle infrastrutture, anche dando priorità ai progetti sostenibili, per contribuire a ridurre la vulnerabilità sociale ed economica ed evitare i costi a lungo termine. Le misure di resilienza climatica possono anche proteggere i rendimenti degli investimenti, garantire la continuità aziendale e sostenere la crescita e lo sviluppo economico.

In occasione dell’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28), i Paesi si sono impegnati ad aumentare la resilienza delle infrastrutture entro il 2030. I Paesi dovranno intervenire per affrontare questo problema e i governi regionali e locali svolgeranno un ruolo essenziale, essendo responsabili del 69% degli investimenti pubblici significativi per il clima nei Paesi OCSE.

Gli investimenti necessari per cogliere queste opportunità sono significativi: secondo le analisi dell’OCSE, della Banca Mondiale e dell’Ambiente delle Nazioni Unite, entro il 2030 sarà necessario un investimento annuale di 6,9 trilioni di dollari in infrastrutture per garantire che gli investimenti infrastrutturali siano compatibili con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e l’Accordo di Parigi. Parallelamente, i beni infrastrutturali costituiscono una quota importante dei danni economici, con le perdite economiche dovute ai disastri che sono aumentate di sette volte tra gli anni ’70 e il 2010, passando da una media di 198 miliardi di dollari a 1.600 miliardi di dollari. Questo, a sua volta, moltiplica le perdite (ad esempio, il mancato guadagno) per le imprese le cui attività sono state interrotte.

"Il giusto tipo di investimenti infrastrutturali può contribuire a migliorare la qualità della crescita, sostenendo l’azione per il clima, proteggendo la biodiversità, riducendo l’inquinamento e aumentando la resilienza ai rischi del cambiamento climatico", ha dichiarato il Segretario Generale dell’OCSE Mathias Cormann. "Ma gli investimenti necessari sono significativi. Sbloccare gli investimenti privati nella resilienza climatica richiederà una pianificazione a lungo termine dei progetti, la riduzione delle barriere normative, accordi efficaci di condivisione del rischio e, quando necessario, l’uso mirato e strategico del sostegno pubblico per attrarre finanziamenti privati – in particolare quando i tempi di ritorno degli investimenti nella resilienza possono costituire un ostacolo alla partecipazione del settore privato".

I Paesi in via di sviluppo, in particolare i Paesi meno sviluppati (LDC) e i Piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS), sono molto più esposti ai disastri legati al clima, da 10 a 30 volte in più rispetto ai Paesi OCSE. Essi devono affrontare importanti carenze di risorse e costi di finanziamento più elevati, che ostacolano la loro capacità di costruire infrastrutture di qualità. Per affrontare le loro sfide, il rapporto evidenzia la necessità di nuove forme di partenariato internazionale e di una maggiore mobilitazione di risorse da parte delle banche di sviluppo.

Oltre al fabbisogno di risorse finanziarie, il rapporto evidenzia anche l’efficacia delle soluzioni basate sulla natura – ad esempio l’utilizzo delle mangrovie o delle barriere coralline per ridurre i rischi di inondazioni costiere o di mareggiate – nel fornire misure economicamente vantaggiose per proteggere i beni e i servizi infrastrutturali.

Il rapporto fornisce ai responsabili politici e agli stakeholder importanti considerazioni e strumenti per sostenere il cambiamento verso infrastrutture più resilienti al clima.

The Infrastructure for a Climate-Resilient Future Report

The Compendium of Good Practices on Quality Infrastructure 2024

April 9, 2024 at 06:28PM

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