Packaging del futuro – Nuovi materiali per il packaging – MetaPrintArt
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MPA – Come opera Materially con le aziende che si occupano di packaging?
Anna Pellizzari – Noi ci occupiamo sostanzialmente di consulenza sull’innovazione materiale, nel senso che andiamo a individuare i possibili fornitori delle possibili soluzioni materiali innovative per aziende che ci chiedono delle soluzioni. E in questo senso mi riallaccio a quando detto finora: il panorama industriale si trova oggi a fronteggiare una trasformazione epocale, guidata dall’imperativo della sostenibilità e dalla necessità di innovare i materiali e i processi produttivi. In questo contesto, la consulenza sull’innovazione del materiale emerge come elemento cruciale per le aziende che cercano soluzioni innovative e sostenibili per i loro prodotti e confezionamenti.
MPA – Ma ci sono alternative sostenibili alla plastica? Quanto c’è di reale e quanto di immaginario?
A.P. – Il crescente interesse per soluzioni ecologiche si riflette nelle richieste delle aziende, che ora cercano fornitori in grado di offrire alternative sostenibili alla plastica convenzionale. Tuttavia, emerge un chiaro divario nella comprensione e nell’applicazione del concetto di sostenibilità. Se da un lato c’è un’esplosione di interesse per materiali ecologici, dall’altro persiste una certa confusione e una tendenza a seguire le mode del consumatore senza considerare appieno le implicazioni ambientali e pratiche.
Il settore del packaging rappresenta un ambito cruciale in questa transizione verso una maggiore sostenibilità. L’uso diffuso della plastica monouso è stato oggetto di restrizioni e direttive, spingendo le aziende a cercare alternative più eco-compatibili come la carta e la polpa di carta. Tuttavia, si evidenzia la necessità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e funzionalità, poiché alcune applicazioni richiedono ancora materiali plastici per garantire prestazioni ottimali.
Inoltre, emergono nuove sfide nel campo dei materiali circolari. Le direttive europee mirano a ridurre gli scarti industriali e i rifiuti, spingendo le supply chain verso modelli più circolari. Questo si traduce in una maggiore collaborazione tra aziende per sviluppare filiere di recupero e riciclo dei materiali, con un focus sull’Extended Product Responsibility (EPR). Parallelamente, le aziende investono in infrastrutture e tecnologie per migliorare il trattamento e il riutilizzo dei materiali, aprendo la strada a nuove opportunità di innovazione.
Ad esempio l’interesse per materiali alternativi alla pelle e per soluzioni bio-based è in costante crescita, con numerosi investimenti nel settore delle startup che sviluppano nuove soluzioni. Tuttavia, è importante affrontare le sfide legate alla gestione finale di questi materiali, per garantire un effettivo impatto positivo sull’ambiente.
MPA – Tutti vorremmo un materiale sostenibile, ok. Ma sostenibile in che senso?
A.P. – È un problema di linguaggio. Negli ultimi 4-5 anni moltissime aziende hanno notato un’esplosione della cultura aziendale verso la sostenibilità. Veramente 5 anni fa le aziende non cnoscenvano la differenza tra riciclato e riciclabile. Oggi invece sono tutti molto ferrati, hanno un assunto anche personale, quindi da questo punto di vista c’è un dialogo molto più sensato. Poi chiaramente rimane sempre il tema del non capire, del farsi anche guidare un po’ da quello che piace al consumatore, per cui sicuramente il fatto che “sembri carta”, per esempio, e invece è accoppiato, alla fine al di là dell’etichettatura ambientale il consumatore al momento di smaltire non sa come comportarsi.
MPA – A che punto sono le innovazioni?
A.P. – Dal punto di vista delle innovazioni, per noi il packaging non è solo alimentare, ovviamente, quindi noi dialoghiamo con tutte le aziende, anche molto con la moda, che ha delle logiche tutte sue, con molti gruppi che si creano delle loro linee guida interne totalmente insensate. Per cui per esempio la carta viene molto richiesta, però in molti casi la carta non va bene, e devi usare la plastica, perché non puoi pretendere un materiale di carta che abbia le stesse prestazioni della plastica. Tornando alle innovazioni, parliamo di sviluppo nel coating, in particolare per il consumo alimentare, e c’è molto lavoro interessante per bypassare i TFE, piuttosto che i BDC, tutte sostanze che sono o bannate o in via di ban. Nell’ambito del packaging cosmetico c’è stato un momento di grande interesse verso questi nuovi biocompound compostabili, che ora rivelano tutta la loro problematicità dal punto di vista della gestione finale, per cui nessuno lo butta nel compost. Nessuno butta, una confezione di cosmetico carina nel compost e finisce nell’indifferenziato o all’incenerimento.
Il tema della demonizzazione della plastica, si sta un po’ riassestando entro parametri più realistici, anche in prospettiva di investimenti importanti da parte di tutte le aziende nel ciclo chimico, per esempio, con l’opportunità di utilizzare le metallo-plastiche anche in campo alimentare e quindi di creare filiere più circolari compatibilmente con il consumo energetico di questi impianti, che è un altro discorso.
April 10, 2024 at 03:58PM