Perché (e come) il cambiamento climatico diffonde le malattie pericolose – Energia Oltre
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La Banca Mondiale prevede che un clima più caldo potrebbe produrre almeno 21 milioni di morti in più entro il 2050 solo a causa del caldo estremo, dell’arresto della crescita, della diarrea, della malaria e della dengue
Man mano che le emissioni di gas serra si accumulano nell’atmosfera e la Terra diventa un luogo più caldo, si prevede che diventerà anche più colpita dalle malattie. Gli insetti che pungono e quelli presenti nell’acqua – che diffondono malattie come la malaria e il colera – prosperano nelle condizioni calde e umide, spesso create dai cambiamenti climatici, ed è probabile che le condizioni meteorologiche estreme peggioreranno le cose.
COME IL CAMBIAMENTO CLIMATICO INFLUISCE SULLE MALATTIE
Esistono già prove dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle malattie: la Candida auris, un nuovo tipo di lievito osservato per la prima volta nel 2009, si è diffuso a livello globale in associazione con l’aumento delle temperature, spingendo alcuni ricercatori ad ipotizzare che si tratti del primo esempio di un nuovo fungo patogeno emergente dal riscaldamento globale indotto dall’uomo. Anche se la C. auris non rappresenta un pericolo per le persone sane, può rappresentare una minaccia per chi è malato o porta un dispositivo medico invasivo, e spesso resiste ai farmaci antifungini comunemente usati.
Negli Stati Uniti – scrive Jason Gale su Bloomberg – i casi sono saliti a 2.377 nel 2022, rispetto ai 173 del 2017, e i casi gravi possono essere mortali. Un’analisi su 192 pazienti ospedalizzati nello stesso periodo di tempo ha rilevato che, per circa un terzo che necessitava di ricovero ospedaliero, si è concluso con la morte.
All’inizio del 2024, una stagione delle piogge insolitamente calda in Sudamerica ha contribuito ad alimentare epidemie esplosive di due malattie trasmesse dalle zanzare: la dengue – che può essere anche fatale – e la febbre Oropouche, che nei casi più gravi può provocare meningite.
In caso di temperature più calde, che rendono un agente patogeno più pericoloso, alcune specie di batteri Vibrio – che causano la gastroenterite – non solo crescono più velocemente, ma diventano più dannose nell’acqua di mare sopra i 27°C. Gli studi hanno collegato il riscaldamento delle acque ad un aumento delle infezioni umane negli Stati Uniti e in alcune parti del Canada.
OMS: “IL CAMBIAMENTO CLIMATICO È LA PIÙ GRANDE MINACCIA PER LA SALUTE”
La preoccupazione è che questo sia solo l’inizio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il cambiamento climatico “la più grande minaccia per la salute che l’umanità deve affrontare”. Nel breve termine, il riscaldamento globale potrebbe ridurre leggermente i decessi legati alla temperatura, dato che attualmente il 90% dei 5 milioni stimati ogni anno sono dovuti a condizioni di freddo, piuttosto che di caldo. Con l’aumento dei decessi legati al caldo, però, si prevede che il cambiamento climatico nel lungo termine aumenterà la mortalità. La Banca Mondiale prevede che un clima più caldo potrebbe produrre almeno 21 milioni di morti in più entro il 2050 solo a causa del caldo estremo, dell’arresto della crescita, della diarrea, della malaria e della dengue.
Le persone che vivono in Paesi senza sistemi sanitari resilienti subiranno le maggiori conseguenze delle malattie influenzate dal clima. Ad ogni modo, ovunque le persone con un sistema immunitario indebolito o malattie respiratorie e cardiovascolari o allergie stagionali saranno a rischio più elevato. L’OMS stima che le ulteriori malattie e le esigenze terapeutiche derivanti dal cambiamento climatico aggiungeranno dai 2 ai 4 miliardi di dollari ai costi sanitari ogni anno già entro il 2030. I ricercatori che nel 2022 hanno condotto una revisione di oltre 77.000 studi hanno concluso che, su 375 malattie infettive che l’umanità si trova ad affrontare, i cambiamenti climatici, in vari modi, possono peggiorarne 218, cioè il 58%.
LE CONDIZIONI CLIMATICHE ESTREME FAVORISCONO L’INSORGERE DI MALATTIE
Episodi meteorologici estremi, resi più probabili o gravi dai cambiamenti climatici, hanno delle implicazioni sulla salute che vanno oltre gli infortuni e le morti. Le inondazioni possono diffondere la leptospirosi, un batterio dannoso per i reni presente nell’urina degli animali. L’acqua che si accumula all’interno di pneumatici usati, secchi e altri contenitori dopo una forte pioggia può creare terreno fertile per zanzare, moscerini e altri insetti che diffondono malattie. Sul versante opposto, la siccità può diffondere gli hantavirus – che possono causare malattie renali e respiratorie – portando nelle case toporagni, talpe ed altri roditori che li trasportano.
Il clima estremo può anche indebolire la capacità del corpo di contrastare gli agenti patogeni. Ciò può accadere quando incendi, inondazioni e altri disastri climatici costringono gli sfollati in situazioni di assembramento, dove possono proliferare malattie diarroiche, respiratorie e della pelle.
Il cambiamento climatico può alterare il comportamento umano in dei modi che aumentano le malattie: ad esempio, durante le ondate di caldo le persone spesso trascorrono più tempo in acqua, il che può portare ad un aumento dei casi di malattie trasmesse dall’acqua come colera, tifo ed Escherichia coli.
IL RISCHIO DEL RITORNO DI VECCHI VIRUS
C’è anche la possibilità che antiche “malattie zombie” vengano riportate alla luce dallo scioglimento del permafrost, lo strato ghiacciato sopra o sotto circa un quarto della superficie terrestre. Non si sa quali microbi intrappolati nel permafrost potrebbero essere pericolosi per le persone, ma nel 2016 una strana ondata di caldo – che ha visto le temperature estive nell’Artico russo salire oltre i 35°C – ha dimostrato che la minaccia è più di un’ipotesi.
Lo scioglimento del permafrost nella Siberia nordoccidentale ha provocato una frana vicino al luogo in cui migliaia di renne hanno iniziato ad ammalarsi e a morire, e poco dopo morirono anche due pastori di renne. Ulteriori indagini hanno identificato un’epidemia di antrace in un’area che era stata dichiarata libera per quasi 50 anni. Alcuni studi genetici hanno indicato che i batteri che causano l’antrace potrebbero essere emersi da un cadavere di animale in fase di scongelamento, infetto nel XIII secolo, quando orde di mongoli terrorizzavano l’Europa orientale.
April 14, 2024 at 08:31AM