Automazione, robotica, energia verde: Mirko Bottini racconta i nuovi progetti di Polytec e BM Group – Industria Italiana
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Persone, innovazione, sostenibilità, territorio: sono questi i valori di BM Group, gruppo industriale nato in Valle del Chiese, in Trentino, nel 1993 come piccola impresa di automazione, oggi multinazionale in costante crescita.
Dai primi grandi progetti di automazione realizzati alla coraggiosa scelta di investire in ricerca e sviluppo per costruire robot destinati ad un processo complesso e critico come quello di produzione dell’acciaio, il percorso, lungo oltre trent’anni, intreccia lo sviluppo di automazione e robotica con la progettazione e la costruzione di impianti energetici da fonti rinnovabili. Per Mirko Bottini, Andrea Tonini e Alex Bottini, i tre soci tutt’ora proprietari, era chiaro fin da subito che innovazione tecnologica ed energia rinnovabile fossero le parole chiave per disegnare l’industria del futuro, ben prima dell’avvento di Industria 4.0 e 5.0. I risultati di business confermano oggi la convinzione di questi tre pionieri che, grazie alla loro passione e al loro coraggio, oggi coordinano una realtà internazionale con sedi negli Stati Uniti, in Messico, in Brasile e in Corea del Sud che conta 27 società e oltre 350 collaboratori diretti.
Con oltre 200 milioni di fatturato nel 2023, il gruppo è amministrato da Francesco Bettoni. Ripercorrendo i trent’anni di storia, sono numerosi i passaggi chiave. Solo nell’ultimo anno, il gruppo si è qualificato con Polytec Energy tra i vincitori del bando provinciale della Provincia Autonoma di Trento per la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel settembre 2023, ha costituito una joint venture con Edison Next dando vita a Nyox, Epc di impianti fotovoltaici per la decarbonizzazione del mondo industriale. Poche settimane fa, l’acquisto di un nuovo stabilimento produttivo di 5000 mq a Calvagese, in provincia di Brescia, destinato alla costruzione di progetti meccatronici complessi, adibito inoltre alla formazione tecnica. Applicando il modello di open innovation, l’obiettivo infatti è quello di realizzare un centro per lo sviluppo e il trasferimento delle conoscenze e delle competenze, aperto ai diversi attori dell’ecosistema in cui BM Group opera, in un ambiente favorevole alla collaborazione e allo scambio di idee con spazi di co-working riservati ai clienti in formazione, ai partner tecnologici e ai progetti di collaborazione rivolti a scuole e università.
Qual è il fulcro della strategia? L’approccio multi-tecnologico e la realizzazione di pacchetti completi di servizi e tecnologie: automazione, robotica, generazione di energia da fonte rinnovabile e idrogeno che, per Bottini, sarà il vettore energetico del futuro prossimo.
Come si realizza l’integrazione tra attività così diverse nello stesso pacchetto? Condividere e trasferire tecnologie e competenze, dall’automazione al green e viceversa: così operano le aziende di BM Group. Ne abbiamo parlato con Mirko Bottini, presidente di BM Group.
D: Polytec è l’azienda di riferimento per la robotica e l’automazione, un integratore di sistemi nel campo della meccatronica industriale. Ci spiega meglio questo concetto?
R: Automatizzare operazioni complesse anche in ambienti produttivi critici, migliorando in primis la sicurezza degli operatori e anche l’efficienza complessiva del processo, è il nostro obiettivo. Ormai quindici anni fa, l’esperienza di integratori di automazione e la conoscenza del processo di produzione dell’acciaio, ci avevano spinto a immaginare una macchina che, in modo automatico, eseguisse traiettorie affidabili e movimenti complessi per eseguire il prelievo di acciaio liquido in un forno elettrico. Questo sistema robotizzato è stato inizialmente ingegnerizzato, poi testato e messo a disposizione del mercato. Si chiama PolySample Eaf e oggi è installato in oltre 30 stabilimenti produttivi del mondo. Il sistema offre due vantaggi significativi. In primo luogo, sostituisce un lavoro umano estremamente pericoloso: si pensi che, in passato, un tecnico, indossando materiale isolante, si avventurava vicino alla bocca della fornace per eseguire manualmente con un attrezzo il campionamento. In secondo luogo, la macchina è creata combinando un robot antropomorfo disponibile sul mercato, adattato e personalizzato per la sua funzione specifica, integrato con una lancia composta da una struttura oblunga in metallo, un sistema di raffreddamento, ottiche speciali in grado di resistere a temperature fino a 1.700 gradi e costruita direttamente da noi in Polytec. Non ci siamo fermati. Anno dopo anno, grazie anche alla fiducia di clienti che come noi hanno colto questa sfida e si sono resi disponibili a testare i nostri sistemi robotizzati, abbiamo sviluppato nuove soluzioni e migliorato quelle esistenti, per arrivare ad oggi con una gamma di oltre trenta isole robotizzate che integrano l’intero processo, dall’acciaieria al downstream. All’interno delle cosiddette “red zones” (forni, raffinazione e colata continua), l’impatto che le nostre soluzioni hanno, si riconduce prevalentemente a un notevole miglioramento della sicurezza e della salute degli operatori. Lungo il processo di laminazione, i nostri sistemi di campionamento, di analisi e misurazione e di etichettatura e marcatura, insieme alle piattaforme di tracking integrate di intelligenza artificiale, incidono positivamente sulla tracciabilità del prodotto e del processo, nonché sulla qualità. Veicoli a guida autonoma e sistemi integrati completano infine l’offerta per una gestione efficiente della movimentazione e del magazzino. La disponibilità di dati oggettivi e precisi raccolti da un robot dotato di sistemi di visione avanzati e intelligenza artificiale, consente al produttore di acciaio di conoscere meglio il proprio processo, intercettare le criticità e i difetti e agire, via via in modo predittivo, nell’ottica di un miglioramento continuo. Riscontrare quanto le nostre soluzioni rispondano perfettamente alla necessità di conoscere e migliorare costantemente il proprio processo produttivo, attesta il valore dell’innovazione tecnologica di Polytec: risposte concrete ai bisogni dell’industria.
D: Quali sono le vostre sfide, quale integratore di sistemi?
R: Sviluppare prodotti nuovi e continuare a migliorare quelli esistenti. Soltanto nel primo trimestre 2024, abbiamo registrato due nuovi brevetti: il primo è un sistema ibrido che permette l’accensione remota e sicura della lancia ossigeno nei processi dove gli accenditori incorporati non sono utilizzabili, disponibile sui nostri robot di apertura EBbtT e busetta della siviera. L’altro è un robot per il prelievo campione di prodotto posizionato sulla placca di raffreddamento. Lo scorso anno abbiamo inoltre realizzato due grandi progetti meccatronici complessi: un portale di saldatura e un portale di marcatura e identificazione difetti di prodotti d’acciaio piani (lastre). Due esempi notevoli di come oggi siamo in grado di integrare meccanica, elettronica e sviluppo software (dal PLC all’IIoT). «Questo non si può fare» oppure «Il robot in siderurgia non si può inserire per via delle temperature e dell’ambiente ostile» sono frasi che abbiamo sentito in questi anni. Comprensibili, poiché immaginare di riuscire a cambiare un processo produttivo così complesso come quello siderurgico non è semplice. Abbiamo raccolto la sfida, investito e lavorato molto prima di diventare leader globali nella robotica per il siderurgico. Le persone sono la chiave del nostro successo. Se oggi conquistiamo nuovi settori e possiamo candidarci come costruttori d’impianti, è perché all’interno di ogni azienda di BM Group la volontà di continuare a crescere e la determinazione nel raggiungere l’obiettivo sono molto forti.
D: Può fare degli esempi di future applicazioni robotiche in siderurgia?
R: Il trattamento e il monitoraggio delle siviere sono processi critici per garantire un funzionamento efficiente e sicuro del sistema. Dal controllo della composizione chimica del metallo liquido, al de-impiego di inclusioni indesiderate nel metallo, tramite il trattamento termico o l’aggiunta di agenti, fino ai sistemi di pesatura o di controllo dei parametri critici, sono i tanti passaggi che potrebbero essere automatizzati. Le siviere possono aver diverse dimensioni, dalle più grandi, utilizzate nei centri siderurgici, capaci di trasportare sino a 400 tonnellate di metallo e che vengono movimentate e manovrate tramite carroponte o con appositi carri, sino alle più piccole, utilizzate nelle piccole fonderie, che si manovrano a mano tramite lunghe aste che fungono da manici. Oggi la gestione manuale di queste operazioni è gravosa e anche pericolosa: voglio pensare che, grazie al nostro impegno, domani sarà sicura ed efficiente. Tutto questo riusciremo a farlo ad una condizione.
D: Quale condizione?
R: Mantenere la leadership nella meccatronica per il siderurgico: questo significa consolidare ed espandere la nostra presenza in nuovi Paesi. Attualmente le nostre soluzioni sono dirette per il 60% in Europa e resto del mondo e per il 40% in America del Sud e del Nord. L’Italia vale circa il 20%. Il Paese che maggiormente ci interessa è il Giappone, altri due veramente importanti sono India e Cina.
D: Alla meccatronica, ambito strategico del Gruppo BM, si affianca l’energia da fonti rinnovabili.
R: Nel 2023, su 115 milioni di fatturato, il 50% proviene dal primo ambito e l’altra metà dal secondo. Nel 2024, la percentuale legata alle rinnovabili potrebbe salire al 60%. Consideriamo però che il mercato dell’energia è un po’ ballerino e i suoi progressi dipendono anche da altri fattori, come ad esempio i prezzi dei combustibili. Per noi, i due ambiti sono comunque collegati.
D: In che senso le due attività sono legate?
R: Per esempio, nel fotovoltaico abbiamo trasferito le tecnologie di controllo e di IoT che già utilizzavamo nella robotica, riscontrando inoltre maggior agilità e miglior capacità operativa.
D: Considerato che siete attivi nella meccatronica industriale e nell’energia, quali sono i pillar della vostra strategia di crescita in quanto Gruppo BM?
R: Partiamo da una certezza: le aziende devono oggi affrontare la doppia transizione, quella tecnologica e quella energetica-ecologica. Queste due tendenze avanzano insieme a ritmo serrato. Noi disponiamo di un portafoglio di soluzioni, che contemplano, come già detto, l’automazione, l’energia e la robotica: incarniamo perfettamente il concetto di Industria 5.0, che persegue la sostenibilità nel senso più ampio del termine e all’evoluzione dei processi produttivi per renderli più flessibili e adattabili. Dall’integrazione delle nostre competenze, abbiamo sviluppato un portfolio completo di servizi e di tecnologie per il cliente: automazione, robotica, generazione di energia da fonti rinnovabili e l’idrogeno, vettore energetico del futuro prossimo. Siamo partiti con l’ambizione di portare l’innovazione tecnologica nei processi. Oggi siamo consulenti per sviluppare, per ciascuna situazione specifica, l’approccio e il percorso migliori per intraprendere la doppia transizione.
D: Dunque, il “core” della strategia di BM Group è l’offerta di un prodotto-servizio completo, “chiavi in mano”, che risponde alle necessità di trasformazione digitale e transizione energetica del settore manifatturiero. Il pacchetto è altresì in constante evoluzione.
R: Sì, la sfida è sempre tecnologica: mantenere la leadership, migliorare costantemente le nostre soluzioni, anche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per renderle disponibili a più processi.
Il nostro motto è: «From operator to supervisor». Nel contesto dell’Industria 5.0, le persone sono al centro e controllano il processo.
D: Il vostro settore di riferimento è solo la siderurgia?
R: Oltre al settore siderurgico, siamo presenti nell’industria dell’alluminio, della carta, della ceramica e dell’economia circolare. Negli ultimi anni Polytec ha seguito numerosi progetti di automazione anche nel campo delle infrastrutture. In queste settimane, Polytec sta completando le attività di ripristino dell’automazione delle funzionalità con la fornitura di nuove apparecchiature elettriche e nuovi sistemi di controllo a sicurezza per Cimolai S.p.A. nella Bocca di Malamocco a Venezia, nella conca di navigazione “Porta Lato Mare/Porta Lato Laguna”, la più profonda attraverso la quale transitano le navi verso il porto commerciale. Siamo fieri di questa crescita e siamo sempre pronti a cogliere opportunità derivanti da settori che cercano innovazione.
D: Il vostro gruppo vanta una grande competenza anche nel mondo delle rinnovabili: oltre al fotovoltaico e all’idroelettrico, recentemente si è aggiunto l’idrogeno. Che cos’è l’Hydrogen Valley? Cos’è il progetto “H2_Polytec”?
R: Polytec Energy, società di BM Group, con il progetto “H2_Polytec” è risultata tra i vincitori del bando provinciale della Provincia Autonoma di Trento per la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse (nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr; Ndr). Con il contributo ottenuto e un importante investimento diretto che abbiamo scelto di aggiungere, Polytec produrrà idrogeno verde in Valle del Chiese, contribuendo alla transizione energetica dell’area industriale, creando un indotto occupazionale e sviluppando nuove competenze da mettere a disposizione dei mercati che serviamo.
D: A che punto siamo? I lavori sono già iniziati? Quanto dureranno?
R: Il progetto è già iniziato: l’impianto è in fase progettuale: la fase autorizzativa si chiuderà entro l’anno. Quella realizzativa nel 2025.
D: All’interno del progetto H2_Polytec, Hydroalp sarà il partner tecnologico. Quali sono invece i task di Polytec e Polytec Energy?
R: Hydroalp peraltro costruisce impianti “chiavi in mano” per la produzione di idrogeno verde. Polytec Energy è la società di scopo creata appositamente per il progetto. Polytec si occuperà naturalmente di tutta la parte relativa l’automazione, il controllo processo e gestione dell’energia.
D: Pensa che in futuro l’idrogeno potrà interessare settori diversi rispetto a quelli hard-to-abate?
R: Assolutamente sì: l’idrogeno è un vettore energetico; interesserà sicuramente chi svolge l’attività di storage di grandi quantità di energia e poi una parte della mobilità.
D: BM Group cresce con nuove acquisizioni e spin-off che nascono. Qual è il programma?
R: Si, abbiamo un programma che prevede alcune acquisizioni. In passato ci siamo mossi principalmente costituendo spin-off. La proficua collaborazione con le università e i centri di ricerca ci permette di intercettare piccole realtà interessanti: Polytec Intralogistics è nata proprio grazie all’incontro con una start-up specializzata in robotica mobile collaborativa sulla quale abbiamo deciso di investire. Questo gruppo di ragazzi stava studiando una nuova tecnologia destinata al settore dell’intralogistica, siamo entrati in società finanziandoli e mettendo loro a disposizione la struttura di BM Group e la nostra rete. Per il 2024, abbiamo due target di acquisizione importanti, sui quali stiamo lavorando all’interno di settori affini ai nostri.
D: Vi interessa la quotazione in borsa, o la collaborazione con i fondi, per poter raccogliere capitale?
R: No, perché siamo in grado di sostenere il piano di sviluppo con i nostri mezzi. Quanto ai fondi, siamo “corteggiati” di continuo; ma, ripeto, non ne abbiamo bisogno.
D: Avete mai pensato di vendere non solo le vostre soluzioni ma anche la vostra proprietà intellettuale?
R: No, abbiamo sempre pensato di mettere in pratica e realizzare il frutto delle nostre idee in quanto prodotto, il prodotto di BM Group.
April 15, 2024 at 10:45AM