“Eventi di siccità saranno sempre più gravi e diffusi”: centri di ricerca dalla Svizzera al Colorado studiano il futuro di … – il Dolomiti

“Eventi di siccità saranno sempre più gravi e diffusi”: centri di ricerca dalla Svizzera al Colorado studiano il futuro di … – il Dolomiti

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La frequenza di siccità e inondazioni, eventi che mettono a dura prova la gestione dell’acqua, sono previsti in aumento e con intensità maggiori nel clima in cambiamento. Tuttavia, l’esatta influenza dei cambiamenti climatici sugli estremi idrologici in specifici contesti rimane ancora parzialmente sconosciuta, perché sono degli eventi difficili da rappresentare sia nelle osservazioni che nei modelli.

 

Una ricerca pubblicata su Earth’s future pochi giorni fa ha proprio l’obiettivo di far luce su questo tema e mostra i risultati di un’indagine sulla risposta di un grande numero di bacini idrografici nelle Alpi nei diversi scenari di riscaldamento globale. L’obiettivo è proprio quello di simulare siccità e inondazioni nell’arco alpino in un clima in riscaldamento. 

 

In estrema sintesi, i risultati del team che coinvolge ricercatori dell’Eth di Zurigo, del centro di ricerca dedicato al cambiamento climatico, gli eventi estremi e i rischi connessi nella regione alpina di Davos e del Centro nazionale per la ricerca atmosferica di Boulder, Colorado, sono i seguenti: si prevede che le inondazioni si verifichino più presto nel corso dell’anno, mentre le variazioni in termini di intensità sembrano essere trascurabili. Al contrario, gli eventi siccitosi mostrano cambiamenti non solo nella tempistica, ma anche un aumento dell’intensità, del deficit, della durata e dell’estensione.

 

Questi risultati evidenziano la necessità di adattarsi a eventi di siccità più gravi e diffusi, con implicazioni dirette per la gestione dei rischi e dei pericoli.

 

Infatti, quattro dei principali fiumi europei – il Reno, il Rodano, il Danubio e il Po – hanno origine nelle Alpi, e i livelli di acqua forniti da questi bacini è il risultato di una serie di processi legati alle condizioni meteorologiche determinano i livelli d’acqua forniti da questi bacini montani. 

 

La siccità viene generalmente classificata in base a tre variabili: la durata (durata dell’evento di siccità), il flusso minimo (il livello d’acqua più basso raggiunto) e il deficit (differenza tra il flusso d’acqua osservato e quello previsto per l’intero periodo). E il suo impatto sulle diverse attività dipendenti dall’acqua dipende da questi e altri fattori; ad esempio, l’energia idroelettrica è particolarmente sensibile al deficit idrico, mentre il trasporto dell’acqua è più seriamente influenzato dal flusso minimo. Questi fattori sono fortemente connessi dalla causa della siccità, ad esempio se è dovuta a scarse precipitazioni, a un ridotto scioglimento delle nevi o a una stagione nevosa fredda.

 

Uno studio pubblicato l’estate scorsa ha esaminato i cambiamenti nelle cause della siccità nelle Alpi centrali tra il 1970 e il 2017, usando i dati di flusso di 827 bacini idrografici in Austria, Francia, Germania e Svizzera, per identificare i periodi di siccità di almeno 30 giorni e incrociandoli con quelli meteorologici del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio per classificare gli eventi in otto categorie di siccità in base alla causa. I risultati della ricerca mostrano come i cali di scioglimento delle nevi stanno causando una maggiore frequenza della siccità, influenzando i tempi e le caratteristiche delle carenze idriche a valle.

 

Inoltre, le ricerche mostrano come i flussi d’acqua nella regione possono essere influenzati in modo significativo dalle attività umane, come l’estrazione delle acque sotterranee o la gestione dei livelli dei bacini idrici, e sostengono che tutti questi cambiamenti potrebbero avere conseguenze sulla gestione della siccità, in particolare sulla prevedibilità e sulla stagionalità degli eventi siccitosi, e su altre attività, tra cui la produzione di energia idroelettrica. 

 

Gli studiosi dientro a entrambe queste ricerche concludono con un appello relativo alla necessità di ulteriori e più approfonditi studi che analizzino i cambiamenti futuri nelle estensioni spaziali da diverse prospettive, ad esempio utilizzando modelli idrologici, statistici e di apprendimento automatico. 

April 17, 2024 at 06:15AM

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