Gli scenari sull’idrogeno emersi al Green & Hydrogen Forum del Sole 24 Ore – Energia Oltre

Gli scenari sull’idrogeno emersi al Green & Hydrogen Forum del Sole 24 Ore – Energia Oltre

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All’evento, svoltosi all’hotel NH Collection Milano CityLife di Milano, hanno partecipato il ministro Gilberto Pichetto Fratin e numerosi dirigenti di aziende italiane attive nel settore dell’idrogeno

Dall’idrogeno alle nuove frontiere dell’energia. Questi sono i temi che, nella mattinata di oggi, al NH Collection Milano CityLife di Milano, hanno animato il Green & Hydrogen Forum del Sole 24 Ore. Il dibattito – a cui hanno partecipato i principali operatori del settore – si è focalizzato sugli obiettivi concreti e sulle strategie utili per lo sviluppo della produzione di idrogeno e delle sue infrastrutture.

PICHETTO: ENTRO L’ESTATE AVREMO LA STRATEGIA NAZIONALE SULL’IDROGENO

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha affermato che “la questione dell’idrogeno va valutata passo dopo passo. C’è stata un’accelerazione della tecnologia e delle esperienze che determinano la necessità di raccogliere tutto l’insieme delle informazioni per integrare il nostro piano nazionale. Abbiamo investito 3,6 miliardi di euro sull’idrogeno, è partita la hydrogen valley. È stata una sorpresa vedere che le richieste hanno superato le nostre previsioni”.

“La strategia nazionale dell’Italia – ha aggiunto Pichetto – riguarda lo sviluppo delle varie forme di produzione di idrogeno, dall’idrogeno blu all’idrogeno verde. Dobbiamo attrezzare il sistema delle imprese, soprattutto quello dei settori hard to abate. Dobbiamo creare le condizioni affinché nei prossimi 20 anni l’Italia diventi un grande produttore, che faccia stare in piedi le nostre imprese e ci veda come un ponte importante verso il resto dell’Europa. Entro l’estate avremo la strategia”.

Il titolare del MASE ha poi sottolineato che “noi siamo il Paese che può fare da transito da Sud a Nord, dobbiamo attrezzarci anche in base all’attuale quadro geopolitico. Dobbiamo attrezzarci sul fronte del gas e dell’idrogeno, le pipeline che predisponiamo e modernizziamo diventeranno rilevanti in futuro anche per l’idrogeno. I tempi sono rispettati, anche grazie al RepowerEU. Il collegamento con il resto dell’Europa è già predisposto, stiamo ragionando sul rendere idoneo anche il collegamento con il Nord Africa”.

BESSEGHINI: PER IDROGENO SVILUPPO MATERIALI È CONDIZIONE NECESSARIA

Secondo il presidente di ARERA, Stefano Besseghini, “il settore dell’idrogeno è molto sfidante, sia per gli effetti che ha sui materiali, sia sul ruolo che gli stessi materiali hanno nello sviluppo delle infrastrutture per l’idrogeno. Lo sviluppo dei materiali è quindi una condizione necessaria, dobbiamo studiare lo sviluppo su larga scala che permette di abbattere i costi. Oggi abbiamo sviluppato la capacitò di avere degli acciai hydrogen ready, ma bisognerà lavorare sull’adattamento delle linee di produzione. Il settore dell’idrogeno offre molte opportunità e l’Italia può sviluppare una capacità e una leadership significativa”.

Sull’aspetto regolatorio del settore dell’idrogeno, il presidente di Arera ha sottolineato che “la Germania ha accelerato, e questo tira tutto il contesto di riferimento. Stiamo ragionando su quali sono i meccanismi più adeguati affinché questa tecnologia trovi lo spazio più adatto in cui evolvere. Il riferimento sarà il settore del gas, ma bisognerà chiarie come impostare la crescita e la presenza dei vari soggetti che vi opereranno. Siamo nella fase delle discussioni”.

SOLLAZZO: IDROGENO PUÒ PORTARE BENEFICI, MA HA EFFETTI CLIMALTERANTI

“L’idrogeno è una molecola molto piccola e difficile da contenere, e con un potenziale climalterante alto”, ha dichiarato Flavia Sollazzo, senior director dell’EU Energy Transition, Environmental Defense Fund Europe. “Oggi – ha spiegato – siamo in un momento storico cruciale, in cui dobbiamo impostare l’utilizzo dell’idrogeno come molecola pulita considerandone le opportunità, ma anche le sfide, e una di queste sono le conseguenza climatiche”.

“Abbiamo sviluppato una valutazione del ciclo di vita dell’idrogeno – ha spiegato Sollazzo – da cui è emerso che l’idrogeno ha il potenziale per ridurre le emissioni, ma non è intrinsecamente benefico per il clima. Quando viene immesso nell’atmosfera, infatti, ha un effetto climalterante che può essere fino a 40 volte superiore rispetto alla CO2. A seconda delle quantità di idrogeno che vengono immesse nell’atmosfera, i benefici per il clima possono essere ottimizzati o compromessi”.

GIUNTI (ENI): OGGI L’IDROGENO HA UN COSTO MOLTO VARIABILE

Secondo Francesco Giunti, Responsabile iniziative integrate e attività regolatorie di Eni, “il target europeo dei 20 milioni di tonnellate di idrogeno entro il 2030 probabilmente è un po’ esagerato. Bisogna rileggere questo obiettivo con più attenzione e con un approccio più pragmatico, anche perché c’è il tema dei costi”.

“Il nuovo mercato dell’idrogeno, soprattutto verso il settore hard to abate, al momento non è un mercato internazionale e non lo sarà nel medio termine”, ha spiegato Giunti, “quindi il costo, oltre ad essere elevato, è molto variabile, perché dipende da 3 fattori: il costo dell’elettricità rinnovabile, il balance of plant e il costo di trasformazione per il consumatore finale. Questi 3 fattori comportano una volatilità molto alta, che va dai 7-8 ai 18-19 euro/Kg. Più le infrastrutture permetteranno di creare un mercato locale e man mano più ampio, più i costi si abbasseranno”.

ERCOLI (SNAM): SULL’IDROGENO SNAM SVOLGE UN RUOLO DA PROTAGONISTA

“Snam – ha affermato Piero Ercoli, Executive Director Decarbonization Unit – svolge un ruolo da protagonista sull’idrogeno, perché è il maggiore operatore infrastrutturale in Europa. Noi aiutiamo il sistema lavorando ogni giorno, portando avanti delle iniziative sia nella pianificazione delle infrastrutture, sia nell’innovazione, perché dobbiamo programmare, ma anche continuare ad investire per abilitare la tecnologia. Oltre all’IPCEI della gigafactory che portiamo avanti con De Nora, recentemente siamo stati assegnatari di una hydrogen valley in Puglia. Abbiamo molti partner, insieme ai quali stiamo studiando il tema della value chain, delle emissioni climalteranti e tutto il resto”.

LUCCHESI (EDISON): IDROGENO IMPORTANTE ANCHE GRAZIE ALLA FLESSIBILITÀ

“Noi consideriamo l’idrogeno un vettore da utilizzare insieme ad altre fonti energetiche ma, grazie alla sua flessibilità, ha un ruolo importante”, ha affermato Gabriele Lucchesi, direttore idrogeno di Edison Next, aggiungendo che “abbiamo studiato  una serie di applicativi nei vari settori. In parallelo, abbiamo seguito la parte regolatoria e degli incentivi, con tutte le problematiche note. Il progetto più grande che abbiamo è l’hydrogen valley in Puglia. È un progetto molto ambizioso dedicato alla decarbonizzazione del settore industriale regionale, in particolare gli stabilimenti dell’ex Ilva di Taranto. Il modello di sviluppo della domanda di idrogeno più realistico crediamo avverrà attraverso piccoli poli di produzione, che poi si potranno estendere”.

DOSSI (H2IT): PARTITA SI VINCE SOLO CON COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATO

Alberto Dossi, presidente di H2IT Associazione Italiana Idrogeno, ha parlato della strategia nazionale per l’idrogeno, spiegando che “è importante perché la partita dell’idrogeno si vince solo se pubblico e privato collaborano. Dal MASE abbiamo avuto un ottimo riscontro, stiamo lavorando molto bene e la strategia dà l’opportunità alle aziende, per la prima volta, di collaborare ella scrittura di questo piano, che vede azioni di breve, medio e lungo periodo, perché la strategia arriverà fino al 2040. È importante per abilitare gli investimenti e dare una roadmap chiara. Noi daremo tutto il supporto come osservatorio di portatori d’interesse del settore”.

EL GAWOHARY (ANSALDO): SENZA PROFITTABILITÀ NON C’È TRANSIZIONE

“Noi siamo convinti che, senza profittabilità, non c’è transizione e non c’è idrogeno, quindi tutto ciò che facciamo lo pensiamo in un’ottica di sostenibilità economica. È l’unico modo per rendere questo sistema fattibile”. Così Nur El Gawohary, VP External Relations di Ansaldo Energia.

SALERNO (RINA): OGGI È CARO, MA SARÀ LA SOLUZIONE PER MOLTI SETTORI

Il presidente di RINA, Ugo Salerno, ha dichiarato che “l’idrogeno ci interessa perché la decarbonizzazione per noi è un punto strategico del nostro sviluppo. Noi lavoriamo sull’idrogeno già da molti anni, abbiamo iniziato dalle industrie hard to abate. Abbiamo dei progetti legati al mondo dei trasporti: siamo i project manager di un’iniziativa in Val Camonica per sostituire i treni a gasolio con treni ad idrogeno, ma il progetto non è ancora partito perché c’è un problema di costi. L’idrogeno in Italia costa carissimo, oltre 10 euro/kg, quindi reperirlo non è semplice. Ciò non significa che dobbiamo rinunciare all’idrogeno, perché sarà la soluzione per molti settori. Per essere competitivi in Europa, noi dovremmo pensare alla generazione di idrogeno col reforming e con la cattura della CO2”.

BALANDA (RENANTIS): IN ITALIA EOLICO GALLEGGIANTE HA POTENZIALE DI 200 GW

“In Italia abbiamo 6 progetti sull’eolico galleggiante: per i primi due, localizzati in Puglia, prevediamo che i cantieri apriranno nel 2027, utilizzando i porti locali e tanta supply chain locale. Da qui cercheremo di partire con la prima produzione entro il 2030”, ha dichiarato Ksenia Balanda, direttrice generale della partnership Renantis-BlueFloat Energy per l’Italia.

Per Balanda “l’Italia tradizionalmente è un Paese che non sfrutta subito tutte le sue potenzialità. Ad inizio anno abbiamo diffuso u un rapporto realizzato da The European House-Ambrosetti sull’industria eolica galleggiante che affronta le tempistiche e il potenziale che l’Italia può avere nella produzione da questa fonte: il potenziale è di 200 GW di capacità installata, un valore quasi unico nel bacino mediterraneo. L’Italia è al centro del Mediterraneo, quindi può diventare un punto di riferimento per i Paesi vicini”.

April 17, 2024 at 01:15PM

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