Esg Forum di Dilignetia, per le imprese la sostenibilità è d’obbligo – Economy Magazine

Esg Forum di Dilignetia, per le imprese la sostenibilità è d’obbligo – Economy Magazine

https://ift.tt/FWIN2jB

Raggiungere un adeguato grado di sostenibilità, ambientale e sociale da parte delle imprese, è un obiettivo che non fa a pugni con gli obiettivi di aumento di redditività e di crescita economica. Anzi. E dal momento che l’Italia è in ritardo nel raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, non si può perdere altro tempo e occorre un cambiamento prima di tutto culturale.

Di questo s’è parlato al secondo Forum ESG 2030 promosso da Diligentia ETS e realizzato in collaborazione con Unioncamere, e dal progetto Cultura e Formazione per un Futuro Sostenibile, realizzato dal Cueim, co-finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Al Forum, moderato dal direttore di Economy Sergio Luciano, hanno partecipato molti protagonisti della scena economica e istituzionale. Come ha esordito Cesare Saccani, presidente di Diligentia ETS, “dobbiamo far capire alle imprese che essere sostenibili non rappresenta un vezzo ma rappresenta un requisito indispensabile che anzi aumenta il loro profitto”. Anche le Camere di Commercio dal canto loro, è stato il messaggio di Sandro Pettinato, vice segretario generale di Unioncamere, possono essere il “volano” dello  sviluppo in questo senso. Ma andando a fondo della questione, la sostenibilità sembra ancora un valore poco ‘sentito’ dalle imprese. Dati alla mano, Andrea Alemanno partner senior della client organization di Ipsos, ha riferito che nel mondo delle imprese “tutti dicono, non tutti fanno”. Lo dimostra il fatto che solo due imprese medio-grandi su 3 hanno avviato una strategia di certificazione nell’ottica ESG ma nove su 10 ritengono che sia importante raccontare di essere sostenibili. Come dire: capiscono l’importanza di apparire, non quella di fare sul serio. Non solo, ma “il 40% è ancora scettico”, e questo tentennamento è alimentato anche “dalla crisi economica e dalla bassa velocità di transizione”.

LEGGI ANCHE: Impianti floating in Italia, vantaggi e opportunità. Il quadro di Hunters Group

Le imprese “sentono” la sostenibilità

Le imprese, ha osservato Marco Pironti professore ordinario di Economia e gestione dell’Innovazione e presidente dell’Innovation Center ICxT dell’Università di Torino, stanno iniziando a ‘sentire’ i temi della sostenibilità, che iniziano ad avere lo stesso “peso percepito” al pari delle grandi strategie. Ma, ha aggiunto, “bisogna ripensare al concetto d’impresa ripartendo innanzitutto dalle competenze”.
Eppure la consapevolezza nel mondo imprenditoriale sta aumentando: Enrico Giovannini, presidente di Asvis, ha puntualizzato che la sostenibilità è diventata non un mero optional ma una condizione ormai imprescindibile. “Bisogna accompagnare le imprese in questo cambiamento sostanziale di mentalità, che già si sta rafforzando nella società, e convincere loro che siamo entrati in una nuova fase del capitalismo”, ha detto citando John Belushi in Animal House (“Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare”). “Bisogna chiedere alle imprese, siete pronte a restare fuori dal mercato perché non siete capaci di offrire prodotti adeguati? Questo è il vero tema – ha spiegato – e stiamo parlando di prospettive a medio lungo termine, di innovazione e di una straordinaria opportunità di business, di crescita, di trasformazione”. Giovannini ha fatto inoltre presente che secondo i dati “le imprese che investono in sostenibilità e insieme in digitalizzazione vedono rafforzata la loro presenza sui mercati, aumentano redditività e anche occupazione. Per questo motivo, è un vantaggio: certo costa – ha aggiunto – ma più che un costo, è un investimento in vista di una redditività futura”.
Paola Caporosso, presidente Fondazione Etica, ha sottolineato invece che “non ci può essere sviluppo ambientale senza sostenibilità, anche sociale. I numeri della povertà sono pesantissimi – oltre 5 milioni di italiani vivono in condizioni di povertà assoluta – ma occorre che innanzitutto le istituzioni considerino il sociale non come un costo ma come un’occasione di sviluppo. Bisogna avere l’ambizione di farlo diventare un volano dell’economia”. 
D’altronde, come ha osservato Giorgio Merli, autore del libro “Resettare e ripartire”, per produttività l’Italia è agli anni Settanta e per questo occorre un colpo di reni da parte delle imprese. Da parte del mondo imprenditoriale, Massimo Piacenti Presidente Anir Confindustria ha annunciato che si sta mettendo a punto un vademecum per le imprese grandi e piccole della categoria.
Un’iniziativa che non può non trovare d’accordo, Silvia Grandi, Direttore generale economia circolare del Ministero dell’Ambiente, secondo cui bisogna “orientare” tutto il tessuto produttivo in questa direzione e fare in modo che l’attività di “consulenza” suggerisca di fare business in un nuovo modo. Sostenibile e redditizio, appunto.  I.P.

April 18, 2024 at 05:15PM

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *