L’Italia è fiduciosa sugli obiettivi europei sull’idrogeno. Gli analisti meno – Energia Oltre
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Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato che “l’Italia sta sviluppando una serie di rapporti con importanti partner a sostegno dell’Africa”, che rappresenta una potenziale via di fornitura di idrogeno
“Parlare di decine di milioni di tonnellate di importazioni entro il 2030 sembra prematuro al momento. Nonostante gli obiettivi dell’Unione europei, la domanda di idrogeno nel continente stenta a decollare”. Così, in un’intervista al sito Montelnews, Francesco Sassi, analista del think tank RIE. Sassi è quindi in antitesi con la posizione del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, secondo cui l’Ue è sulla buona strada con il suo obiettivo di “decine di milioni di tonnellate di idrogeno entro il 2030”.
Secondo Francesco Giunti, responsabile Affari regolatori di Eni, “gli obiettivi europei sono ambiziosi, quindi è fondamentale essere pragmatici”, mentre per Gabriele Lucchesi, responsabile Divisione Idrogeno di Edison, “il punto di partenza della nuova strategia dev’essere la domanda”.
ANALISTI: MANTENERE UN PREZZO BASSO È FONDAMENTALE
Tuttavia, i calcoli dell’analista energetico Rabobank Hyung-Ja de Zeeuw mostrano che il mercato Ue dell’idrogeno pulito avrà bisogno di almeno 10-15 anni per svilupparsi. Secondo gli esperti, mantenere un prezzo basso per l’idrogeno è fondamentale per incentivare la sua diffusa adozione come fonte di energia pulita, favorendo la sostenibilità e riducendo la dipendenza dai combustibili fossili.
“Dovrà essere sostenibile anche dal punto di vista dei costi, altrimenti l’industria lo rifiuterà. Stiamo creando un mercato, quindi gli incentivi sono fondamentali”, ha affermato Alberto Dossi, presidente dell’associazione italiana idrogeno H2IT.
Secondo Piero Ercoli, direttore esecutivo Decarbonizzazione di Snam, per lo sviluppo di successo del mercato dell’idrogeno “l’industria è fondamentale, bisogna produrre al giusto prezzo. Considerata la nostra posizione geografica, dobbiamo capitalizzare il Sud Italia”.
I RAPPORTI TRA ITALIA ED AFRICA SULL’IDROGENO
Per contribuire a raggiungere i livelli di importazione di idrogeno dell’Unione europea richiesti per il 2030, il ministro Pichetto ha dichiarato che “l’Italia sta sviluppando una serie di rapporti con importanti partner a sostegno dell’Africa”, che rappresenta una potenziale via di fornitura per l’Europa. Tuttavia, secondo Sassi “questi progetti infrastrutturali multimiliardari – che collegano i Paesi Ue con fornitori stranieri – “non hanno senso senza un chiaro piano di crescita”. Altri in passato hanno messo in dubbio gli obiettivi Ue per il 2030 a causa del ritardo nello sviluppo della tecnologia dell’idrogeno, della debole domanda e dell’aumento dei costi degli elettrolizzatori.
I PROGETTI DELL’ITALIA SULL’IDROGENO
Il PNRR destina oltre 3 miliardi di euro all’idrogeno: fondi dedicati all’utilizzo del vettore energetico in settori hard-to-abate, ma anche per attività di ricerca e sviluppo e per la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto stradale e ferroviario. La prospettiva di utilizzo su larga scala dell’idrogeno verde è attentamente monitorata dalle politiche europee, come dimostrano il Fit for 55 e il piano REPowerEU, che stabilisce un target di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile prodotte dall’Unione europea e altri 10 milioni di tonnellate importate entro il 2030.
I piani del governo prevedono inoltre le “hydrogen valley”, che dovrebbero costituire dei veri e propri hub per produrre idrogeno verde, quindi rinnovabile. La strategia energetica italiana attualmente ha già finanziato 52 progetti in tutto il Paese, di cui 28 al Sud, a cui andrà il 50% degli oltre 500 milioni di euro di investimenti previsti dal PNRR. Le valli dell’idrogeno – che, secondo i piani dell’esecutivo, dovranno essere realizzate entro il 31 dicembre 2026 – puntano a promuovere la produzione di idrogeno verde nell’industria e nei trasporti.
PICHETTO: L’ITALIA PRODURRÀ IDROGENO RINNOVABILE
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato il decreto per riassegnare alle Regioni e Province autonome oltre 60 milioni di euro non impegnati nell’ambito dell’Investimento PNRR “Produzione in aree industriali dismesse”. Le risorse saranno integrate con ulteriori 90 milioni di euro derivanti dal REPoweEU. I 150 milioni consentiranno di finanziare totalmente 14 progetti ammessi parzialmente e 9 ulteriori progetti che si andranno ad aggiungere ai 50 in corso di realizzazione.
“Il Ministero intende investire tutte le risorse disponibili del PNRR per dotare l’Italia di un sistema industriale per la produzione di idrogeno rinnovabile”, ha dichiarato il ministro Pichetto, aggiungendo che “questo è un passaggio importante per competere in un mercato internazionale in rapida evoluzione, in cui l’Italia vuole giocare un ruolo da leader”.
LA STRATEGIA NAZIONALE SULL’IDROGENO
Ieri, intanto, partecipando all’evento del Sole 24 Ore “Green & Hydrogen Forum”, Pichetto ha dichiarato che la strategia nazionale, su cui è al lavoro un tavolo insediatosi a febbraio, “verrà definita entro l’estate”, e ha assicurato che lo schema di incentivi tariffari per produrre idrogeno a basse emissioni “è in dirittura d’arrivo, poi dobbiamo notificarlo alla Commissione europea. Auspico di avere lo schema definitivo entro fine anno”.
BESSEGHINI: LO SVILUPPO DEI MATERIALI È UNA CONDIZIONE NECESSARIA
Sempre nel corso del Green & Hydrogen Forum, il presidente di ARERA, Stefano Besseghini, ha spiegato che nel settore dell’idrogeno “lo sviluppo dei materiali è una condizione necessaria, dobbiamo studiare lo sviluppo su larga scala che permette di abbattere i costi. Oggi abbiamo sviluppato la capacità di avere degli acciai hydrogen ready, ma bisognerà lavorare sull’adattamento delle linee di produzione. Il settore offre molte opportunità e l’Italia può sviluppare una capacità e una leadership significativa”.
April 19, 2024 at 09:04AM