Il clima che cambia, dall’estate all’inverno in 24 ore: «Adattarsi per salvare l’economia» – quotidianodipuglia.it

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È il 19 aprile e il termometro è fermo sui 9 gradi alle 9 di mattina. Solo due giorni prima, all’ora di pranzo, la temperatura sfondava i 30 gradi. Da un giorno all’altro un’escursione termica da capogiro. Non è più un’anomalia, dovremmo abituarci. Sono i cambiamenti climatici e li stiamo toccando con mano. Il Mediterraneo è definito come un hotspot climatico, ovvero una delle aree del pianeta dove, per ragioni soprattutto fisico-geografiche, i cambiamenti climatici corrono più veloci della media, causando impatti più forti sugli ecosistemi e sugli insediamenti della popolazione. La Puglia è pienamente coinvolta in questo scenario. E sta già cambiando sotto i nostri occhi. «Le ricerche recenti indicano che questa regione è esposta a cambiamenti significativi che hanno già iniziato ad alterare i suoi sistemi costieri e marini. Ad esempio, stiamo osservando un aumento del livello del mare nel bacino adriatico, con una tendenza sugli ultimi decenni misurata di 4.6 mm all’anno». Parola di Giovanni Coppini, direttore della Divisione sull’oceano globale costiero della Fondazione centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc).

Gli indicatori

Un altro indicatore critico è la temperatura del mare, che gli esperti del Cmcc prevedono aumenterà di circa un grado. Questo numero non è una goccia nell’oceano, ma una grande onda. «L’aumento di un grado impatterà notevolmente sugli ecosistemi marini e le correnti costiere – spiega sempre Coppini – questo riscaldamento può portare a un cambiamento delle specie marine e influenzare la stratificazione dell’acqua, con impatti diretti sulla pesca e sulla salute degli ecosistemi marini. Occorre sviluppare sistemi per programmare al meglio azioni di adattamento, come ad esempio il restauro degli ecosistemi marini per combattere la perdita di biodiversità e l’erosione costiera, la promozione ed espansione delle aree marine protette. Sono ottimi passi verso una società costiera più resiliente».

Se cambia il mare della Puglia l’effetto domino è dietro l’angolo. Le prime a cambiare saranno le coste. L’innalzamento del livello del mare aggraverà ancora di più il fenomeno dell’erosione, arretrando la linea di costa con una riduzione della profondità delle spiagge e portando al danneggiamento dei sistemi dunali e all’instabilità delle falesie. Tutto messo nero su bianco in uno studio dell’imponente Progetto AdriaClim, realizzato da numeri partners, tra cui l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Lo studio scuote uno degli assi portanti della Puglia: il turismo. Anche questo comparto sarà radicalmente cambiato dagli effetti del cambiamento climatico. Lo spiega Francesco Gentile, professore del Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari e coordinatore del progetto. «L’aumento delle temperature massime in estate impatterà causando possibili cali dell’affluenza turistica – sottolinea il professore – in maniera indiretta, potrebbe modificare la capacità attrattiva della meta turistica attraverso l’aumento degli incendi boschivi nelle aree turistiche, l’aumento di specie aliene e invasive nelle aree di fruizione, lo stress termico e i rischi per la salute di vacanzieri e operatori del settore, la diminuzione di acqua per l’industria del turismo e l’aumento dei consumi energetici, i danni da eventi climatici estremi alle strutture ricettive e alle infrastrutture di servizio e di trasporto, l’erosione costiera e la ridotta disponibilità di spiagge» evidenzia Gentile.

Ondate di calore in città

Non se la passerà meglio chi vive questa regione tutto l’anno e chi risiede nelle città, dove le ondate di calore saranno sempre più frequenti e particolarmente intense. Per vivere dentro questo gigantesco cambiamento si dovrà fare quello che l’homo sapiens fa da 200mila anni. Adattarsi. Saranno necessarie azioni di adattamento come la creazione di aree verdi e di forestazione urbana, il monitoraggio e la gestione delle isole di calore, azioni di sensibilizzazione e promozione di forme di tutela dei soggetti esposti, misure di isolamento termico e tecniche di raffrescamento delle strutture, soluzioni per l’ombreggiamento urbano. Sarà una grande sfida, l’unica possibile. Intanto l’Organizzazione meteorologica mondiale ha confermato che il 2023 è stato di gran lunga l’anno più caldo di sempre. E ancora deve arrivare l’estate 2024.

S. Mar. 

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April 21, 2024 at 05:18AM

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