Copernicus, in Europa la crisi climatica corre a velocità doppia. Wwf: «È allarme rosso» – Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile
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Nel periodo 2022-2023, i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa il 10% del volume residuo
Copernicus, in Europa la crisi climatica corre a velocità doppia. Wwf: «È allarme rosso»
Saulo (Wmo): «È la sfida più grande della nostra generazione. Il costo della climate action può sembrare alto, ma il costo dell’inazione è molto più alto»
[22 Aprile 2024]
L’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) e Copernicus, il programma europeo di punta per l’osservazione della Terra, hanno pubblicato oggi il rapporto sullo Stato europeo del clima 2023 (Esotc 2023).
A causa della crisi climatica in corso, a livello globale il 2023 è stato l’anno più caldo degli ultimi centomila, e l’Europa si trova particolarmente esposta al pericolo: «È il continente che si sta riscaldando più rapidamente, con un aumento delle temperature pari a circa il doppio della media globale», spiegano da Copernicus.
Anche in Europa il 2023 è stato l’anno più caldo o il secondo più caldo mai registrato (a seconda del set di dati considerato), e anche la temperatura media della superficie dei mari europei ha raggiunto un nuovo record.
Questo andamento sta portando a un rapido incremento degli eventi meteo estremi, come riassume Carlo Buontempo, direttore del Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus (C3S): «Nel 2023 l’Europa è stata testimone del più grande incendio mai registrato, di uno degli anni più piovosi, di gravi ondate di calore marino e di devastanti inondazioni diffuse».
Dopo un 2022 segnato dalla siccità, nel 2023 al contrario in Europa ha piovuto il 7% in più rispetto alla media. Le precipitazioni sono però sempre più concentrate nel tempo come nello spazio: nel corso dell’anno, un terzo della rete fluviale europea ha registrato flussi fluviali superiori alla soglia di alluvione “elevata” e il 16% ha superato la soglia di alluvione “grave”.
Complessivamente, nel 2023 in Europa sono morte 63 persone a causa di tempeste, 44 per inondazioni e 44 per incendi. Inoltre, da precedenti studi sappiamo che le ondate di calore causano sempre più vittime: per la sola estate 2022 si stimano 70mila morti premature a livello europeo, di cui 18mila in Italia.
Guardando invece alle perdite economiche legate alle condizioni meteorologiche e climatiche, Copernicus e Wmo stimano che l’Europa abbia perso oltre 13,4 miliardi di euro.
«La crisi climatica è la sfida più grande della nostra generazione – commenta Celeste Saulo, segretaria generale del Wmo – Il costo della climate action può sembrare alto, ma il costo dell’inazione è molto più alto».
Quanto più alto? Secondo il più recente studio pubblicato sul tema, la crisi climatica sta già costando al mondo 38mila mld di dollari l’anno in termini di reddito perso per i cittadini, e i danni superano di sei volte i costi necessari per contenere il riscaldamento globale entro i +2°C a livello globale (mentre l’attuale traiettoria segna +2,5-2,9°C).
L’Italia, ancor più del resto d’Europa, è in prima fila ad affrontare la crisi climatica. Basti osservare che, nel solo periodo 2022-2023, i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa il 10% del loro volume residuo.
Una situazione da «allarme rosso» secondo il Wwf Italia, che però nel nostro Paese non viene ben spiegato alla cittadinanza: «La crisi climatica è sempre più anche crisi per la salute, umana, di animali e piante, degli ecosistemi. Questo rischio viene ancora poco e mal rappresentato da parte dei media e dei decisori politici nel dibattito pubblico e nelle decisioni», spiega Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Panda nazionale.
«Dobbiamo uscire dai combustibili fossili e dobbiamo studiare il modo per riconvertire subito, non tra 50 anni, le aziende oil and gas, anche per poter gestire l’impatto sociale. È una sfida per tutti, ma per l’Europa di più – continua Midulla – Mentre in Italia si discute di false soluzioni, che ci faranno solo perdere tempo (il nucleare) dalla California arriva la notizia che la produzione da rinnovabili soddisfa tutta la domanda elettrica in modo sempre più stabile, addirittura i dati del California independent system operator mostrano che l’offerta di energia geotermica, idroelettrica, solare ed eolica ha superato la domanda per un periodo compreso tra 0,25 e 6 ore al giorno per più di tre quarti dei giorni dall’inizio di marzo: e la California sta attuando il decomissioning del nucleare. La transizione sta già raggiungendo i suoi traguardi, dobbiamo correre».
April 22, 2024 at 03:14PM