Da “downburst” a “aridificazione”: con parole nuove il cambiamento climatico cambia anche la nostra lingua – Corriere della Sera

Da “downburst” a “aridificazione”: con parole nuove il cambiamento climatico cambia anche la nostra lingua – Corriere della Sera

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Per descrivere la crisi climatica e i suoi effetti non basta una singola parola. Ma, a dire il vero, neppure una lingua. In occasione della Giornata della Terra (Earth Day) del 22 aprile, celebrata ogni anno in 192 Paesi del mondo con l’obiettivo di proteggere l’ambiente, la casa editrice Zanichelli ha inserito nel suo vocabolario Zingarelli i neologismi e le nuove espressioni che tutti noi usiamo per descrivere — e capire — il clima che cambia. E non solo: «Il linguaggio non si limita a descrivere la realtà, ma contribuisce a plasmarla. Quando si parla di fenomeni climatici, le parole che usiamo incidono sul nostro approccio rispetto a questi temi», spiega al Corriere Andrea Zaninello, dottorando all’Università di Bolzano e alla Fondazione Bruno Kessler di Trento, che insieme a Mario Cannella e Beata Lazzarini ha curato l’aggiornamento del dizionario.

Nell’edizione 2025 del dizionario “Zingarelli” della casa editrice Zanichelli verranno integrati neologismi e nuove espressioni per descrivere le sfide legate al clima, ma anche possibili soluzioni. Per Andrea Zaninello, uno dei curatori, «scegliere le parole giuste è un modo di sensibilizzare la comunità su questi temi»

Da e-fuel a policrisi, da downburst a “neutralità climatica”. Sono solo alcuni dei neologismi che, dal 9 maggio, andranno a integrare prima l’edizione digitale 2024 de lo Zingarelli e poi la sua edizione 2025. A spiccare sono le parole di origine straniera, soprattutto inglese, che in termini tecnici si chiamano forestierismi: «Da una parte c’è il fatto che il dibattito scientifico si svolge soprattutto in inglese e che molto spesso, anche per le caratteristiche strutturali della nostra lingua, risulta più facile usare direttamente le parole straniere», continua Zaninello. Ma la scelta può derivare anche da fattori più profondi, perché «usare termini di altre lingue può creare distacco, allontanando da noi il significato di certe parole». Insomma, carbon tax e “tassa sulle emissioni” significano la stessa cosa ma, nel primo caso, il concetto appare più astratto.

Parole nuove

Tra i nuovi termini, alcuni indicano gli effetti dei cambiamenti climatici come aridificazione (estensione del clima arido ad aree in precedenza non tali) o eventi estremi come downburst (fenomeno caratterizzato da forti correnti d’aria discensionali che in prossimità del suolo si trasformano in venti violentissimi). O, ancora, parlano delle innovazioni come gli e-fuel (combustibile di origine sintetica prodotto utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili).

L’avanzata delle espressioni

A spiccare è anche il diffondersi di espressioni composte da più parole. Oltre alla difficoltà di tradurre alcuni termini in italiano, dalla tendenza emerge anche il fatto che, forse, per descrivere scenari complessi servono espressioni complesse. È il caso di mobilità sostenibile (un sistema di trasporti fondato sull’uso dei mezzi pubblici in alternativa a quelli privati, con conseguente riduzione dell’inquinamento urbano), ma anche di mobilità dolce (mobilità urbana realizzata con biciclette, monopattini o altri piccoli mezzi elettrici). E poi c’è policrisi (crisi che si manifesta su più fronti contemporaneamente, per esempio pandemia insieme a recessione, inquinamento insieme a guerre, ecc.) e infine uno sguardo al futuro con un obiettivo ambizioso come la neutralità climatica (punto di equilibrio tra le emissioni prodotte dalle attività umane e l’assorbimento naturale o artificiale delle stesse).

Il linguaggio neutro non esiste

Le novità lessicali non sono solo la rappresentazione plastica del mondo che cambia. Ma parlano appunto della lettura che, come umanità, diamo a questi cambiamenti. Zaninello punta l’attenzione su quello che sta succedendo nel mondo anglosassone, dove «ultimamente, si è cominciato a parlare di “crisi climatica” anziché di “riscaldamento globale”: una scelta che veicola un senso di urgenza ed emergenza». E la stessa considerazione si può fare per quanto riguarda la tendenza di parlare dei cambiamenti climatici facendo metafore e analogie col corpo umano: «Paragonare la Terra a un organismo malato fa aumentare la nostra immedesimazione e il nostro coinvolgimento». Una dimostrazione del fatto che, conclude Zaninello, «scegliere le parole giuste è fondamentale per sensibilizzare la comunità su alcuni temi, perché ci permette di veicolare significati più precisi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

April 22, 2024 at 11:17AM

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