Frutta e verdura alla mercè del clima – il Resto del Carlino
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L’abbassamento delle temperature di questi ultimi giorni, preoccupa gli agricoltori. Che siano grandi, medie o piccole, le aziende soffrono indistintamente per la gestione dei cicli naturali vegetativi e produttivi delle diverse coltivazioni, dipendenti solo da ‘madre natura’, che ormai da anni, si manifesta in modo anomalo. Temperature primaverili e siccità nella stagione invernale, alternate a basse temperature in primavera con conseguente aumento di intensità e frequenza di eventi climatici estremi, mettono sempre più a rischio l’agricoltura che inevitabilmente subisce gli impatti del cambiamento climatico in atto. Lo sanno bene gli agricoltori della Valdaso, dove la sostenibilità dei sistemi produttivi di frutta e verdura, è appesa al filo della speranza che in questa stagione, non si ripeta quanto accaduto con la primavera 2023. Lo scorso anno infatti, l’inverno mite e la pioggia persistente da metà aprile e metà giugno, avevano accelerato i cicli vegetativi delle piante da frutto per poi causare la perdita di allegagione con gravi ripercussioni sugli scarsi raccolti. Condizione ben nota ai produttori di uva e olio che hanno perso mediamente il 50% di produzione. Alla luce delle alte temperature che hanno caratterizzato l’inverno appena passato, e l’abbassamento delle stesse di questi ultimi giorni, è comprensibile la preoccupazione del ripetersi della situazione climatica che andrebbe ad inasprire il contesto generale di già note criticità del settore. Che l’agricoltura sia fortemente a rischio a causa di vari fattori, lo si ripete da tempo. Tra questi: i costi di produzione raddoppiati negli ultimi anni che si scontrano con la realtà di prezzi di vendita dei prodotti non congrui alle spese sostenute, la carenza di manodopera specializzata ed i faticosi ed onerosi disciplinari di produzione da rispettare. Criticità a cui si aggiungono le problematiche dei cambiamenti climatici.
Paola Pieragostini
April 23, 2024 at 06:44AM