Regolamento Ecodesign: si punta su eco compatibilità, riparazione e riciclo – HDblog
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In questi giorni sono entrate in vigore diverse iniziative europee volte a ridurre drasticamente le emissioni di gas clima-alteranti del Vecchio Continente e, al contempo, a rendere più competitiva e sostenibile la nostra filiera produttiva.
Oltre al decreto per l’efficientamento energetico degli edifici (la direttiva “Case Green”), con la conseguente nascita della Coalizione Europea per i finanziamenti, e la firma della Carta Solare Europea, in questi giorni Bruxelles ha promulgato il Regolamento Ecodesign (Espr), approvato in prima lettura dal Parlamento europeo nel luglio 2023
Alessandra Moretti, europarlamentare Pd e relatrice del provvedimento, ha dichiarato:
È giunto il momento di liberarci dall’obsoleto modello “prendi, produci, smaltisci” che sta creando molti problemi al nostro pianeta, alla nostra salute e alla nostra economia. Oggi apriamo la strada a una nuova era, in cui ogni prodotto sarà realizzato in modo più sostenibile e in cui i consumatori potranno risparmiare energia, riparare e fare scelte ambientali intelligenti. Una situazione vantaggiosa per tutti, sia per il portafoglio che per il pianeta
Il testo di legge andrà a regolamentare e modificare profondamente la filiera produttiva e la gestione degli invenduti in diversi settori; dai prodotti destinati al riscaldamento domestico ai capi di vestiario, ecco cosa cambierà dal 2030.
LEUROPA PUNTA SU ECOCOMPATIBILITA, SOSTENIBILITA E RIUSO
Approvato in forma piena (455 voti a favore, 99 contrari e 54 astenuti), il Regolamento Ecodesign mira a promuovere la progettazione eco compatibile dei prodotti europei, introducendo un passaporto digitale e impedendo la distruzione dell’invenduto, prassi ampiamente adottata e diffusa, in particolare, nel settore tessile legato alla “fast fashion”.
I tempi per la messa in regola dei processi di produzione e gestione degli invenduti sono sei anni (2024 – 2030) con alcuni settori prioritari (industria pesante – ferro, acciaio, alluminio – e tessile).
Finalità della direttiva è rendere accessibili più rapidamente le ultime tecnologie, più efficienti e meno energivore (in particolare nell’ambito degli elettrodomestici), realizzate con materiali durevoli e facilmente riparabili e riciclabili, in modo da promuovere pienamente le tre “R” (ridurre, riciclare e riutilizzare).
L’Espr promuove anche la trasparenza e la tracciabilità di ogni prodotto, tramite l’introduzione del passaporto digitale: questo documento permette (similmente per quanto avviene con l’etichetta dei consumi, già in uso per gli elettrodomestici) di verificare le componenti utilizzate e tutti i passaggi della filiera produttiva.
Inoltre fornisce al cliente finale informazioni complete non solo sul corretto uso e manutenzione del bene acquistato ma anche sull’eventuale riparazione/sostituzione delle componenti danneggiate.
REGOLAMENTO ECODESIGN E APPARECCHI DOMESTICI
Gli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente locale ad uso domestico (con potenza termica ≤ 50 kW) e commerciale (con potenza termica ≤ 300 kW) saranno fra i primi ad essere interessati dall’entrata in vigore del Regolamento Ecodesign, assieme ad asciugasalviette elettrici, i riscaldatori a tubi di grandi dimensioni e i riscaldatori a resistenza elettrica senza controlli integrati.
Le nuove misure introducono anche livelli massimi di consumo energetico per le modalità a basso consumo (modalità standby e modalità spento), con limiti a 0,30 W di consumo per entrambe a partire dal 9 maggio 2027.
Il limite sale a 1,00 W per gli apparecchi in modalità standby che forniscano informazioni aggiornate sullo stato del dispositivo e a 2,00 W per i prodotti connessi alla rete wifi del locale.
Infine, se la comunicazione tra il generatore di calore e il dispositivo di controllo è senza fili o si avvale della rete elettrica, il consumo in standby non deve superare i 3,00 W.
Il regolamento va’ a toccare anche le emissioni di Nox (ossido di azoto e miscele correlate) di camini e caldaie a a combustione aperta e focolare aperto, a combustione aperta a focolare chiuso, a flusso bilanciato e di quelli privi di condotto di evacuazione.
I limiti applicati sono ≤120 mg/kWhinput per i dispositivi sopra riportati e ≤ 180 mg/kWhinput per gli apparecchi a irraggiamento luminoso o a tubo radiante.
REGOLAMENTO ECODESIGN E FAST FASHION
Le direttive dell’Espr si applicano tassativamente anche a capi di abbigliamento ed accessori.
Come accennato, fra i settori identificati come prioritari per la messa in regola rispetto alla normativa Ecodesign, figura quello settile, ad oggi fra i più inquinanti a livello globale.
In particolare, l’Espr andrà a colpire la cosidetta fast fashion, ovvero la sovraproduzione di abiti (spesso di bassa qualità) destinati ad essere acquistati a basso prezzo unicamente all’interno di una stagione di moda, andando fuori produzione nel giro di pochi mesi e finendo spesso distrutto o in discariche a cielo aperto nei deserti dell’America Latina.
Carlo Capasa presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana all’edizione 2024 del Luxury Summit del Sole 24 Ore, ha commentato:
Oggi le leggi europee ci stanno indirizzando verso un percorso preciso sulla sostenibilità, ma bisogna trovare il modo per cui la sostenibilità sia applicata ma in una maniera accettabile. Il Regolamento Ecodesign stabilisce la durabilità dei prodotti con regole precise, basate a loro volta sulla resistenza dei materiali; regole che però per noi non vanno bene. Stiamo cercando, grazie al passaporto digitale, di monitorare la durata del capo finito e di far passare il concetto di durabilità emotiva: quella che riguarda una abito di pizzo che passa di generazione in generazione, anche se il tessuto in sé non è “durevole”. Per il tessile è la fine di un modello nocivo per ambiente, salute e economia.
Il nuovo regolamento punta direttamente al cuore del problema, introducendo il divieto di distruzione degli invenduti tessili, promuovendo pratiche virtuose di riuso e donazione, tramite la consegna dei capi ad associazioni che si faranno carico di consegnarli a persone in difficoltà.
Le grandi aziende del settore avranno a disposizione unicamente due anni di tempo per conformarsi alla nuova normativa, mentre per le medie imprese l’arco temporale a disposizione sale a sei anni equiparandosi alla data limite degli altri settori (2030).
April 24, 2024 at 05:52PM