Crisi climatica e sostenibilità digitale, un italiano su quattro non conosce il tema – Corriere della Sera

Crisi climatica e sostenibilità digitale, un italiano su quattro non conosce il tema – Corriere della Sera

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Prima le Regioni, poi le grandi città e adesso un confronto tra metropoli e piccoli centri, al di sotto dei 3mila abitanti. Alla ricerca del livello di consapevolezza dei cittadini verso la sostenibilità digitale. Perché, se c’è da scoprire Cosa pensano gli italiani del rapporto tra sostenibilità e digitale” — titolo della ricerca dell’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, realizzata in collaborazione con l’istituto di studi politici, San Pio V — , è sempre meglio scendere più nel dettaglio. «Tre anni fa abbiamo iniziato a raccogliere dati e a costruire un indice (il “Digital Sustainability Index”, Ndr) che potesse misurare il livello di uso consapevole del digitale per la sostenibilità e basato sulle risposte degli italiani ai nostri quesiti: però, anche se ci avvicinavamo sempre più a una risposta convincente, ci rendevamo conto che mancava ancora un tassello».

Un cittadino su tre vorrebbe saperne di più. Questi i risultati della ricerca presentata dalla Fondazione per la sostenibilità digitale“Cosa pensano gli italiani del rapporto tra sostenibilità e digitale” Non mancano le sorprese: l’opinione degli italiani non cambia tra Nord e Sud, ma tra metropoli e piccoli centri

Quel tassello a cui fa cenno Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la sostenibilità digitale, è venuto fuori molto concretamente dopo le 4mila interviste dell’ultima ricerca: «La prima cosa che ci ha sorpresi è che non esiste, parlando di rapporto tra sostenibilità e digitale, un’Italia del Nord e un’altra del Sud. Stavolta a dividere l’opinione degli italiani sul rapporto tra sostenibilità e digitale sono i grandi centri dai piccoli paesi; e se entrambi si trovano a Nord o a Sud, conta davvero poco».

Ne sappiamo troppo poco

Lasciando spazio a numeri e percentuali, scopriamo come l’indagine evidenzi che il 34 per cento degli abitanti delle grandi città abbia una conoscenza limitata o nulla del concetto di sostenibilità: in pratica, un italiano su tre. Ma questa percentuale sale di quasi 20 punti percentuali, al 53 per cento, se si considerano i comuni con meno di 3000 abitanti: un italiano su due che vive nei piccoli centri (l’80 per cento dei comuni italiani è al di sotto dei 3000 abitanti) non sa cosa sia la sostenibilità.

«Il climate change è grave, ma c’è tempo»

E poi c’è un altro aspetto, che potrebbe essere definito, “Tu che nei sai del digitale?”, e che lascia un po’interdetti: stando alle risposte date alla ricerca dell’Osservatorio, noi italiani non abbiamo le idee molto chiare quando pensiamo al digitale come strumento al servizio della sostenibilità, sia ambientale, economica o sociale. Per esempio, a proposito del cambiamento climatico, il 27 per cento degli intervistati dei piccoli centri dichiara che è sì, un problema grave, ma che abbiamo tutto il tempo per affrontarlo e risolverlo; stessa risposta dalle grandi città, ma stavolta è il 20 per cento a pensarlo.

Il paradosso dei piccoli Comuni

Certo che a questo punto, una domanda è d’obbligo: e se fosse solo una questione di conoscenza? La ricerca ha pensato anche a questa possibilità, ottenendo una risposta che deve far riflettere: il 44 per cento del totale degli intervistati sa poco o nulla di sostenibilità. Se poi andiamo a spulciare tra le risposte dei cittadini dei grandi e dei piccoli centri, nel primo caso il 34 per cento non sa nemmeno di che cosa si stia parlando, percentuale che sale al 53 per cento nei piccoli centri. «Si arriva così al paradosso che quei servizi che dovrebbero e potrebbero essere più utili proprio agli abitanti dei comuni più piccoli sono meno conosciuti e meno utilizzati proprio da questa fascia di popolazione: i casi più eclatanti sono quelli della pubblica amministrazione digitale e della sanità», sottolinea Epifani.

Ripartiamo dalla scuola

Cosa fare a questo punto e soprattutto in che modo è possibile utilizzare la ricerca dell’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale? La risposta più immediata potrebbe essere: insistere e ancora insistere sulla conoscenza della sostenibilità digitale. Può essere letta, quindi, in questo senso la collaborazione dell’Agenzia per l’Italia Digitale con la Fondazione: «Nel nostro piano triennale, abbiamo avviato un percorso di collaborazione con la Fondazione per la Sostenibilità Digitale per portare modelli, criteri e principi orientati all’utilizzo della trasformazione digitale per lo sviluppo sostenibile all’interno della pubblica amministrazione», ricorda Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Dove possa arrivare questo tipo di collaborazione e da dove possa partire, lo spiega concretamente Epifani: «Essere consapevoli dell’importanza della sostenibilità digitale è una grandissima operazione culturale che deve coinvolgere gli studenti, gli imprenditori e le piccole e medie imprese: non basta la normativa per imporre processi sostenibili, ma serve una consapevolezza condivisa che porti le persone a cambiare il loro modo di agire”.

Tesi premiate

E a proposito di scuola e università, nel corso dell’evento annuale della Fondazione per la sostenibilità digitale, sono state premiate le tre migliori tesi sulla sostenibilità digitale, in occasione del “Digital Sustainability Award”, realizzato dalla Fondazione, in collaborazione con il Gruppo EHT, aggregatore di imprese innovative con oltre 70 aziende in Italia. Miglior tesi magistrale è stata giudicata quella di Chiara Parlanti, dell’università Roma Tre, il cui titolo è Ecosofie digitali: Filosofia, Ecologia e Tecnologia. Miglior tesi di dottorato è stata, invece, quella di Sara Carciotti, dell’università di Trieste-Udine, Smartcruise destinations: un approccio innovativo a network nella gestione delle connessioni tra il turismo crocieristico, le destinazioni turistiche e il territorio.

Pregiudizi giovanili sulla tecnologia

Infine, per la sessione miglior tesi “Donne Itc”, Francesca Marcello, dell’università di Cagliari, si è aggiudicata il terzo premio con Sensors and Wearable-based Activity Recognition and Behaviour Analysis for Users’ Quality of Life Improvement. Tre aspetti alla base della cultura della sostenibilità digitale. E ottimo punto di partenza per non farsi trovare impreparati di fronte alle sfide della sostenibilità digitale. Provando a superare quello che gli stessi giovani pensano: dai dati dell’Osservatorio della Fondazione, emerge, infatti, che 3 giovani su 10 ancora oggi ritengono che la tecnologia non sia cruciale nella lotta al cambiamento climatico.

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April 29, 2024 at 08:10PM

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