Neopor® BMBcert® 100% riciclati secondo lo schema di certificazione ReMade in Italy®. – ingenio-web.it

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Nel mondo contemporaneo, la sostenibilità si è tessuta in un complesso mosaico di azioni, politiche e filosofie che intersecano la vita quotidiana, l’economia globale e l’etica collettiva.

Non si limita più alla sola conservazione ambientale, ma abbraccia una vasta gamma di dimensioni, intrecciando insieme il benessere ecologico, economico, sociale e culturale della nostra società.

Ne riflettevo in questi giorni ripensando a letture e incontri con alcuni esperti, e ho sentito l’esigenza di mettere alcune riflessioni su carta, se così sì può dire visto che di carta proprio non ne usiamo.

Immaginiamo una Terra dove ogni gesto quotidiano, dalla semplice azione di riciclare alla scelta di fonti energetiche rinnovabili, possa essere un passo verso la riduzione dell’impatto ambientale.

Questo è il nucleo della sostenibilità ambientale: una sinfonia di pratiche che salvaguardano i nostri ecosistemi per garantire che continuino a fiorire per le generazioni a venire.

Ma non è sufficiente.

Nel contesto economico, la sostenibilità si manifesta come una transizione verso un’economia circolare che rigenera piuttosto che esaurire. Questo modello economico fa eco all’idea di prosperità in armonia con il nostro pianeta, promuovendo tecnologie verdi e modelli di business che rigenerano le nostre risorse naturali piuttosto che depredarle.

E anche questo non è sufficiente.

Dal punto di vista sociale, la sostenibilità si fa portatrice di equità e accesso a condizioni di vita dignitose per tutti. Immaginate comunità in cui l’accesso a cibo, acqua, istruzione e giustizia sociale non sia un lusso, ma un diritto universale. Questo aspetto della sostenibilità mira a costruire società capaci di resistere e prosperare di fronte alle sfide future.

E non possiamo limitarci solo a questo.

Sul fronte culturale, la sostenibilità celebra e preserva la ricchezza delle nostre diversità culturali. In questo scenario, le pratiche sostenibili sono profondamente radicate nelle tradizioni locali, rispettando e valorizzando le conoscenze indigene come custodi di saggezza ambientale.

E non possiamo dimenticare l’innovazione tecnologica, che si pone come pilastro della sostenibilità, con lo sviluppo di soluzioni che riducono l’impronta ecologica dell’umanità e migliorano la qualità della vita. Questo spettro tecnologico si estende dall’energia pulita ai trasporti ecocompatibili, mostrando che il progresso può camminare di pari passo con la cura del nostro pianeta.

In questa era, la sostenibilità è un impegno condiviso che richiede l’azione concertata di individui, aziende e governi, un impegno verso un futuro in cui le risorse del nostro pianeta sono custodite con cura per assicurare un domani prospero e rigenerativo per tutti.

E in tale contesto le costruzioni hanno un peso importante, che non può essere trascurato: efficienza, comfort, salubrità, devo fare i conti anche con impronta carbonica, LCA, riuso e riciclo.

 

Dare concretezza, a partire dalle costruzioni

Molto utile su questo aspetto si è rilevata una recente conversazione con Fabio Perrotta, Sen. Manager, Techn. Business Development Styrenic Polymers – South Europe di BASF

Questo ambizioso percorso si fonda su due principi cardinali: l’adozione di obiettivi ambiziosi e il mantenimento di impegni realistici.

Con Fabio Perrotta abbiamo parlato di efficientamento energetico delle abitazioni e delle esigenze progettuali da parte dei professionisti del settore, ma non solo.

Nelle riflesssioni fatte è emerso la comune visione che oggi, più che mai, sia fondamentale che la progettazione e la committenza ponga sempre più attenzione alla scelta dei materiali costruttivi i quali devono rispondere e rispettare le normative vigenti ed essere realmente virtuosi e in linea con i dettami della nuova bioedilizia.

Nel momento nel quale si sceglie un prodotto o una applicazione questa deve essere valutata lungo tutto il ciclo di vita solo così si può capire quale è il reale impatto ambientale di un prodotto ovvero il proprio CARBON FOOT PRINT.

Perciò la valutazione e la scelta è oggi una fase determinante del progetto perché è fin dalle fasi progettuali che si può capire quanto la scelta dei materiali e di conseguenza la costruzione risparmierà in CO2 lungo tutto il suo ciclo di vita e questo è l’ obbiettivo primario posto da tutti i paesi nel mondo per il 2050 ovvero diventare Carbon Neutral.

Perrotta mi ha ha spiegato che BASF ha già risposto a queste esigenze introducendo nel mercato dell’edilizia un nuovo EPS il Neopor® BMBcert® realizzato attraverso il metodo produttivo BMB Biomass Balance, secondo il quale fino al 100% delle fonti fossili primarie viene sostituito da fonti rinnovabili sostenibili all’inizio della produzione e attribuite ai rispettivi prodotti finali, utilizzando un modello di calcolo certificato secondo lo schema REDcert2.

Con il metodo Biomass Balance, non solo si contribuisce al risparmio di fonti fossili primarie, ma si migliora ulteriormente il profilo ambientale dei prodotti.

L’impatto ambientale dei pannelli realizzati con Neopor® BMBcert® migliora del 66%, rispetto a quello dei pannelli in Polistirene Espanso Sinterizzato (EPS) tradizionale grazie a un’importante riduzione delle emissioni di CO2

Neopor® BMBcert® si presenta perciò al mercato con caratteristiche uniche, che soddisfano i più importanti requisiti tecnici, normativi e ambientali riducendo drasticamente le emissioni di CO2 emesse rispetto a quelli tradizionali.

Grazie a queste caratteristiche proprie Neopor® BMBcert® è riconosciuto come materia prima nell’ambito del processo di certificazione secondo lo schema Remade in Italy® che rimane al momento uno dei pochissimi schemi di certificazione accreditato nello specifico rivolto alla verifica del contenuto di riciclato in un prodotto (o materiale o semilavorato), applicabile a tutti i settori, materiali e settori produttivi, compresi prodotti multimateriali.

I pannelli isolanti realizzati con Neopor® BMBcert® di BASF possono essere certificati come 100% riciclati, in classe A+, secondo lo schema di certificazione ReMade in Italy®.

Per sostenere i progettisti, costruttori e chiunque vuole informarsi meglio del metodo BMB e Neopor® BMBcert® abbiamo realizzato un sito dedicato che non a caso si chiama ISOLANTI LOWCO2 dove vengono riportate informazioni a 360 gradi sul metodo produttivo, il ruolo di Remade in Italy ma anche case history, una selezione di prodotti realizzati dai partner con Neopor® BMBcert® già disponibili sul mercato per realizzare progetti virtuosi in linea con tutte le nuove normative e trend di progettazione LOW CARBON FOOT PRINT oltre ad altre notizie e curiosità che riguardano il mondo BMB.

La certificazione REMADE® è un marchio distintivo nel panorama dell’economia circolare, nato sotto l’ala di un’organizzazione no profit per valorizzare l’incorporazione di materiali riciclati o sottoprodotti nei prodotti finiti.

Attraverso questa certificazione, le aziende possono dimostrare la percentuale di contenuto riciclato all’interno dei loro prodotti, a prescindere dalla tipologia o settore di appartenenza, enfatizzando l’impegno verso pratiche sostenibili.

I prodotti che ottengono la certificazione REMADE sono emblematici dell’economia circolare, garantendo affidabilità, tracciabilità e innovazione. Questi prodotti godono di riconoscimento immediato nei criteri di acquisizione ecologica delle pubbliche amministrazioni e possono beneficiare di incentivi fiscali, promuovendo così l’acquisto di prodotti sostenibili.

In sintesi, REMADE® rappresenta un pilastro della sostenibilità, spingendo le imprese verso una produzione più responsabile e un futuro più verde. Ma vi è un grande ostacolo da superare, un altro appunto di visone comune con Fabio: quello culturale.

La sfida della sostenibilità nelle costruzioni non è ancora stata realmente accolta. Ce ne accorgiamo visitando i cantieri tradizionali, quelli delle periferie, delle province, dell’edilizia privata. Alcuni passi sono stati fatti, soprattutto sul tema dell’isolamento termico, e questo è un bene, ma non basta.

E per capire a che punto siamo proviamo a chiedere a un qualsiasi progettista oggi che cosa sia ReMade®: la maggiorparte non saprà risponderci.

April 29, 2024 at 10:55AM

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