Disinformazione sul cambiamento climatico, l’appello degli scienziati in vista delle elezioni europee – Etica Sgr
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Le più importanti associazioni scientifiche italiane hanno firmato un appello contro la disinformazione rivolto alle forze politiche del nostro Paese impegnate nella campagna elettorale per l’elezione del Parlamento europeo che si svolgerà dal 6 al 9 giugno 2024.
L’obiettivo del testo, diffuso il 18 aprile dalla Federazione italiana di scienze della natura e dell’ambiente, è rafforzare il contrasto al fenomeno delle climate fake truths, le campagne di disinformazione sul cambiamento climatico. Scrivono i firmatari
La verità scientifica consolidata è continuamente messa in dubbio o negata sulla base di convinzioni personali, soprattutto quando i risultati delle ricerche vanno contro gli interessi economici o le ideologie politiche.
Non esistono dati scientifici validi che negano il cambiamento climatico
L’appello “Ascoltare la scienza: contro la disinformazione elettorale” non si limita a una denuncia formale verso chi promuove, per tornaconto personale, una narrazione alterata del cambiamento climatico, ma sottolinea i gravi effetti che scaturiscono da ogni comunicazione che manipola, minimizza o nega il messaggio scientifico.
Scrivono gli autori: Ogni società moderna deve basarsi sulla conoscenza scientifica. Non farlo avrebbe conseguenze molto gravi per la nostra salute, la nostra economia e il nostro benessere. Ogni volta che una figura istituzionale, i mezzi di comunicazione ma anche tutte le componenti della società civile, sottovalutano, mettono in discussione, o strumentalizzano un fatto scientifico, contribuiscono ad alimentare “l’inazione”, l’ostacolo più grande agli sforzi per mitigare gli impatti del cambiamento climatico.
Lo scopo della lettera è anche quello di ricordare il ruolo della scienza. Un’azione che a molti può sembrare superflua o addirittura paradossale nel 2024, ma che tuttavia è più necessaria che mai. Infatti il rischio di diffusione nell’opinione pubblica di un sentimento antiscientifico è sempre presente e può essere alimentato e sfruttato a fini politici. Per questo i firmatari dell’appello non ritengono inattuale ribadire come funziona il metodo scientifico, ricordando a tutti che ogni critica è legittima purché sia supportata dai fatti, dalle evidenze e da dati trasparenti e disponibili a chiunque. Il dibattito, infatti, può trovare nutrimento anche da posizioni diverse, purché siano posizioni scientifiche. Ma esistono queste posizioni che contestano, con dati validati, il cambiamento climatico? La risposta è no.
Le Nazioni Unite nel 2021 hanno comunicato che la comunità scientifica mondiale è compatta nell’affermare che le attività umane sono la causa del riscaldamento globale, le evidenze sono inequivocabili: oltre il 99% di tutta la letteratura scientifica sul cambiamento climatico, sottoposta a revisione paritaria e quindi corretta in maniera anonima da altri scienziati, lo conferma in maniera categorica. L’unica soluzione per limitare gli effetti devastanti del cambiamento climatico è bloccare l’emissione nell’atmosfera di gas serra. Il livello di certezza scientifico su questo è pari a quello della teoria dell’evoluzione.
Leggiamo al punto 10 dell’appello:
Il 75% degli ambienti delle terre emerse e circa il 66% degli ambienti oceanici sono stati
significativamente alterati dalle azioni umane. Più di un terzo della superficie delle terre emerse e quasi il 75% delle risorse di acqua dolce sono destinate alla produzione agricola e zootecnica. Il degrado del suolo ha ridotto la produttività del 23% della superficie delle terre emerse.
Serve un cambiamento culturale in risposta al negazionismo climatico
Oggi, un individuo che mettesse in discussione gli studi di Charles Darwin sarebbe considerato non credibile, non si può affermare lo stesso per quanto riguarda il climate change che continua ad essere messo in dubbio con il solo obiettivo di creare confusione, di apparire sui media, di strappare consensi instillando dubbi e paure nei cittadini.
La negazione del cambiamento climatico o la sua sottovalutazione arriva, addirittura, a ridicolizzare gli sforzi di quanti si dedicano a richiamare l’attenzione sulla necessità di un cambiamento a tutti i livelli della società. Un aspetto su cui ha richiamato l’attenzione anche Papa Bergoglio: non si tratta di una velleità generazionale ma di un cambiamento culturale necessario.
Gli autori dell’appello hanno stilato un elenco di punti fondamentali sul cambiamento climatico sui quali c’è l’assoluto consenso della comunità scientifica mondiale, un riassunto anti disinformazione ad uso di tutte le forze politiche e sociali, dei media, di cittadine e cittadini, affinché la lotta al cambiamento climatico non sia più divisiva ma diventi protagonista dei programmi politici di tutti gli schieramenti, nel dibattito pubblico, nella vita quotidiana. Perché, come afferma instancabilmente il segretario generale della Nazioni Unite Antonio Guterres “il mondo non può permettersi ritardi, indecisioni o mezze misure”.
May 1, 2024 at 12:50AM