Moda sostenibile: passaporto digitale, leggi innovative – Green Planner
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Si tratta di un sistema di etichettatura digitale, che utilizza codici Qr o altre tecnologie simili, per fornire informazioni chiare e trasparenti sulle caratteristiche ambientali dei prodotti tessili – come abbigliamento, tessuti per la casa e calzature – ai consumatori.
Il passaporto digitale include una serie di informazioni cruciali, come la quantità di materiale riciclato impiegata nella produzione, le caratteristiche di riciclabilità del prodotto, la presenza di sostanze pericolose e la tracciabilità geografica delle principali fasi di lavorazione.
Inoltre, fornisce indicazioni su come evitare il greenwashing, impedendo l’utilizzo di claim ingannevoli come biodegradabile o 100% sostenibile. L’obiettivo principale del passaporto digitale per la moda sostenibile è di educare e guidare i consumatori verso scelte più consapevoli e sostenibili, consentendo loro di fare acquisti in linea con i propri valori ambientali.
L’iniziativa, inoltre, ha l’obiettivo di promuovere la trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento della moda, incoraggiando le aziende a adottare pratiche produttive più sostenibili e responsabili.
Passaporto digitale: ecco l’esempio francese
La legge Agec (Anti-Gaspillage pour une Économie Circulaire) è stata promulgata nel febbraio 2020, con l’obiettivo di promuovere modelli di circolarità a 360 gradi entro il 2040.
Questa legge, che va oltre il settore tessile e moda, si articola in cinque fasi progressive, tra cui l’abbandono graduale della plastica monouso e l’azione contro l’obsolescenza programmata. Con il Decreto 2022-748 del 29 aprile 2022, si stabiliscono obiettivi cruciali per l’etichettatura dei prodotti che entrano nel mercato francese.
In sintesi, le etichette devono essere digitali, ma è consentito mantenerle cartacee, e devono essere accessibili durante l’acquisto. L’etichettatura diventa obbligatoria per le aziende con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro a partire dal 1 gennaio 2023, con requisiti successivamente ridotti per le imprese di dimensioni minori nei due anni successivi.
Tuttavia, alcune categorie merceologiche, come borse e capi di abbigliamento in pelle o plastica al 100%, rimangono escluse da questi obblighi. Parallelamente, l’iniziativa Re-Fashion introduce una grafica innovativa per guidare i consumatori sulle modalità corrette di smaltimento dei capi di abbigliamento, incoraggiando la donazione, la rivendita e il corretto conferimento negli appositi contenitori.
Queste misure non solo puntano a promuovere la trasparenza e la sostenibilità nel settore della moda, ma anche a educare i consumatori sulle scelte che possono fare per ridurre l’impatto ambientale dei loro acquisti.
Con la Francia in prima linea, è probabile che altre nazioni europee seguano l’esempio, perseguendo una rivoluzione verso una moda più responsabile e consapevole.
Crediti immagine: Depositphotos
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Aurora Magni: difficile incontrarla senza il suo setter inglese al fianco. Una laurea in filosofia e una passione per i materiali e l’innovazione nell’industria tessile e della moda; è presidente e cofondatrice della società di ricerca e consulenza Blumine, insegna Sostenibilità dei sistemi industriali alla Liuc di Castellanza e collabora con università e centri ricerca. Giornalista, ha in attivo studi e pubblicazioni sulla sostenibilità |
May 3, 2024 at 01:46PM