Il biologico agroalimentare italiano continua a conquistare i mercati esteri – la Repubblica
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La crescita dell’agroalimentare biologico italiano sui mercati globali non accenna a fermarsi. Le esportazioni del settore sono infatti cresciute sempre di più negli ultimi anni, segnando nel 2023 un ragguardevole +8%, con un valore complessivo remunerato dai mercati esteri di 3,6 miliardi di euro e un incremento del 203% rispetto al 2012.
I numeri che certificano questa crescita esponenziale sono stati resi noti da AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese legate al settore, nel corso della fiera Cibus International Food Exhibition di Parma, sulla base della ricerca “Il Bio italiano sui mercati internazionali” elaborata dalla piattaforma Ita.Bio di Nomisma.
Per ora le esportazioni del biologico rappresentano il 6% sul totale dell’export agroalimentare, ma questa percentuale è in continuo aumento. A fare la parte del leone è il vino biologico, che incide per l’8,5% (670 milioni di euro, +7% rispetto all’anno precedente) sul totale dell’export enologico nazionale, con una prospettiva di crescita significativa soprattutto nei paesi nordici. A seguire c’è l’agrifood, che costituisce il 5,5% (2,9 miliardi di euro, +8%) dell’intero comparto alimentare, e che punta alla Germania come mercato più promettente.
Ma quali sono i Paesi sui quali il bio italiano esercita la maggiore attrattiva? Innanzitutto gli Stati Uniti, dove la qualità del biologico Made in Italy è considerata la migliore dal 45% degli intervistati. O ancora Svezia e Danimarca, dove il 65% dichiara di aver comprato almeno un prodotto biologico alimentare nostrano nell’ultimo anno. Emblematico poi il caso della Cina, Paese di quasi un miliardo e mezzo di abitanti, in cui il 61% degli interpellati afferma di voler incrementare il consumo di prodotti biologici nel prossimo futuro. Un’opportunità da non perdere per i nostri produttori, che vedono una crescente base potenziale di consumatori globali da raggiungere sia migliorando l’informazione che incrementando la distribuzione nei negozi.
Secondo Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio, “la recente crescita dell’export nel settore agroalimentare biologico è un chiaro segnale del valore e della competitività dei prodotti italiani nel panorama internazionale. Tuttavia – prosegue Maffini – siamo consapevoli che ci sono ancora sfide da affrontare per massimizzare il potenziale di questo settore. Come AssoBio, ci impegniamo a lavorare con tutti gli attori: gli agricoltori, le aziende di trasformazione e distribuzione, le Istituzioni politiche italiane ed europee per rinforzare il biologico italiano nel mondo. Insieme possiamo sfruttare appieno le opportunità di crescita e consolidare la posizione dell’Italia come leader nel settore agroalimentare biologico a livello globale".
Un altro dato rilevante riguarda il mercato interno, anch’esso in crescita: il volume ha raggiunto i 5,474 miliardi di euro (+9%), con un incremento maggiore per quanto riguarda il consumo fuori casa (+18%) rispetto a quello domestico (+7%). Eppure gli italiani si confermano “cattivi consumatori” di alimenti biologici, con una spesa pro capite annuale di 62 euro. In Europa la tendenza è opposta: ogni anno gli svizzeri spendono in media 437 euro in prodotti bio, i danesi 365 euro e gli austriaci 274 euro.
Necessario a questo punto sarebbe stimolare la domanda e la fiducia dei consumatori. Secondo un sondaggio incluso nella ricerca, il 47% degli imprenditori italiani del settore crede che si dovrebbe agire sull’informazione, comunicando al potenziale acquirente i vantaggi dell’alimentazione biologica. Gli altri imprenditori interpellati ritengono invece prioritario stimolare l’offerta e migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità.
May 9, 2024 at 03:09PM