Direttiva case green, pochi giorni all’entrata in vigore – ESGNews.it

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Pubblicata l’8 maggio nella Gazzetta Ufficiale dell’UE dopo un iter di approvazione non facile, l’Energy Performance of Buildings Directive(Epbd), nota come “direttiva case green“, entrerà ufficialmente in vigore il 28 maggio.

La nuova legge, come noto, punta ad accelerare la riduzione del consumo energetico e delle emissioni di gas serra del settore edilizio dell’UE. Agire sull’efficienza energetica degli edifici è fondamentale dato che l’85% degli edifici europei sono stati costruiti prima del 2000 e tra questi, il 75% ha una scarsa prestazione energetica (dati Commissione UE). Obiettivo finale è raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero e completamente decarbonizzato entro il 2050, ma ce ne sono altri intermedi, come l’obbligo di costruire nuovi edifici a emissioni zero dal 2030 (al netto di quelli pubblici, residenziali e non, per cui l’obbligo scatta dal 2028).

Per raggiungere questi target ambiziosi, è necessario che ciascun governo dei Paesi membri inizi l’iter di recepimento della direttiva quanto prima. Il termine ultimo per integrare l’Epbd nella normativa nazionale è fissato al 29 maggio 2026, ma l’esecutivo italiano dovrà adottare un decreto legislativo per il recepimento almeno 4 mesi prima di quella data (quindi gennaio 2026). Il 2025, dunque, sarà un anno cruciale per stabilire in che modo questa importante direttiva europea verrà accolta nel nostro sistema legislativo nazionale.

Oltre all’obiettivo finale di raggiungere il net zero nel parco immobiliare europeo nel 2050, tra i nodi più rilevanti della direttiva, la questione legata ai sistemi di riscaldamento, che dovranno essere decarbonizzati entro il 2040. Già dal 2025, però, parità il divieto di sovvenzioni per le caldaie a combustibili fossili, ma sarà ancora possibile stabilire incentivi per le caldaie ibride alimentate quindi da un mix che include fonti rinnovabili.

Infine, destano la preoccupazione di alcuni anche gli obiettivi intermedi di ristrutturazione e riqualificazione per raggiungere il net zero nel 2050. In questo caso, la direttiva lascia agli Stati membri la facoltà di stabilire dei piani nazionali di ristrutturazione per ridurre i consumi energetici del proprio patrimonio edilizio. Il testo della norma, inoltre, prevede che i nuovi edifici siano a emissioni zero a partire dal 2030, mentre i nuovi edifici occupati o di proprietà del settore pubblico dovrebbero essere a emissioni zero già dal 2028. Gli Stati membri dovranno invece garantire una riduzione (rispetto al 2020) dell’energia primaria media utilizzata negli edifici residenziali di almeno il 16% entro il 2030 e in un range compreso tra il 20 e il 22% entro il 2035. Sui requisiti minimi di prestazione energetica, infine, il testo prevede che gli Stati membri ristrutturino il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% con le peggiori prestazioni entro il 2033. Spetta a Roma, quindi, decidere (entro il 2026) come realizzare questi traguardi.

May 26, 2024 at 09:59PM

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