Sconforto scientifico – La Nuova Ecologia

Gli esperti devono trarre incoraggiamento dai giovani, più consapevoli della crisi climatica

L’Accordo di Parigi impegna i 195 Paesi firmatari della Convenzione Onu sul cambiamento climatico a limitare il riscaldamento globale a +1,5 °C. Questo limite fu scelto, su indicazioni degli scienziati dell’Ipcc, per prevenire gli scenari peggiori della crisi climatica. Il quotidiano inglese The Guardian ha intervistato circa 400 autori dell’ultimo rapporto dell’Ipcc, rivelando che il 77% di loro ritiene che le temperature globali raggiungeranno un incremento minimo di 2,5 °C rispetto all’epoca preindustriale. E quasi la metà teme che il riscaldamento possa eccedere i 3 °C. Solo il 6% confida che il limite di 1,5 °C possa essere rispettato.

Dal 1988 migliaia di scienziati investono energie per rispondere alle richieste dei Paesi firmatari per formulare soluzioni utili e fanno sforzi enormi per informare cittadini e decisori politici. Ora, gli scienziati dell’Ipcc trovano incomprensibile che sia stato fatto così poco per affrontare le cause del cambiamento climatico o per prepararsi agli effetti del riscaldamento e degli eventi estremi. Alcuni di loro hanno espresso indignazione riguardo all’incapacità dei governi di ascoltare i loro avvisi e alla mancanza di volontà politica e di alcuni gruppi imprenditoriali a bloccare il cambiamento.

Anche se è comprensibile un senso di sconforto di fronte a questa situazione, gli scienziati devono trarre incoraggiamento dal fatto che i giovani sono molto più consapevoli dell’importanza di affrontare la crisi climatica. E che sono in tanti ormai ad ascoltare gli avvertimenti della scienza e a voler canalizzare il loro impegno in azioni positive per non lasciare un pianeta insicuro ai nostri figli e alle generazioni future.