Il traino dell’agroalimentare, Cuneo in controtendenza rispetto alla frenata del Piemonte – La Stampa
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CUNEO. Se non fossimo «la terza isola d’Italia» per quella carenza di strade, autostrade, ferrovie e collegamenti aerei che è la costante di decenni di dibattiti e proteste, promesse e rinvii bisognerebbe davvero credere alla battuta neppure troppo semiseria che molti imprenditori (e non solo) fanno: «Dal punto di vista produttivo saremmo diventati la Cina d’Europa». Concetto ribadito qualche giorno fa in un’intervista a La Stampa dal neo presidente della Camera di commercio Luca Crosetto, leader di Confartigianato.
Il modello Cuneo ancora una volta funziona, nonostante le crisi vicine e lontane, guerre e conflitti, speculazioni ed emergenze mondiali. L’ennesima conferma arriva dai dati dell’indagine congiunturale del primo trimestre realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con le Camere di Commercio provinciali.
Il quadro della produzione industriale è positivo – +0,4% rispetto all’analogo periodo del 2023 -, non da locomotiva lanciata ad alta velocità, ma sempre sui binari, orientata al futuro. Nella cartina piemontese che vede solo il Verbano Cusio Ossola con una percentuale maggiore (+2%) il Cuneese fa da traino. A disegnare la situazione sono le risposte da parte di 275 aziende cuneesi (13.538 addetti, oltre 3,7 miliardi di euro di fatturato).
«Il risultato cuneese – spiegano dagli uffici di via Emanuele Filiberto – evidenzia come le imprese abbiano dimostrato una buona capacità di resistenza e reazione a fronte degli shock degli ultimi anni caratterizzati da inflazione, prezzi oscillanti, conflitti e una situazione geopolitica internazionale incerta».
Quali sono i settori che danno maggiori soddisfazioni? Ancora una volta è il comparto alimentare con +1,3%, seguito dalle industrie manifatturiere (+0,5%). Praticamente in pareggio (-0,1%) il capitolo metalmeccanico, mentre si registra una flessione, netta e sensibile, per tessile, abbigliamento e calzature (-7,2%). «L’agroalimentare – sottolineano dalla Camera di Commercio – è l’eccellenza di queste terre e le vendite all’estero di cibi e bevande rappresentano il 40% dell’export». Il tessile? «Dal 2013 al 2022 c’è stato un calo di esportazioni del 30% e l’incidenza sul totale delle vendite oltre confine è passata dal 4,4% del 2013 al 2,1% del 2022».
alessandro nasi
A livello di tutti i comparti l’export rappresenta il 47% del Pil (contro il 33% dell’Italia) ed è per questo che Cuneo è la «Baviera del Nord-Ovest». «La società di indagini e ricerche Prometeia – aggiungono dalla Camera di Commercio – a margine della presentazione del Rapporto 2024 ha prospettato per i prossimi mesi un’ulteriore impennata delle vendite oltre i confini italiani superiore ai numeri regionali e nazionali. I dati ufficiali del primo trimestre usciranno il 12 giugno, al momento ci sono solo analisi previsionali». Un focus di questa indagine era sulla transizione energetica. «Oltre il 50 per cento delle imprese interpellate – aggiungono – risulta non essere interessato a modifiche nei processi produttivi in ottica di efficientamento e transizione energetica. Chi lo è preferisce l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e punta a migliorare l’efficienza dei propri impianti».
Soltanto un terzo degli intervistati utilizza energia elettrica autoprodotta, attraverso il fotovoltaico. E in quasi tutte le aziende oggetto dell’indagine non risultano figure professionali specifiche. I principali ostacoli per gli investimenti? «Costi troppo alti e una macchina burocratica e amministrativa particolarmente complessa». «Sul fronte fotovoltaico – concludono dalla Camera di Commercio – il Cuneese è 19° in Italia per numero di impianti (1,5%) ma al terzo posto dopo Brescia e Lecco per la potenza degli impianti (2,5% del totale)».
Capitolo a parte per le Cer (Comunità energia rinnovabile): il 40% del campione non le conosce e le aziende sono restie a farne parte. In questi mesi molto sta cambiando: in Italia sono una quarantina le Cer e nella Granda nell’ultimo periodo ne sono state costituite 12 che dovranno essere riconosciute da Gse (Gestore dei servizi energetici). Una corsa che permetterà di raggiungere un altro obiettivo importante per il «modello Cuneo». —
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June 5, 2024 at 04:42PM