Agroalimentare, in provincia di Terni oltre 4 mila addetti ed eccellenze da premiare – Umbria 24 – Umbria 24 News

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di M.R.

Solo su base provnciale ternana occupa oltre 4.000 addetti, 3.500 dei quali sono agricoli e vanta diverse eccellenze, non solo per notorietà, prestigio e qualità dei prodotti, ma anche per applicazione dei contratti nazionali, quindi buone condizioni di lavoro e buoni livelli di sicurezza. Tuttavia, il settore agroalimentare, al pari di altri, non è esente da precarietà, instabilità, contratti pirata e caporalato. Questa un po’ la fotografia generale di fronte alla quale il segretario Flai Cgil di Terni Paolo Sciaboletta insiste su una misura che a suo modo di vedere andrebbe presa al più presto: «Occorre istituire un registro delle imprese di ‘Agricoltura di qualità’ che sia premiante e che non disincentivi quegli imprenditori più che in regola che diversamente rischiano di subire una concorrenza sleale».

Flai Cgil La proposta del sindacato di via San Procolo non si ferma qui e sulla scorta del rinnovato accordo nell’ambito dell’Area di crisi complessa, è proprio a quello che Sciaboletta fa riferimento:

«Nella sua prima fase di applicazione non ha portato i risultati sperati; lo strumento attivato è apparso più utile a tamponare situazioni di emergenza con ammortizzatori sociali piuttosto che a investire per guardare al futuro con fiducia. In alcuni casi la cassa integrazione ci ha permesso di traghettare i lavoratori verso nuovi orizzonti produttivi, ma non basta». Nel caso dell’ex Novelli, tutti i rami d’azienda sono stati affittati.

Export Un settore già soggetto alle altalene del clima e delle condizioni meteo, oggi appare ancor più vulnerabile per effetto delle guerre in corso, degli stravolgimenti geopolitici e dei costi di energia, materie prime e servizi di spedizione in qualche caso triplicati. Chi più di altri lavora sul mercato estero sconta difficoltà a esportare i propri prodotti e nel caso del vino il rebus fino alla vendemmia è accompagnato dal ricordo vivo di una scarsa raccolta l’anno passato. Ma dell’agroalimentare fa parte anche lo storico marchio Sangemini, l’azienda oggi di proprietò del gruppo Ami che imbottiglia acque minerali.

Sangemini «Questa – ammonisce Sciaboletta – è una situazione che va attenzionata. Le concessioni per l’emungimento delle acque in scadenza proprio in questo 2024, per come è stata strutturata la legge regionale, rischiano di finire in mani diverse da chi, a valle dei pozzi di riferimento detiene già beni immobili e impianti. Uno stato di cose che rischia di attrarre competitor sul territorio per poi lasciare in mano alle sole trattative tra privati il futuro occupazionale di decine e decine di lavoratori. Per evitare questo, è opportuno un confronto serio e partecipato che possa portare ad eventuali misure correttive prima che sia troppo tardi. Abbiamo pertanto chiesto a Palazzo Donini un incontro dedicato e attendiamo al più presto una convocazione».

Sciaboletta Dal sindacato inoltre l’input al Green deal: «Non siamo assolutamente d’accordo con chi crede che il processo di sostenibilità ambientale verso il quale l’Europa è indirizzata, possa essere messo in discussione o anche solo ritardato. Anzi, è nel solco di misure sempre più compatibili con lo sfruttamento delle risorse naturali che il Paese deve trovare la forza di innovarsi anche attraverso la proposta di nuove figure professionali, con ricerca e sviluppo che devono andare di pari passo con la salvaguardia del paesaggio a cominciare dalla protezione idrogeologica.

Agroalimentare a Terni Tra le aziende del settore che hanno trovato spazio sui media, vale la pena ricordare l’ex Ternipan, oggi Universo pane, guidata dal consigliere comunale Ivano Consalvi e di proprietà di una delle società collegate all’Unicusano di Stefano Bandecchi: «La situazione è stabile, forse nel breve medio periodo è opportuno pensare a un incremento della produzione e quindi un ampliamento del mercato di riferimento per una maggiore tranquillità occupazionale». C’è poi il dramma lavorativo Eskigel: «L’applicazione selvaggia dei contratti stagionali che durano anche 48 ore va fermata. Una discussione col legistìlatore per contratti stabili e una barriera alla precarietà deve investire tutti i settori, non solo l’agricoltura».

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June 14, 2024 at 11:38AM

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