Fvg: la temperatura media è in salita, entro il 2100 arriverà a 6 gradi in più – UdineToday

Fvg: la temperatura media è in salita, entro il 2100 arriverà a 6 gradi in più – UdineToday

https://ift.tt/EdlXu68

È in atto un’evoluzione anomala delle temperature in Friuli Venezia Giulia, che porterà a un aumento della temperatura media della regione. Le prevedibili conseguenze saranno precipitazioni più intense e, quindi, un aumento del rischio idrogeologico in gran parte del territorio. Questi sono alcuni dei dati che sono emersi dal Report climatico della Regione Friuli Venezia in base alle analisi condotte dal Centro Studi per il Cambiamento Climatico, promosso da Greenway Group Srl ed Ecogest Spa.

La situazione

Nell’arco temporale 1961-2016 l’aumento medio della temperatura è stato di 0,3°C ogni 10 anni, con una tendenza in netta accelerazione. Il Centro Studi per il Cambiamento Climatico ha previsto un aumento medio delle temperature fino a circa 5,3°C in inverno, mentre in estate si potrebbe osservare un aumento fino a quasi 6°C entro il 2100, con una crescita di circa 2,5°C entro il 2050.

Le conseguenze

Il consistente aumento delle temperature porterà come conseguenza anche l’aumento delle precipitazioni soprattutto in inverno fino al 20-30% entro la fine del secolo. Per ciò che riguarda la stagione estiva, attualmente il numero medio di giorni di ondate di calore per stagione è inferiore a 5 giorni, il che significa che in media c’è meno di un’ondata di calore per stagione. Le previsioni del Centro Studi dicono che entro il trentennio 2071-2100, nelle pianure ci saranno fino a 40 giorni in cui le temperature estive saranno di almeno 5°C sopra la media in un anno. In futuro, ciò potrebbe significare che la maggior parte dell’estate sarà interessata da ondate di calore, causando gravi conseguenze per la salute umana, le colture, il bestiame, gli ecosistemi più vulnerabili.

Rischio idrogeologico

Questi cambiamenti del clima della regione potrebbero portare a un aumento del rischio idrologico e dell’instabilità dei versanti. L’intero territorio regionale (montano, pedemontano e carsico) del Friuli Venezia Giulia è già fortemente interessato da fenomeni di dissesto idrogeologico, con un numero significativo di frane attive. Le previsioni sul clima ci dicono che si potrebbero modificare i processi di pendenza, soprattutto nelle aree di alta montagna, poiché lo scioglimento della neve, del ghiaccio e del permafrost e l’aumento delle precipitazioni, causano un aumento dell’apporto idrico, con conseguenti alluvioni torrenziali potenzialmente pericolose e colate detritiche molto pericolose

Nelle aree più critiche, dove il cambiamento climatico si sovrapporrà al cambiamento idrologico, in gran parte dovuto alle attività umane, le piogge torrenziali potranno portare a inondazioni e allagamenti, e di conseguenza a cambiamenti significativi nel regime di trasporto di solidi e sedimenti nei fiumi, con conseguenti fenomeni di instabilità negli alvei, nei versanti e nelle zone ripariali. Nelle aree a bassa quota che sfociano in lagune o in mare, potranno esserci ulteriori difficoltà nell’evacuazione dei flussi di piena in caso di alta marea, aggravate dall’innalzamento del livello del mare.

Clima in Fvg

“Il nostro studio – dichiara Valerio Molinari, presidente del CSCC e azionista di riferimento di Ecogest Spa – ha lo scopo di fornire dati utili a orientare le future scelte infrastrutturali e manutentive, ma anche di dare il giusto peso alle conseguenze di un fenomeno progressivo e inarrestabile quale il cambiamento climatico. La temperatura è il parametro climatico che mostra più chiaramente i cambiamenti del clima nella regione Friuli Venezia Giulia, con un significativo aumento da oggi fino al 2100. È necessario che dalla diagnosi si passi alla cura in maniera rapida attraverso l’innovazione scientifica e tecnica, e, soprattutto, affidandosi all’esperienza e al know how di quanti, da tempo, hanno intuito i rischi insiti in questi cambiamenti studiandone non solo effetti, ma anche soluzioni efficaci per un’emergenza globale di tale portata.

Le soluzioni

“Le soluzioni esistono, e sono molteplici – continua Molinari -. Innanzitutto, bisogna pianificare e rimodulare la manutenzione supportandola attraverso soluzioni come telecamere online, stazioni meteorologiche, sensori di carico stradale, sistemi telematici avanzati in grado di regolare il flusso del traffico e di evitarne la congestione. Importante anche la scelta di nuovi impianti a verde, che influisce sullo stato di conservazione delle infrastrutture stradali e autostradali. Tra le soluzioni potremmo pensare, per l’esempio, a piante ed alberi autoctoni nei nuovi impianti, razionalizzazione e adeguamento della pianificazione degli interventi di manutenzione, applicazione di nuove tecnologie di studio e controllo alla manutenzione del verde, a partire dai droni e dal monitoraggio continuo dello stato della vegetazione”. 

June 14, 2024 at 09:48AM

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *