Mercalli e il cambiamento climatico: “Quattrocentomila italiani potrebbero dover lasciare i loro territori” – La Stampa

Mercalli e il cambiamento climatico: “Quattrocentomila italiani potrebbero dover lasciare i loro territori” – La Stampa

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Cosa ci faceva una marmotta a oltre quattromila metri d’altitudine? Un tempo era possibile per un piccolo mammifero sopravvivere a quella quota? È uno dei grandi interrogativi generati dal ritrovamento della Marmotta del Lyskamm, la mummia naturale più antica d’Italia, datata 6.600 anni fa. Ma per Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana – intervenuto al convegno “Energia rinnovabile al servizio del territorio e impatto climatico nelle aree montane: soluzioni locali per lo sviluppo sostenibile europeo”, organizzato a Saint-Vincent dalla Commissione ambiente, cambiamenti climatici ed energia del Comitato europeo delle regioni, in collaborazione con la Regione Valle d’Aosta – la datazione a oltre seimila anni fa del reperto «è un dato che concorda bene con il periodo, in cui abbiamo avuto l’Optimum climatico Olocenico – dice –, un momento in cui le temperature, anche sulle Alpi, sono state più alte. Sappiamo che il limite del bosco era più elevato di circa 200 metri d’altitudine. Poi, si tratta di una sola marmotta, non sappiamo bene cosa facesse lassù».


Michela Borgis


Seimila anni fa, clima e ambiente sulle Alpi erano diversi da quelli di oggi, ma questo non deve trarre in inganno. «Il fatto è che oggi la temperatura è più alta di quella di allora – dice Mercalli –, ma non ne vediamo ancora gli effetti, che ci metteranno un po’ di tempo a rivelarsi. Il grado in più di temperatura provocherà una serie di risultati, tra i quali la scomparsa di tutti i ghiacciai alpini». Inoltre, seimila anni fa, la Terra si trovava in una posizione diversa nell’orbita solare ed era questo a determinare l’Optimum climatico Olocenico, mentre ora il riscaldamento è frutto delle azioni dell’uomo al punto che «abbiamo superato le temperature di riferimento della società umana di diecimila anni» dice Mercalli.

Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana

 

I segnali sono chiari. Nel 2022, il Po ha vissuto la più grande siccità degli ultimi 200 anni e tra il 2022 e il 2023 i ghiacciai alpini di sono ridotti del 10%. Senza contare le 72 mila persone morte in Europa per l’ondata di caldo del 2022. «Il cambiamento climatico c’è sempre stato, è vero, ma è la prima volta che un cambiamento climatico così rapido e intenso avviene su una società complessa fatta di 8 miliardi di persone – dice Mercalli –. Siamo più vulnerabili rispetto a un piccolo villaggio del Neolitico, in cui gli abitanti non capivano i cambiamenti, li subivano, ma erano più resilienti, potevano spostarsi, erano dei nomadi». Ogni anno, il livello del mare si alza di 5 millimetri, «è un fatto», e nella peggiore delle ipotesi, da qui a fine secolo l’innalzamento potrebbe arrivare a toccare 120 centimetri, con conseguenze importanti per città come Venezia e Rimini. «Vorrebbe dire gestire una migrazione interna, italiana, di circa 400 mila persone – dice Mercalli –. Saranno i nostri concittadini a spostarsi perché il loro territorio sarà diventato inabitabile». I sintomi sono chiari e sotto gli occhi di tutti, ma per Luca Mercalli, anche se «la malattia è stata diagnosticata correttamente e si sta sviluppando, il paziente non vuole curarsi».

June 14, 2024 at 07:33AM

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