Con Ricehouse il futuro della bioedilizia parte dagli scarti del riso • PROTECTAweb – PROTECTAweb.it

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Intervista a Tiziana Monterisi CEO e Co-fouder di Ricehouse: un percorso virtuoso dalle prime case di riso fino al progetto di riqualificazione edilizia del quartiere Barona a Milano, chiamato Torri Risorsa

 

 Ricehouse: da start-up a Società Benefit che trasforma gli scarti del riso in risorse per l’edilizia. Come è nata l’idea di proporre un modello di economia circolare e come funziona?

Ricehouse è nata nel 2016 come start-up volta a realizzare profitto secondo un approccio virtuoso, attraverso la valorizzazione degli scarti di riso non edibili che vengono trasformati in un’eccellente materia prima, totalmente Made in Italy, destinata all’edilizia, per promuovere un cambiamento responsabile.

Tiziana Monterisi, architetto lecchese e «nativa ecologica» trasferitasi a Biella, osservando le risaie e approfondendo la conoscenza del cereale protagonista assoluto del territorio, decide di utilizzare i due scarti principali del mondo delle riserie, ovvero la paglia del campo e la lolla (o pelle del chicco), come materia prima, dalle straordinarie caratteristiche tecniche, da destinare a prodotti per un’architettura rigenerativa. Un lungo cammino, il suo, di sperimentazioni scientifiche per ottimizzare l’utilizzo di tutti gli scarti del riso: dalla paglia, alla lolla, alla pula, argilla, amido ecc.. Da ogni 7 tonnellate di riso per ettaro vengono estratte circa 10 tonnellate di scarti che, grazie all’innovazione tecnologica, si trasformano in risorse primarie per creare materiali da costruzione naturali e sostenibili. Ricehouse, dunque, propone un modello di economia circolare estremamente innovativo, occupandosi di inserire i prodotti grezzi nel ciclo edilizio, realizzando ed immettendo sul mercato numerosi prodotti di nuova concezione totalmente naturali per l’edilizia (mattoni, intonaci, pannelli isolanti….) a base degli scarti risicoli del territorio, in grado di migliorare la qualità abitativa in termini di salubrità, comfort, efficientamento energetico ed acustico e che, a fine vita, ritornano al ciclo naturale del territorio, senza impattare sull’ambiente. Da start-up a Società Benefit, quale azienda impegnata nel conciliare la sostenibilità economica della propria attività con l’etica e con l’impegno verso uno sviluppo sostenibile il passaggio è stato totalmente spontaneo.

 Ci può illustrare alcuni esempi dei materiali innovatiti «targati» Ricehouse e dei progetti architettonici più significativi del vostro percorso di bioedilizia?

Accanto allo sviluppo e commercializzazione di prodotti innovativi per le costruzioni, in Ricehouse ci occupiamo di progettare nuovi organismi abitativi, il più possibile autosufficienti ed eco-compatibili e di sviluppare soluzioni innovative per il design e l’arredo, in particolare nel settore Horeca e Fashion. Un esempio è il ristorante stellato Horto di Milano, dove la filosofia «zero waste» dello chef Norbert Niederkofler viene declinato sia in cucina che nell’ambiente, dalle pareti rifinite con l’intonaco di Ricehouse RH120, miscela naturale di lolla di riso e calce, insignito del premio Compasso d’Oro per la sua resa estetica e per il suo elevato grado di sostenibilità.

Sempre a Milano, in occasione del recente «FuoriSalone», durante la Design week, l’installazione sunRICE – la ricetta della felicità, presso l’Orto botanico di Brera, inaugurata da Eni, Niko Romita e progettata da CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota, ha proposto un viaggio attraverso il ciclo di vita del riso, a partire dalla pianta, passando per il suo uso in cucina, fino a vedere i suoi scarti diventare materia prima per l’architettura, che abbiamo curato noi di Ricehouse utilizzando la soluzione tecnologica RHGEO. Trattasi di un materiale ignifugo, strutturale e resistente, che assorbe CO2, realizzato solo con scarti di riso: la lolla macinata è legata con un legante geo-polimerico ed applicata in stampi per colatura o con tecnologia di stampa 3D, che nel processo di prodotto non usa né acqua né energia.

E ancora, durante la Design week, abbiamo collaborato alla mostra Micrographia – Redesigning for biodiversity – insieme di tre opere sperimentali dello studio di design multidisciplinare Johanna Seelemann, con la supervisione produttiva di Park Associati e il supporto scientifico del Vivaio Bicocca.

La mostra ha proposto una nuova prospettiva, non antropocentrica degli arredi urbani. Tra questi, gli elementi di facciata – realizzati in collaborazione con noi di Ricehouse – diventano luoghi abitabili anche da uccelli e insetti grazie ai fori e alle cavità studiate per ospitare specifici tipi di insetti impollinatori e uccelli. In questa occasione, abbiamo fornito sia RHGEO, materiale ignifugo strutturale realizzato solo con scarti di riso, che Plhusktic, soluzione bio-based alternativa ai classici processi plastici. Si tratta di un materiale ricavato dalla lolla di riso attraverso una reazione enzimatica che lo trasforma in un riempitivo naturale in polvere. La lolla micronizzata è inserita come additivo a polimeri termoplastici di origine riciclata, in percentuali che possono raggiungere anche l’85%.

A partire dal 2016 fino ad oggi, abbiamo inoltre curato oltre un centinaio di progetti di edilizia abitativa utilizzando prodotti a base di scarti di riso, prevalentemente in Nord Italia con l’obiettivo di replica anche all’estero.

Tra i numerosi progetti, non possiamo non menzionare la prima casa che nel 2012 abbiamo interamente costruito con scarti di riso: un entusiasmante prototipo di 25 mq realizzato a Biella presso la Fondazione Pistoletto, in collaborazione con il Politecnico ed i suoi studenti. 

 Quando e come è nata l’idea del progetto di riqualificazione Torri Risorsa a Milano?

Il 18 aprile scorso sono state ufficialmente inaugurate le Torri Risorsa, di proprietà di Aler, esempio virtuoso di rigenerazione urbana e sociale nel quartiere Barona di Milano. L’idea del progetto è nata dieci anni fa dall’esigenza di integrare il verde nel contesto urbano e di avvicinare la periferia al centro cittadino. Le quattro Torri sono state riqualificate su progetto da me realizzato e promosso, utilizzando, per facciate e cappotti, materiali della tradizione lombarda come lolla e paglia di riso, con la massima tecnologia della prefabbricazione off-site che ha permesso di ridurre i tempi di cantiere, lavorando in sicurezza e portando ad energia zero e a nuova vita edifici popolari.

Si tratta di un unicum per la città di Milano perché coniuga tutti i tre aspetti ESG, da quelli economici a quelli ambientali e sociali.

[ Roberta Di Giuli ]

June 17, 2024 at 06:09PM

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