Meteo: la fine di El Niño e l’arrivo di La Niña – Meteo Giornale
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La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha annunciato giovedì la fine del fenomeno meteo El Niño, un modello climatico naturale legato alle condizioni più calde nell’Oceano Pacifico tropicale. Gli scienziati del clima prevedono che presto si svilupperà il modello meteo corrispondente noto come La Niña, caratterizzato da temperature superficiali del mare equatoriale più fresche.
L’impatto meteo di El Niño sull’inverno
Il forte El Niño che ha attraversato l’atmosfera dallo scorso giugno ha portato a un inverno più umido del normale negli Stati Uniti, soprattutto nel Sud-Est e in California, dove ben 51 fiumi atmosferici hanno scaricato pioggia e neve. Ora, un breve periodo di neutralità meteo è alle porte, ma gli esperti prevedono che La Niña potrebbe formarsi già a luglio, con una probabilità crescente man mano che ci si avvicina all’inverno. In Europa, la parte finale dell’evento è stato causa di precipitazioni sopra la media dalla Francia al Nord Italia. Ma di un inverno molto mite ovunque, eccetto la Scandinavia.
La Niña e la stagione degli uragani nell’Oceano Atlantico
Sebbene il cambiamento climatico rimanga il fattore più importante negli eventi meteo estremi, gli esperti sostengono che La Niña potrebbe far pendere l’ago della bilancia verso una stagione degli uragani ancora più attiva. Mentre le condizioni meteo di El Niño possono ostacolare le tempeste che si sviluppano nel bacino atlantico, è più probabile che si formino uragani e cicloni tropicali sotto La Niña. Le condizioni meteo calme prodotte da La Niña, combinate con le calde temperature oceaniche, intensificheranno l’attività che potrebbe verificarsi durante la stagione degli uragani. Uragani che vista la forza che potrebbero toccare, potrebbero spingersi sino alle coste europee, o investire le isole come Madeira o persino le Canarie verso l’autunno.
Le temperature sulla superficie dell’Oceano Atlantico sono in aumento dal 2016 e la scorsa estate hanno battuto i record di calore marino. Il Centro di previsione climatica della NOAA ha previsto che quest’anno nell’Oceano Atlantico potrebbero svilupparsi fino a 13 uragani, almeno quattro dei quali potrebbero essere gravi.
Anni di particolare rilievo per l’attività degli uragani includono il 2005, quando l’uragano Katrina devastò New Orleans; il 2017, quando gli uragani costarono agli Stati Uniti più di 300 miliardi di dollari di danni; e il 2020, che ha visto 11 delle 30 tempeste nominate colpire la costa degli Stati Uniti.
L’effetto meteo di La Niña sugli Stati Uniti ed in Europa
El Niño e La Niña influenzano il meteo in aree remote del mondo, cambiando dove si verificano le precipitazioni nei tropici e provocando un effetto a catena sulla corrente a getto e sulla circolazione atmosferica sul Nord America e l’Europa. La Niña, ad esempio, tende a spingere la corrente a getto verso nord.
Negli Stati Uniti, ciò significa che la parte settentrionale del paese tende ad avere temperature più fredde con più pioggia e neve durante i mesi invernali e all’inizio della primavera, mentre la metà meridionale tende ad essere più secca e calda. Anche in Europa si dovrebbero avere conseguenze, con maggiori spiragli ad avere aria fredda verso il Mediterraneo e l’Italia.
L’impatto del cambiamento climatico su El Niño e La Niña
Storicamente, El Niño ha aumentato la temperatura media globale dell’aria, mentre La Niña l’ha diminuita. Tuttavia, il forte braccio del cambiamento climatico fa sì che le temperature globali oscillino costantemente verso l’alto. Tre degli ultimi cinque anni sono stati cicli di La Niña, che tendono a raffreddare il clima, ma il mondo ha comunque registrato le temperature globali più alte mai registrate.
Michelle L’Heureux, scienziata del clima presso il Centro di previsione climatica della NOAA, ha affermato che El Niño e La Niña, conosciuti collettivamente come ENSO (El Niño-Southern Oscillation), non sono più grandi influenzatori del meteo come una volta. Ora, stanno semplicemente cambiando i dettagli, mentre il cambiamento climatico rimane il fattore dominante nel determinare le condizioni meteo globali.
June 18, 2024 at 09:59PM