Nido di tartaruga a Cupra Adriatico sempre più caldo – corriereadriatico.it
https://ift.tt/9QMN0bl
È di questi giorni la notizia di un nuovo nido di tartaruga marina (Caretta caretta) che ha scelto la spiaggia di Cupra Marittima in provincia di Ascoli Piceno per deporre le sue uova. Si tratta del secondo caso nelle Marche, poiché già nel 2019 un nido era stato scoperto in una spiaggia vicino a Pesaro. La tartaruga è stata vista riprendere il mare nella notte tra il 12 e il 13 giugno, e quindi abbiamo la certezza della data di deposizione delle uova. Tra una sessantina di giorni al massimo, intorno a Ferragosto, dovrebbero schiudersi. Si tratta di una notizia che fa sicuramente piacere, perché evidenzia come ci sia ancora una fauna marina, peraltro innocua come le tartarughe marine che riesce a trovare il modo di convivere con l’uomo. Le tartarughe marine stanno diventando, soprattutto grazie alle misure di protezione, sempre più abbondante lungo i litorali italiani, anche laddove storicamente non erano state mai registrate. Tuttavia, questo non sorprende gli esperti del settore, poiché conferma quanto era già evidente da tempo: ovvero, che le nostre acque stanno diventando sempre più calde. Questa specie di tartaruga marina, infatti, solitamente preferisce deporre le uova lungo le coste più calde del Mediterraneo, in corrispondenza del nostro Mezzogiorno, oppure in Grecia, o dalla Turchia al Nord Africa. Recentemente, grazie alle temperature sempre più elevate, queste tartarughe hanno cominciato a deporre anche nell’Italia settentrionale, con uno o due nidi identificati in Liguria e Veneto. È solo uno dei tanti effetti legati ai cambiamenti climatici. L’anno passato è stato il più caldo di sempre anche per quanto riguarda la temperatura media degli oceani. Questa primavera ha segnato altri record e ci si aspetta un’estate bollente, almeno per quanto riguarda le temperature superficiali dei nostri mari. Quello del cambiamento climatico è un fenomeno ormai ampiamente affermato e che non è neanche più messo in discussione dalla comunità scientifica. Spiace vedere come ci siano ancora negazionisti che spargono fake news sull’argomento e ignorano l’evidenza di questo fenomeno, o che disconoscono le responsabilità che l’Uomo ha su tali cambiamenti (producendo quasi il 90% dei gas serra). Ma a prescindere da questo, il riscaldamento del Mar Adriatico è fortissimo e si prevede che assisteremo sempre più frequentemente alla creazione di nuovi nidi di tartaruga lungo i nostri litorali. Una cosa che sorprende nel caso del nido di Cupra Marittima è il periodo della sua realizzazione. Metà giugno è infatti la data in cui inizia la deposizione delle uova per la Caretta caretta, ma nel sud del Mediterraneo. Si tratta quindi di una data molto precoce per le nostre latitudini. I nidi di questa specie, una volta individuati, vengono segnalati e protetti costruendo dei piccoli recenti di fortuna per evitare che le cento uova che di norma contengono vengano calpestate: purtroppo, non è infrequente che ciò avvenga. Ricordo un caso di qualche anno fa lungo le coste della Campania in cui un nido non segnalato fu letteralmente spappolato dai bagnanti che si erano coricati con il telo da mare proprio in quel punto. La schiusa delle uova è senz’altro un fenomeno emozionante. Vi ho assistito personalmente a Linosa a metà agosto, di prima mattina. I cuccioli che goffamente cercano di raggiungere l’acqua ispirano istintivamente protezione. Quindi ecco qualche piccolo consiglio per chi dovesse incontrare un nido di tartaruga o le tracce di una tartaruga sulla sabbia. È importante non avvicinarsi e non scavare nella sabbia, non coprire il nido e segnalare la sua presenza agli enti preposti. Nel caso fortunato di una schiusa, non si devono toccare i piccoli e bisogna lasciare che questi prendano il largo. La natura farà il suo corso. È bello vedere un piccolo pezzo di natura che riprende la propria dimensione. Ma i problemi del mare restano. Un nido di tartaruga nelle Marche segnala il cambiamento climatico in atto che si somma alla progressiva alterazione degli ecosistemi marini, messi a rischio anche dalle microplastiche, dalla progressiva scomparsa dei moscioli, dall’invasione di granchi blu, dal crollo dei cannolicchi e di molte altre specie. Tutto questo conferma quanto stia cambiando il mondo attorno a noi e quando continuerà a cambiare se non interverremo con decisione.
*Professore ordinario all’Università Politecnica delle Marche, titolare dei corsi di Biologia Marina, Ecologia ed Etica ambientale
June 20, 2024 at 06:04AM